Francesco Scrima, per amore la vita cambia direzione

Flashback, analessi e uno stile fluido caratterizzano “Oscuro o lieto”, romanzo di Francesco Scrima. La vita del quarantenne Vito incrocia una viola tatuata sul braccio di una cameriera: è l’inizio di una storia in cui i due personaggi scopriranno la propria identità e nulla sarà più come prima

Oscuro o lieto (394 pagine, 18 euro) è il titolo carico di valenza semantica, attraverso il quale Francesco Scrima sintetizza le complesse e variegate vicende che narra nel suo romanzo pubblicato da Mohicani edizioni. La festa dei quarant’anni del protagonista, Vito Giacalone e una viola tatuata sul braccio di una cameriera segnano l’incipit di una storia complessa che progressivamente poi si dipana ed è ovvio che tale poliedricità genera la necessità narrativa di flashback che chiariscono gli eventi non solo ai lettori, ma agli stessi personaggi  coprotagonisti, quali Viola e Valeria, moglie di Vito, che pur in posizione marginale, è tuttavia presente nella narrazione.

Scissione tra vita e forma

Vito ormai da tempo, guardava tutto dall’esterno, così non solo aveva abbandonato la sua attività di scrittore, ma anche soprattutto «… se stesso, le proprie parole, i movimenti, a volte perfino i pensieri” (pag.14), così durante i festeggiamenti “… incassava, rispondeva a tutti, scherzava o restava serio…, e intanto era certo di essere rimasto al tavolo …  a godersi quel giro di giostra fatto da un altro se stesso come un’inevitabile via crucis” (pag.15). Insomma vive appieno la pirandelliana scissione tra forma e vita ed in quel momento era la forma a prevalere, ma quella viola tatuata sul braccio della cameriera, lo avrebbe progressivamente portato a ricominciare a vivere e ad abbandonare la maschera che ne fa un personaggio che si guarda vivere .                              

Un filo d’Arianna

La pluralità e complessità degli eventi narrati, che trovano progressivamente attraverso le frequenti analessi il loro scioglimento e la loro comprensione, disorientano talvolta il lettore che tuttavia, indotto dalla curiosità, agogna sapere come si scioglieranno le fila di quell’intreccio e prosegue nella lettura, favorito anche dalla fluidità dello stile. La progressiva conoscenza della vita di Vito e Viola, soprattutto attraverso i diari della zia Giulia che rappresentano il vero ”filo di Arianna” che li porta alla scoperta della loro identità, consentono alla suddetta coppia di proiettarsi nel loro futuro: oscuro, a causa di risorgenti fantasmi del passato, o lieto se proiettato in un domani in cui l’amore vincerà ed opererà nel loro quotidiano vivere ed agire. Vincerà l’amore e per amore e con amore la vita cambia direzione.                                                        

La V simbolo di vita

Rilevante è la fatale coincidenza  che molti dei personaggi che vivono l’amore ed agiscono per amore hanno il nome che comincia con la lettera V, compresa la bimba di Viola che si chiama Vanessa. Un caso o una ricercata coincidenza? Forse è valida la seconda ipotesi, considerato che il grafema ricorda un vaso: il calice che accoglie il sangue della vita, Il Graal delle tradizioni celtiche, poi cristianizzate, insomma la V diventa simbolo di vita che accoglie in sé e dà amore.

 

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