Sentimenti e risentimenti, la maturità dell’acerba Yasmina Reza

Una vivisezione della famiglia che sembra nuovissima, sebbene risalga a più di trent’anni fa. È il primo testo teatrale di Yasmina Reza, “Conversazioni dopo un funerale”. Alla scomparsa di un patriarca seguono segreti e rancori, gelosie e ferite…

È bello scoprire l’arte già matura dell’acerba Yasmina Reza, abbandonarsi alle sue pagine di teatro che come pochissime, rispetto a quelle di tanti altri drammaturghi, si fanno lèggere, leggere e profonde, come la prosa più amata. Naturalmente stiamo parlando di uno dei nomi di punta del teatro mondiale contemporaneo. Ma stiamo parlando anche di una pièce degli anni Ottanta, quando Yasmina Reza non aveva ancora trent’anni. Eppure fra ritmo elevatissimo, frasi secche, personaggi e ambienti ridotti all’osso, gesti e pensieri accennati e un senso innato per il tragicomico, innestato su eterne dinamiche familiari, quest’opera che ha più di un terzo di secolo sembra nuovissima, attuale.

Tre fratelli, una ex, due zii

La famiglia, dicevamo. Yasmina Reza la prende di petto in questo delizioso libretto Adelphi dalla copertina fucsia, Conversazioni dopo un funerale (117 pagine, 12 euro), tradotto da Daniela Salomoni. Desiderano, soffrono, hanno paura le figure in scena. Tutte riunite dopo la morte del patriarca, Simon Weinberg, sepolto nel giardino della tenuta di famiglia: tre figli, la ex fidanzata di uno di loro, ma innamorata dell’altro, un loro zio, fratello della madre, il bonario Pierre e sua moglie, la involontariamente spassosa Julienne. Segreti e rancori, gelosie e ferite, custodite dentro ognuno dei protagonisti, si fanno spazio, non prepotentemente ma impercettibilmente; è tutto un susseguirsi di sentimenti e risentimenti, Nathan, Alex ed Édith si prendono la scena, soprattutto i due fratelli, con il primo che fa l’amore con la ex di Alex, Élisa, sulla tomba del padre.

Dolori e dubbi, apparenza ed eleganza

Nelle pagine c’è già tutto intero quel cinismo comico che la vita spesso ci regala, quello sguardo al vetriolo che i lettori di Yasmina Reza ritrovano nelle sue opere maggiori. Dolori, dubbi e domande battono nel petto dei figlioli del morto, che però fanno il possibile per mantenere la calma, l’apparenza, l’eleganza dei modi. Illazioni e segreti vengono bisbigliati, la tensione sale implacabilmente quando i problemi irrisolti, specie fra i fratelli Nathan e Alex, non si sciolgono ma restano nell’aria. Un testo teatrale che si risolve in pezzi di vita vera, feroce e sottile, algida e passionale.

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