È un gioiello di rara bellezza, “Rubare la notte” di Romana Petri, che ricostruisce anima e vita di Antoine de Saint-Exupéry, la sua volontà di cercare a ogni costo di compiere gesti solidali, l’amore viscerale per la madre, e quello, ma da lontano, per la moglie…
Ci sono storie che ci entrano dentro con irruenza, fin dalle prime righe e pagine, tanto che non riusciamo a staccarcene e le divoriamo in un arco di tempo decisamente ridotto — a seconda della loro mole, poche ore o alcuni giorni —; ve ne sono, invece, altre che ci conquistato lentamente, attraverso una fascinazione discreta, ma progressiva, tanto che quando ci ritroviamo completamente immersi nelle loro vicende, sembriamo quasi stupiti, ché non ce ne siamo quasi accorti. Rubare la notte (264 pagine, 19 euro), biografia romanzata di Antoine de Saint-Exupéry, di Romana Petri, edito da Mondadori e in cinquina per il Premio Strega 2023, ammalia e conquista con una grazia garbata, quasi pudica, ma lascia il segno, un segno indelebile, quello di una vita e di un’individualità straordinarie, quelle appunto di Saint-Ex, come lo chiamavano gli amici, lo scrittore-aviatore che tutti conosciamo per avere dato alle stampe uno dei bestseller di tutti i tempi, Il piccolo principe.
Biografia-romanzata, romanzo-biografico, romanzo, qualsiasi sia il genere in cui rubricare Rubare la notte, è decisamente una lettura appassionante e originale.
Un’altra storia ancora…
La vita dello scrittore francese, conosciuto in tutto il mondo, ci viene narrata dalla prima infanzia, quando, armato di una piccola sedia verde seguiva la madre ovunque ella andasse. Il bambino, un po’ ingenuo e un po’ tiranno, diversamente dai fratelli, che si accontentavano del bacio della buona notte, ogni sera, chiedeva alla madre di raccontargli un’ultima storia, in modo da trattenerla ancora e non vederla andare via. Mamma Marie, per questo e per i suoi riccioli biondi, lo aveva soprannominato il Re Sole, e lui, che era un bambino curioso e un po’ sognatore, fin da allora aveva sviluppato per lei un amore tanto profondo e viscerale che lo accompagnò in tutte le fasi della sua vita, rendendola, probabilmente, la figura più importante, come testimoniano le numerose lettere che (pura invenzione dell’autrice) nel romanzo costellano le diverse fasi professionali, esistenziali e letterarie dello scrittore.
Un dialogo ininterrotto
Tonio, così viene denominato Saint-Exupéry nel corso di tutto il romanzo, filtra, rilegge, interpreta il mondo esterno, le proprie relazioni sentimentali, gli eventi storici del Novecento, in particolare la prima e la seconda guerra mondiale, ala luce del dialogo ininterrotto con la madre. E, nelle lettere di Tonio alla madre, Romana Petri riesce a scandagliare non solo l’animo di Saint-Exupéry, ma quello degli stessi lettori, riflettendo sul valore e sul significato della vita, dell’amore, dell’amicizia e della morte con una semplicità e immediatezza sorprendenti, pura lirica in prosa.
L’amore per i propri simili
Ne emerge l’affresco di un personaggio unico e straordinario, uno scrittore-aviatore che solo in volo riesce a vivere e scrivere, a sognare e amare, ad essere coerente; mentre quando si trova a terra, fra gli uomini e le donne del suo tempo, è spesso malinconico, fuori luogo, assente. Ciò non vuole dire che Saint-Ex non ami la vita e i suoi piaceri, le relazioni sentimentali — si sposerà una sola volta, con Consuelo, giovane donna conosciuta a Buenos Aires e sposata nell’arco di un breve periodo, ma riuscirà ad amarla e, in un certo senso, a esserle fedele soltanto standole lontano e amando altre donne, in grado di suscitare in lui passioni altrettanto forti e brucianti —, ma Saint-Ex ama anche gli amici e, in generale, il genere umano. La chiave di volta del romanzo, ciò che lo rende un vero cameo, un gioiello di rara bellezza, consiste infatti nel restituire dello scrittore francese un’immagine senza dubbio articolata e complessa, la cui cifra distintiva resta, in ogni caso, l’amore per i propri simili, la volontà di cercare a ogni costo di compiere per gli altri gesti utili e solidali, solo così si può (forse) comprendere la sua sparizione in volo sul Mediterraneo nel 1944 e la sua ricerca spasmodica di una rosa da accudire e di una volpe da addomesticare.
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