Un’adolescenza apparentemente normale, quella di Alessandro Onofri, protagonista de “La laguna dei sogni sbagliati” di Massimiliano Scudeletti. Ma nella sua vita, nella Venezia in cui vive irrompono sette sataniche, disastri ambientali, echi dei conflitti balcanici, una prof senza nome. Un romanzo che strizza gli occhi ai classici dell’avventura e a Stephen King
Eclettico, fantasioso, capace di intessere storie a partire dalla realtà o dalla fantasia, di tirare fuori notevoli trame e sottotrame. Capace di andare fuori dal proprio villaggio, oltre l’orizzonte minimo. Chi, come me, ha letto la precedente opera del toscano Massimiliano Scudeletti non si stupisce delle sue ultime evoluzioni sulla pagina. Il suo L’ultimo rais di Favignana. Aiace alla spiaggia, pubblicato da Bonfirraro, il suo libro precedente era il racconto di una civiltà scomparsa attraverso un personaggio leggendario, Gioacchino Cataldo, re dell’isola delle tonnare, un po’ romanzo, un po’ biografia, un po’ confessione, un po’ diario esistenziale del “tonnaroto” per eccellenza. Con il suo nuovo titolo, bello da paura se dovessimo sintetizzarlo in uno slogan, torna al personaggio del suo primo romanzo, Little China Girl, un fotoreporter di guerra, Alessandro Onofri.
La supplente che terrorizza…
La nuova “creatura” di Massimo Scudeletti è pubblicata da Arkadia, in una collana a cura di Marino Magliani, Luigi Preziosi e Paolo Ciampi, e si intitola La laguna dei sogni sbagliati (214 pagine, 16 euro). In un breve prologo torna il fotoreporter Alessandro Onofri, impegnato in una guerra al giorno d’oggi, sul fronte ucraino. Poi la scena principale si sposta indietro nel tempo, agli anni Novanta (con tanto di playlist della musica di riferimento di quegli anni, in ultima pagina), quando Onofri è un ragazzino, orfano dei genitori, che vive con una zia, Annamaria, amante dell’esoterismo e figura piuttosto sopra le righe. Il mondo attorno a lui non è dei più semplici: il dramma dei vicini Balcani, l’inquinamento del petrolchimico a Marghera, delitti e violenze, sette sataniche, e chi più ne ha più ne metta. Paradossalmente, però, lo sconvolgimento maggiore della sua quotidianità è l’arrivo di una nuova insegnante, terrore degli studenti, una supplente senza nome.
Nessuna paura ha il sopravvento
Amori impossibili (l’affascinante Maria Luisa, che ha due anni più di Alessandro…), amicizie, scuola, quel tanto che basta del malessere delle province e una bella evocazione degli anni Novanta, con tanto di colonna sonora (tra le righe e alla fine del libro). La quotidianità del giovane Alessandro Onofri non sembra avere nulla di speciale. Eppure, senza pensare troppo ai “paletti” dei generi letterari, Massimiliano Scudeletti è abile a mettersi nei panni di un dodicenne, e guarda ai classici del romanzo d’avventura, prova a strizzare l’occhio a Stephen King, con ambizione (ragionando sulle guerre, scandagliando l’esoterismo e il satanismo) e risultati più che apprezzabili. La prosa veloce e accattivante di Scudeletti e l’idea che nessuna fobia possa avere il sopravvento nelle nostre vite completano l’opera. Che merita attenzione e regala emozione.
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@Giovanni Leti, sono veramente felice che tu abbia colto il mio tentativo di non rimanere imbrigliato nei generi, forse è la cosa che mi contraddistingue di più. Poi hai citato accuratamente tutti i libri che ho scritto ed è quello che ogni autore sogna in una recensione e mi hai regalato un giudizio “bello da paura” che è un toccasana per l’ego. Grazie!