Sandro Frizziero è un autore con cui fare i conti per comprendere l’oggi. Nel suo romanzo “Il bene che ti voglio” emergono l’Italia delle periferie, la meschinità di certe province, una società degradata e malconcia. E un uomo comunissimo a confronto con le donne della sua vita: la nonna che l’ha cresciuto, la moglie e l’apparenza di una famiglia perbene, l’amante procace e appassionata…
Se non ti riesce, o non ti riesce del tutto, di allevarli in casa, accogli fra le tue braccia quelli che sono sbocciati altrove; prendili sotto le tue ali protettive e prova a fargli spiccare il volo. Una specie di adagio che spiega come negli ultimi anni, specie per la narrativa italiana, Mondadori abbia deciso di pescare a piene mani fra i più promettenti autori di casa nostra, che sia sono messi in luce con un’altra… casacca. Una “campagna acquisti” che ha portato a Segrate un finalista da premio Strega come Jonathan Bazzi, da Fandango, Valentina d’Urbano e Lavinia Petti da Longanesi, Mattia Insolia (ne abbiamo scritto qui) da Ponte alle Grazie, Cristian Mannu da Giunti, e che comprende anche il nome del veneto Sandro Frizziero, lanciato da Fazi, e giunto col romanzo Sommersione (ne abbiamo scritto qui) secondo al premio Campiello 2022, alle spalle di Remo Rapino.
Una scrittura che osa
Frizziero, terzo romanzo a nemmeno quarant’anni, ha scritto un libro per palati raffinati: Il bene che ti voglio (220 pagine, 18,50 euro). Una scrittura che non ha paura di osare, una lingua cruda, spesso prosaica, ma che sa anche essere poetica, una narrazione non lineare ma che cattura. La splendida copertina (eh, sì, ogni tanto bisogna guardare anche la copertina, il biglietto da visita che cattura l’occhio in libreria…) si materializza in qualche modo poco dopo la metà del libro, in queste righe:
Alessio guarda nonna Armida perduta nella stanza buia dell’estremo albergo, Villa della Pace. Il bambolotto le è caduto dalle mani, sta a faccia in giù, sul pavimento freddo. Le si avvicina per prenderglielo.
La nonna, la moglie e l’amante
Nonna Armida, un tempo alle dipendenze di una contessa, adesso relegata in una casa di riposo e più che lambita dalla demenza, è una delle tre donne della vita di Alessio Gorgosalice, everyman, assicuratore con villetta a schiera, vita apparentemente super regolare, sullo sfondo della “Padania” delle piccole e medie imprese, in particolare del Polesine, «sede naturale di outlet e di trattorie, di rimesse agricole…». La nonna l’ha cresciuto dopo la morte dei genitori a causa di un incidente. Alessio è sposato con Isabella Frison, ingegnere, donna in carriera, abbastanza fissata con i cibi sani, donna cerebrale, razionale, che pensa che l’amore «è una questione di percentuale».
Macché cuore! Il cuore è un alibi, Alessio. Non bisogna proprio seguirlo, il cuore. Io preferisco affidarmi al cervello, che ci porta a sbagliare in modo meno scontato e meno stupido.
La terza donna è Barbara, l’ex amante di Alessio, siciliana, procace, insegnante; laurea magistrale in Filologia Moderna, conseguita a Palermo, casa vicino al Giardino Inglese. A lei, appassionata e capace di ascoltarlo e comprenderlo davvero, si rivolge idealmente.
Barbara, sei stata la mia compagna di vita, quasi quanto Isabella, anzi direi molto di più di Isabella. E non sai come sia difficile vivere mentre si ha un pensiero fisso, un unico pensiero fisso, che non si esaurisce nemmeno nelle circostanze più gravi o più belle. Vivere con te in background toglie l’aria; sei una specie di fiume di lava che scorre sotterraneo, carsico, e poi esplode, erutta come l’Etna, lancia lapilli ardenti verso il cielo e le stelle.
La nonna è il simbolo della felicità del passato, la moglie è la concretezza, il pragmatismo, le apparenze di una famiglia perbene, l’amante è la fantasia e la spudoratezza, lo sbandamento dall’ordinario.
Pensieri a zig-zag
È un romanzo, quello di Sandro Frizziero, di voci e trasalimenti, di piani narrativi intersecati nella stessa pagina, di ricordi e riflessioni, di dialoghi verosimili ma immaginari, di squarci onirici, di sogni inquieti. Aspettative e delusioni, presente e passato s’affastellano nella mente e si sovrappongono nelle parole di Alessio: i suoi pensieri a zig-zag vengono “sbobinati” e messi in pagina da Frizziero. Emerge l’Italia delle periferie, la meschinità di certe province, una società degradata e malconcia, un capitalismo senza freni, un individualismo esagerato. Una fotografia amara del nostro presente, una prova d’autore che non si può sottovalutare. Frizziero è un autore con cui fare i conti, per comprendere l’oggi.
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