Donaera onirico e lirico, la notte dell’amore impossibile

Un racconto breve di Andrea Donaera, “La notte delle ricostruzioni”, scritto con la voce dei primi due romanzi. Narrato in seconda persona, apre uno squarcio sulla vita di un reietto recluso in un appartamento e sui ricordi che lo conducono ai traumi familiari, all’adolescenza sbandata, a un sentimento mai sbocciato. Un viaggio nella psiche e nel dolore

Chi conosce la “voce” del salentino Andrea Donaera e ha letto i suoi primi due romanzi per NN – Io sono la bestia e Lei che non tocca mai terra – non sarà per nulla spiazzato dal suo terzo passo nel mondo della letteratura, un racconto. Primo volume della casa editrice Tetra (abbiamo scritto qui di quello di Emanuela Canepa e qui di quello di Paolo Zardi), La notte della ricostruzioni (78 pagine, 4 euro) si fonda su uno sguardo onirico e su un linguaggio poetico; del resto i versi sono i primi approcci all’universo letterario per Donaera e anche i prossimi passi, con la pubblicazione, per la casa editrice Le Lettere, della silloge Le estreme conseguenze, con prefazione di Omar Di Monopoli.

In seconda persona

Scritto, narrato in seconda persona, La notte delle ricostruzioni di Donaera intreccia l’abiezione di una vita abulica, traumi familiari che affondano nel passato e un’adolescenza sbandata, di sbornie e amori impossibili (su tutti quello del protagonista per una ragazza, F.). L’ansia e l’angoscia che questo breve racconto può trasmettere sono un tutt’uno con una scrittura speciale (che non esita a proporre i due punti in serie…), col dolore impresso sulla pelle del protagonista che ricorda tutti nel corso di una notte, ricostruisce persone e azioni di cui è intessuta la propria esistenza.

Sei inaccessibile, adesso. Sei come un personaggio di Perec. Ma tu non dormi. Tu resti sveglio e ricordi e metti in fila – ci provi – tutto, ricostruisci tutto ciò che è distrutto.

Arriva una notizia

I pensieri fluiscono sulla pagina e pian piano emerge la storia di un reietto, recluso in un appartamento, svuotato dalla solitudine e dalle vite che non ha vissuto, che non dorme e non si lava, che fa i conti con se stesso, specie dopo l’arrivo di una notizia che non può lasciarlo indifferente e lo riporta al suo luogo d’origine. È un viaggio nella psiche, con un aspetto che emerge su tutti, un sentimento impossibile, spezzato, perduto.

«Questo innamoramento, è durato tanto, è stato un apprendistato, ho imparato a vivere adiacente all’amore, non dentro, nell’amore, non so se mi spiego».
«Non ti capisco mai quando parli»
«Lo so».
«E allora che cazzo amavi di me?, come potevi amare una che non ti capisce quando parli?».
«È sempre stato quello che ho cercato: non essere capito, ma essere ammirato».
«Che tristezza».
«Hai ragione».

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