Paolo Massari è fra i più brillanti autori di questa stagione letteraria, col romanzo di debutto “Tua figlia Anita”. Una storia nata, racconta in questa videointervista, “dalla necessità di salvare una memoria, di preservarla dall’oblio, non una grande epopea, ma un racconto di chi siamo, anche nella mediocrità e con un po’ di compassione…”
Nel giorno in cui seppellisce l’amata Anita, con cui ha vissuto un amore lungo trent’anni, Giacomo si rivolge al padre di lei, Luigi, per raccontargli tutto della figlia e del loro amore. È quello che si legge in Tua figlia Anita (176 pagine, 17 euro) di Paolo Massari, pubblicato dalla casa editrice Nutrimenti (sul nostro sito, qui, abbiamo pubblicato il primo capitolo in anteprima), uno degli esordi più convincenti della stagione letteraria. “Un romanzo nato dalla necessità di salvare una memoria – sottolinea Paolo Massari in questa videointervista – cercare di preservare dall’oblio possibile una persona appena scomparsa, e dalla convinzione che non ci si può illuderti di conoscere tutto della persona che si ha accanto anche per tutta la vita. C’è la morte, ma ci sono anche tanta luce e ironia nelle mie pagine…”.
Singolare l’interlocutore di questa lunga confessione, il suocero. “Sono parole che hanno anche dell’indicibile – chiarisce Paolo Massari – probabilmente se l’avesse avuto davanti non avrebbe avuto il coraggio, ci sono anche tradimenti, colpe, cose che di solito si tengono sotto il tappeto. Giacomo, con lei sepolta accanto al padre, crede che il suo dovere sia spiegare al suocero chi sia stata sua figlia, il modo per assolvere a una missione, a un compito che la stessa Anita gli ha in qualche modo affidato negli ultimi momenti di lucidità”.
Quanto al pubblico a cui si rivolge e che lo sta effettivamente scoprendo, grazie alle pagine di Tua figlia Anita, come scrittore, Paolo Massari ha le idee piuttosto chiare: “I miei lettori? Via social mi scrivono. A tutti è capitato di perdere qualcuno – osserva – può essere facile riconoscersi nella voce di questo Giacomo e nel suo tentativo di mettere insieme i pezzi. Quella sua e di Anita sono vite di uomini non illustri, come tutti hanno problemi, cercano di esorcizzarli, per questo è anche un libro pieno di luce e di ironia. Il mio pubblico? Immagino chi cerca non grandi epopee, ma storie su chi siamo, anche nella mediocrità e con un po’ di compassione, cercando di assolvere e di assolversi. Un nuovo libro? C’è qualche idea su cui sto cominciando a lavorare, ma i tempi sono poco maturi”.
Qui la videointervista integrale, buona visione