Calandrone: “Due madri, raccontate con sobrietà ed emozione”

“Adesso sono più serena, credo di aver saldato il debito che avevo con tutte e due le mie madri”. Videointervista alla poetessa Maria Grazia Calandrone, autrice negli ultimi due anni di due romanzi rivelazione, ha presentato il suo più recente, “Dove non mi hai portata” a Palermo 

“Spero di aver assolto il mio debito nei confronti di entrambe le mie madri. Andavano raccontate, queste due esistenze, adesso mi sento più serena, mi sembra di aver fatto il mio dovere”. Parola di Maria Grazia Calandrone, che ha presentato a Palermo, allo Spazio Cultura della libreria Macaione, il suo più recente romanzo, Dove non mi hai portata (pubblicato da Einaudi, ne abbiamo scritto qui); un libro che conclude un dittico materno iniziato con Splendi come vita (edito da Neri Pozza). Due opere in cui ha raccontate due figure femminili molto diverse (la madre naturale Lucia, e quella adottiva Consolazione), ma accomunate dal coraggio e dalla libertà. “Cose che – osserva Maria Grazia Calandrone – spero di avere ereditato da entrambe. Senza dimenticare che ci sono stati anche i miei padri… Sono storie che appartengono alla mia vita da sempre. Mi sembra di aver trovato un modo sobrio per raccontarle, senza trascurare la parte emotiva”.

Con questo suo doppio contributo in prosa, tra il 2022 e il 2023, si infoltiscono le file dei poeti italiani che negli ultimi anni hanno scritto romanzi. Non una moda effimera, ma probabilmente una tendenza da non trascurare. “Magari – osserva Calandrone – possono contribuire con un po’ d’aria nuova. Non che i prosatori non l’abbiano, ma certamente i poeti vivono un’attenzione alla lingua compulsiva, malata e in generale la poesia regala una dose di libertà maggiore”.

Ecco la videointervista completa, in cui la scrittrice romana anticipa anche quello a cui sta lavorando.

Buona visione e buon ascolto (al netto delle imprecisioni tecniche, dell’audio non perfetto e dell’audio ambiente che non è stato possibile placare più di tanto…)

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