Donna e artista di grande umanità e coraggio, Letteria Montoro è stata riscoperta anche grazie al romanzo “Trema la notte” di Nadia Terranova, che firma la prefazione del suo titolo più importante, “Maria Landini”: storia che è un po’ una metafora autobiografica dell’autrice, come la protagonista insofferente alle imposizioni e alle convenzioni sociali…
Ho scoperto Racconti di un pellegrino russo dopo averne letto nelle pagine de Il giovane Holden. Sarebbe meraviglioso se, dopo aver amato Trema la notte (ne abbiamo scritto qui) di Nadia Terranova, tanti lettori si incuriosissero del destino di Letteria Montoro e si procurassero il suo unico romanzo in commercio, pubblicato proprio dopo l’omaggio della scrittrice messinese a questa sua concittadina, misconosciuta – cancellata dalle memorie anche in seguito al sisma che ferì a morte lo Stretto – eppure in vita tenuta in considerazione come donna di valore, fra i letterati del tempo. In Trema la notte Barbara, una dei due protagonisti, ha come modello di riferimento proprio Letteria Montoro (1825-1893), si reca sulla sua tomba il giorno dopo il gravissimo sisma del 1908, ne segue l’esempio di donna indipendente, provando a disegnare il proprio destino e a viverlo. Letteria Montoro non era soltanto poetessa e romanziera nella Messina del diciannovesimo secolo, ma anche una donna impegnata politicamente, una combattente, ostile al potere borbonico e sostenitrice dei moti risorgimentali.
Non cercate somiglianze…
Ci avete fatto caso? Quando c’è qualche grande scrittrice in giro, magari poi sepolta dalla storia, viene sempre considerata uno “scandalo”, bollata come “discepola” di qualcuno, di qualche scrittore di sesso maschile, in particolare. Si pensi solo a Maria Messina, che perfino ammiratori e critici illuminati collocano all’ombra di Giovanni Verga. Letteria Montoro, da parte dei pochi che se ne sono occupati, viene collocata sulla scia di Leopardi e Manzoni, per tematiche considerate affini a quelle del poeta di Recanati e all’autore de I promessi sposi. Una forzatura, naturalmente, una semplificazione. Come è assurdo, nell’ambito di questa felice riscoperta editoriale, ricondurre a etichette o presunte eredità il suo titolo più famoso, il romanzo storico Maria Landini (237 pagine, 17 euro), edito da una sigla piccola e raffinata, L’Altracittà, con prefazione proprio di Nadia Terranova e postfazione di Daniela Bombara, studiosa di Letteria Montoro.
Voglia di libertà
Non un romanzo strettamente autobiografico, Maria Landini, ma in cui la protagonista, per fascino e atteggiamento nei confronti del mondo e voglia di emancipazione e autodeterminazione, richiama certamente Letteria Montoro donna e artista di grande umanità e coraggio, insofferente ai margini in cui l’aveva collocata la società del suo tempo. La scrittura è dell’epoca, ma la vicenda narrata in questo romanzo è modernissima, vertiginosa la voglia di vivere a modo suo della protagonista, di spezzare il degrado di un contesto misogino, di rincorrere la libertà, opponendosi alle convenzioni e ai voleri paterni, a costo di fare i conti con ostilità e solitudini.
No alle nozze imposte
Maria dice no a un matrimonio combinato col malvagio barone Summacola. Lo dice chiaramente a una zia, che è tra i più pressanti fautori delle nozze…
– Io sì lo credo ch’egli mi ama, ma profanato in lui mi si presenta l’amore: un non so che ha di triviale ed un sorriso che offende quanto ha di più sacro l’anima mia. Io sento un vago rimorso al pensare ch’egli mi ama.
Con voce dirompente e nuova l’eroina di Letteria Montoro mette in primo piano la questione femminile. Umile, ma non succube, Maria Landini sceglie per sé un’altra vita, un altro amore, nobile non di stirpe ma d’animo, incarnato da Roberto Altieri e lotterà per avere diritto a un amore vero. Il rilancio di questa ennesima autrice siciliana di valore è appena iniziato. Scommettiamo che conquisterà anche voi.
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