La Grande Guerra vista dal basso della trincea, una scrittura semplice e lirica quella di Nordio Zorzenon, autore di “Milite ignoto”. La struggente vicenda di un ragazzo investito dalla Storia, che non fa domande e si arrende al destino…
La guerra non era una maledizione del cielo, era roba di quaggiù.
Baionette e cannoni, trincee e pidocchi, cecchini e cadaveri in putrefazione, fango e topi, arti amputati e temperature sotto zero. È la Grande Guerra vista dal basso – un’epica spicciola, minuscola, marginale, ma tremendamente onesta e sincera, spogliata di qualsiasi retorica – il primo conflitto mondiale raccontato in modo semplice e lirico in un libretto pubblicato da una casa editrice raffinata e scritto da un autore appartato e certamente non avvezzo a certe ribalte e paillettes letterarie. Nordio Zorzenon, monfalconese, ha lavorato per quarant’anni nell’industria cantieristica. Negli ultimi anni ha “sposato” Abbot edizioni, che ha prima rilanciato La tuta gialla, probabilmente il suo libro più famoso, uscito in prima edizione nel 1971, per i tipi di Mursia, e che ha successivamente pubblicato Milite ignoto (115 pagine, 11 euro), libro dannatamente attuale.
Ragazzi ignari
La tuta gialla era il frutto di una stagione precisa, colto maturo magari, un po’ più in là nei tempi, ma comunque nel solco della letteratura industriale, con la scalata sociale – nel secondo dopoguerra – di un operaio in primo piano, una promozione che ne mette in crisi la rete di relazioni umane e di solidarietà in ambito lavorativo: vengono meno le amicizie di un tempo (alcune nate in guerra o tra le file della Resistenza), ma non va meglio con i dirigenti del cantiere. Sandro, l’ex operaio, l’ex tuta blu, finirà per essere una specie di “apolide”, che a nessuno e a niente appartiene. Ne Il milite ignoto le lancette del tempo vanno indietro, fino alla prima guerra mondiale. La vicenda è struggente, la Storia prende di petto il destino di un ragazzo, Valentino – cresciuto nella casa di tolleranza dove la madre esercitava – ignaro come moltissimi commilitoni, delle dinamiche e delle logiche che trascinarono l’Europa in guerra fra il 1915 e il 1918. A quasi nessuno di loro importa d’essere coraggioso o valoroso. Poco interessa a loro, impantanati nella trincea, di dare retta alla «litania» di un capitano:
Voi siete gli eroi dell’Ermada. La sacra patria che voi difendete dal feroce nemico, vi sarà riconoscente nei secoli dei secoli.
Una piccola deviazione
Quelli come Valentino non fanno domande, accettano il destino, si adeguano e obbediscono. La cartolina da soldato lo spedisce ai confini con l’Austria, per unirsi al regio esercito. Resistono, arrancano, patiscono, quelli come lui. Si fanno forza, pensando a casa, alla madre, a Teresa, ragazza dagli occhi trasparenti che gli ha rapito il cuore. È sufficiente, però, una piccola deviazione rispetto all’ordinario, assaporare l’impercettibile sapore del dissenso e della disobbedienza, per determinare un brusco capovolgimento del destino. Accade a Valentino e i claustrofobici capitoli conclusivi del romanzo sapiente e prezioso di Nordio Zorzenon