Dopo la scomparsa di Christian Bobin torna in libreria uno dei suoi più vecchi e amati libri, “Mille candele danzanti”, una raccolta di nove non racconti, in cui si fanno i conti, poeticamente, con le cose della vita: la stanchezza e il tempo che passa, solitudine e spensieratezza, scrittura e lettura…
Pochi giorni dopo la scomparsa di Christian Bobin è tornato in libreria un suo volumetto prezioso, a distanza di circa quindici anni dalla prima edizione italiana. Eugenio Borgna che lo introduce, scrive di Mille candele danzanti (80 pagine, 12 euro), questo il titolo del libro pubblicato da AnimaMundi e tradotto da Sara Saorin, intessendo parole chiave per lo scrittore francese: grazia, letizia, leggerezza, gentilezza. Doti rare, quasi introvabili nel nostro presente, eppure che galleggiano in tutte le opere di Bobin. Chi, grossolanamente, associa la miscela di prosa e poesia che costituisce la scrittura di Bobin al buonismo o a sentenze consolatorie, deraglia in modo vistoso dalla vera essenza delle sue piccole e intense opere.
Lèggere come amare
La narrazione, come spesso capita nei libri di Christian Bobin, è sopravanzata da riflessione e contemplazione. La lettura dei nove non racconti di questa raccolta consente di mettere in pausa la nostra esistenza, e al tempo stesso di riscoprirsi più vivi: un tessuto di parole ed emozioni, spesso nascoste, che ci chiama a fare i conti con le cose della vita, con i piccoli e grandi momenti delle nostre giornate, la stanchezza e il tempo che passa, solitudine e spensieratezza, gli obiettivi raggiunti, i sogni sfioriti, scrittura e lettura, leggere è quasi un filo conduttore, sebbene non totalizzante in questo volume di Christian Bobin.
Vai di libro in libro, di accampamento in accampamento. È senza fine, la lettura. È come l’amore, è come la speranza, è senza speranza.
Oppure:
Si legge come si ama, si entra nella lettura come ci si innamora: con speranza, con impazienza.
Frastornare con carezze
La lentezza, la ricerca di conforto, l’essenzialità, l’autenticità. Questo libro, la cui prima edizione in francese risale a più di trent’anni fa, non è mai passato di moda. È la dimostrazione che l’opera di Christian Bobin è più viva che mai. Riesce a frastornare con carezze, ad attutire i rumori indesiderati. Stupirsi, lasciarsi rapire, quando si legge questo autore, è un’antica abitudine che non smette di ripetersi. Continuare a tenere i suoi libri accanto a noi è un modo di perpetrare bellezza, di illuminarsi nei momenti di impasse.
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