Un romanzo godibilissimo, una finestra sul mondo che verrà. Una storia che oscilla fra umano e divino, intrecciando esoterismo e tradizioni siciliane. Con “La Rosa Bianca dell’Apocalisse” Giovanni Villino ha scritto un libro popolare e colto, ambientato in una Palermo del 2042 funestata da disastri naturali. Protagonista? Un piccolo quaderno che non deve finire nelle mani sbagliate…
Nella ressa dei debuttanti che sgomitano per raccontarsi, per scrivere delle proprie vite pensando che possano interessare a qualcuno, merita un plauso chi batte altre vie, chi sceglie modi diversi per provare a comprendere il mondo, che è uno degli scopi neanche troppo nascosti della letteratura. È il caso di Giovanni Villino, giornalista televisivo e curioso osservatore dei nuovi media, nato a Palermo, e che nella sua città, immaginata fra circa vent’anni, ambienta un’affascinante distopia, che si nutre fantasia sfrenata, tradizioni siciliane, esoterismo e un protagonista, il sessantacinquenne Mario, che il lettore conosce nel giorno che gli cambierà la vita, quando ritrova un piccolo quaderno dell’amica Laura, un oggetto che per nessuna ragione deve finire nelle mani sbagliate. La rosa bianca dell’apocalisse (212 pagine, 9,90 euro) è il titolo del romanzo di Giovanni Villino, disponibile qui.
Disastri e macerie
Si tratta di un libro, quello di Giovanni Villino, che sa essere sia popolare che colto, in cui ogni capitolo è introdotto da un esergo biblico, e in cui il mondo così come lo conosciamo non esiste più. Il pianeta ha fatto i conti con disastri in serie, soprattutto naturali, terremoti e tempeste solari. Tra allegorie, simboli e riferimenti esoterici l’autore apre il sipario su quel che resta di una città (ruderi e macerie di edifici crollati), su alcune comunità di superstiti che fanno riferimento ad altrettante zone urbane.
Luce e buio, cielo e terra
Il risultato finale è godibilissimo – la copertina bella da vedere e calzante con il contenuto, col compimento di tutto – specie se si guarda a questo romanzo come a una finestra sul futuro non così lontano. Chi legge La Rosa Bianca dell’Apocalisse non può non guardare al domani con occhi diversi e e si guarda dentro, iniziando un percorso. Agnizioni, flashback, rivelazioni, virus letali che si diffondono, una pletora di personaggi, ciascuno significativo, la macchina narrativa del romanzo di Villino si ispira a quella dei libri che tengono maggiormente compagnia e che intrigano. Le riflessioni, però, si spingono oltre, stazionando costantemente fra luce e buio, cielo e terra, umano e divino. Un libro sorprendente, che si staglia oltre il già letto e già scritto.