Precursore del genere fantapolitico, Pierre Mac Orlan lascia il segno con un romanzo che è anche venato di satira, farsa e parodia. Ne “La condottiera Elsa” immagina l’assalto dell’Armata Rossa e dell’esercito cinese, guidati da una giovane donna ebrea, al cuore dell’Europa…
Spartani, austeri nell’abito. Spesso caleidoscopici e visionari nell’anima. Sono così i libri delle edizioni Settecolori e non fa eccezione un singolare, leggendario volume, ripescato a più di cent’anni dalla sua prima pubblicazione. L’ha scritto l’eccentrico e bohemien (anche ambiguo nei confronti dei regimi fascisti) Pierre Mac Orlan, amato da Celine. Uno scrittore super prolifico, ma non molto tradotto in Italia, dove in precedenza l’hanno proposto due delle più caratterizzate case editrici, come Adelphi e Sellerio. Non meno caratterizzata la Settecolori, che propone un titolo affascinante come La condottiera Elsa (188 pagine, 22 euro), con dotta postfazione di Stenio Solinas, anima della brillante sigla che sta raccogliendo l’eredità di quella fondata da Pino Grillo.
Risiko letterario
Un avventuriero della letteratura, con un passato da illustratore, e una gran passione per la fotografia, e con addosso ferite e medaglie della Grande Guerra. Ecco chi è Pierre Mac Orlan. Poi, particolare non secondario, è anche un grande scrittore, che aggredisce la pagina con la sua prosa ed è capace di travolgere il lettore. Un po’ come l’omonima protagonista de La condottiera Elsa, alla guida di truppe russe si insinua nel cuore dell’Europa, temeraria e invincibile. La bella e bionda Elsa, idolo dei militari che comanda, trionfa e conquista, insinuandosi prima in Germania e in Francia. In questo risiko letterario Mac Orlan immagina che la comandante amazzone sia alla guida dell’Armata Rossa, che ha al suo fianco l’esercito cinese. Roba da fare strabuzzare gli occhi ai politologi che negli ultimi mesi stanno provando ad analizzare e a dare un senso agli sconvolgimenti mondiali in corso, l’Est contro l’Ovest.
Un continente in preda a modernità e decadenza
La lugubre immaginazione dell’autore francese mette in scena e in primo piano soldati pronti ad andare incontro al proprio destino, un continente in piena decadenza, l’Europa in preda della modernità e dunque in sfacelo, rimpiazzato da un futuro confuso, da conquistatori rivoluzionari – che in terra di Francia si dedicano a gozzovigliare e a far festa – guidati da una giovane donna ebrea, Elsa Grünberg, che sa essere cinica e spietata, che è marionetta ed eroina al tempo stesso. Precursore del genere fantapolitico, con un romanzo che è anche venato di satira, farsa e parodia, Pierre Mac Orlan lascia il segno con un’opera che non assomiglia a nessuna, almeno fra quelle dei suoi contemporanei.
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