In “Paolo e Francesca. Romanzo di un amore” Matteo Strukul riprende i protagonisti del V canto dell’Inferno dantesco. Una riscrittura articolata, suggestiva e capace di stupire. Il Medioevo fra avventure e amore turbolenti, con grande attenzione per il dettaglio…
Tutti conosciamo o comunque abbiamo sentito parlare della storia d’amore di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, avvenuta fra le torri e i castelli dell’Italia medievale e poi ripresa da Dante nel canto V dell’inferno. L’autore di Paolo e Francesca. Romanzo di un amore (edizione Nord-Sud, 268 pagine, 9,90 euro), Matteo Strukul, ha voluto riprendere questa bellissima vicenda d’amore e farne una riscrittura veramente molto articolata, suggestiva e capace di stupirti sempre, che ti immerge totalmente negli stati d’animo dei personaggi, rendendoti senz’altro partecipe delle loro vicende. Troviamo bellissime similitudini («ma il mio ventre è vuoto e io mi sento come un campo martellato dalla grandine: sterile e privo di frutti») e figure retoriche, ma soprattutto latinismi e grecismi, come ad esempio scriptorium e athanatoi.
Come la prima volta
Certamente tutti sappiamo già come va a finire la storia di questi due amanti; ma è come se questo libro ti spingesse a mettere da parte ciò che già conosci per percorrere, pian piano, ogni parola o frase, come se questa storia ci venisse narrata per la prima volta. Ogni episodio è una sorpresa e la narrazione non mostra alcuna fretta: tutto viene narrato con una grande attenzione ai fatti e ai dettagli, che riprendono anche le caratteristiche della letteratura provenzale e cavalleresca (come la citazione di Tristano e Isotta o l’appellativo madonna rivolto alle signore); Paolo e Francesca, infatti, si innamorano proprio grazie agli sguardi e ai saluti che si scambiano, i quali contraddistinguono proprio questi generi letterari che l’autore riprende perfettamente.
I personaggi principali della storia e del libro che la racconta, sono ovviamente Paolo e Francesca, ma sono presenti anche dei personaggi secondari molto interessanti, certamente da non sottovalutare: Cornelia e Giovanni Malatesta sono solo due di loro, ma per ora concentriamoci sui protagonisti.
In ossequio ai doveri…
Francesca è sublime, sensuale, caparbia: una vera donna dell’epoca eppure così moderna, una femminista ante litteram, potrebbe dire qualcuno, ma anche obbediente ai suoi doveri di donna… fino a un certo punto! Gestisce con molta determinazione, sebbene giovanissima, un matrimonio combinato per ragioni sociali ed economiche con Giovanni Malatesta. Riesce, con un’immensa forza d’animo, ad affrontare la perdita di un figlio di cui porta il rimorso per molto tempo: la responsabilità di un erede maschio gravava sempre e comunque solo sulla donna! Il suo senso di colpa diminuirà, se non addirittura sarà eliminato, dalla nascita della figlia Concordia e, allo stesso tempo, dall’amore per Paolo, che si consumava in maniera segreta, lontano da tutto e da tutti.
Paolo era sposato, anch’egli per doveri di titolo, con Beatrice di Ghiaggiolo; ma l’incontro con Francesca segna in maniera indelebile il suo cuore, provocando dentro di lui un piacere ma anche una condanna che, pur volendo, non riuscirà ad estirpare. Il loro è un amore impossibile che, però, riesce a risanare le ferite di ognuno e che, in quegli attimi di piacere, dona al loro corpo e alla loro mente la forza di lottare per questo amore.
L’amica e il combattente
Un altro dei personaggi femminili più importanti è Cornelia: migliore amica e prima damigella di Francesca. Seguendo Francesca a Rimini dopo il matrimonio, rappresenta per l’amica una vera àncora di salvezza quando il mondo sembra crollarle sulle spalle. Non si abbandoneranno mai, neppure quando una delle due rischierà la propria vita per l’altra: la loro amicizia non è fondata su invidia o cattiveria ma su principî onesti e saldi, che la rendono una delle poche ad essere d’esempio nel mondo moderno.
Giovanni Malatesta, marito di Francesca e fratello di Paolo, è fisicamente brutto e deforme ma con un animo gentile. Il suo aspetto non lo abbatte ma, anzi, lo rafforza facendolo diventare uno dei combattenti più sanguinari e temuti. Grazie proprio alla sua vittoria contro i Traversari riesce ad avere in sposa Francesca, con cui alterna momenti di passione a momenti di incomprensione. Non è cattivo, ha sempre amato Francesca o almeno ci ha provato, pur non riuscendoci sempre; ma ha cercato di fare del suo meglio nonostante il carattere freddo e ostile, anche quando i suoi doveri, molte volte, glielo impedivano. Strukul ci descrive un personaggio bisognoso d’essere amato e compreso; Francesca non ci riesce, per quanto anche lei ci provi. Ma questa possibilità è meravigliosamente offerta al lettore!
Lasciatevi appassionare
Bellissima storia, struggente e passionale al punto giusto, senza inutili appesantimenti emotivi.
Anche qui Francesca è come se mi rispecchiasse, vista l’età di entrambe e la stessa voglia di essere indipendente dal mondo: aveva sedici anni – proprio come me! – era una donna ormai!… era stanca di essere trattata come una ragazzina. Questo romanzo mi ha regalato spunti per riflettere su me stessa e sul mondo medioevale che sempre mi affascina, con le sue avventure e i suoi inquieti e turbolenti amori… Insomma, lasciatevi appassionare! Anche a costo di tignere il mondo di sanguigno!
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