Tante letture consigliate per le imminenti festività natalizie e non solo. Da qualche anno, noi di LuciaLibri, abbiamo la buona abitudine di indicare un libro desiderato ciascuno e uno amato tanto da… regalarlo. Qui c’è quello che avevamo scritto nel 2021, nel 2020 e nel 2019. Per il 2022 proposte per ogni palato, buona lettura
Gardam e Cohen
Il libro che sicuramente regalerò questo Natale è Figlio dell’Impero Britannico (Sellerio) di Jane Gardam. Un bel romanzo “all’antica”, come mi piace definirlo, perché adatto a tutti. Un racconto di formazione in stile vittoriano, scorrevole e mai noioso, che alterna storia e biografia, commozione e sense of humor, introspezione e avventura. Sullo sfondo il declino di un impero e il tramonto di un’epoca.
Quello che invece mi piacerebbe trovare sotto l’albero è I Netanyhau (Codice) di Joshua Cohen (Premio Pulitzer 2022) perché gli ebrei non sono solo quelli dell’Olocausto. (Paola Ardizzone, qui tutti i suoi articoli)
Frassineti e Cavazzoni
Fra i libri che vorrei ricevere questo Natale metterei Misteri dei ministeri di Augusto Frassineti, fino a poco tempo fa introvabile (il volume è del 1973), rimesso meritoriamente in circolazione da Einaudi praticamente in concomitanza con la classica letterina a Babbo Natale, chissà che Einaudi o Babbo Natale in persona non abbiano delle doti telepatiche, per cui va a finire che il regalo me lo faccio da solo. A Frassineti va ascritta anche una vertiginosa traduzione di Gargantua e Pantagruel di Rabelais. Il grottesco e paradossale “trattato” di Frassineti si inserisce a pieno titolo nella nostra più fulgida tradizione satirica, affrontando in un accumulo di assurdo kafkiano uno dei nuclei della vita italiana: le miserie e gli splendori della burocrazia. Di più non avendolo letto (e aspettando Babbo Natale) non so dire se non rifarmi nientemeno che a una citazione di Bruno Vespa che in un recente Porta a Porta commentando le trattative allora in corso durante la formazione dell’attuale governo ebbe a concludere a proposito del ministero fantasma che avrebbe dovuto essere assegnato alla senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli: “Il ministero del mistero”.
Il libro che invece regalerei a chi mi facesse omaggio del libro di Frassineti, per una questione di reciprocità, (cosa che andrò a spiegare) sarebbe Storia naturale dei giganti di Ermanno Cavazzoni (Quodlibet). I giganti di cui ci parla Cavazzoni nella sua allegoria sono esseri fantastici ma che ci assomigliano e anche se sono creature ormai estinte da secoli mi viene da pensare che fra qualche tempo ci sarà una nuova specie che dirà le stesse cose di noi esseri umani, o forse no. E poi c’è un certo Gianluigi… un vero menagramo, per non parlare del Professor Fresco Fico, un appassionato di extraterrestri e suo strenuo sostenitore, ognuno di noi ne ha incontrato almeno uno nella sua vita, e poi a questo “trattato” (anche questo) si sovrappone una perigliosa storia d’amore (come tutte le storie d’amore), quella dell’io narrante con Monica, una controfigura aggiornata della Laura petrarchesca o della Beatrice dantesca che dir si voglia, con quel cognome poi: Guastavillani (Guasta-villani), la quale, con o senza trattino, è tutto un programma. Sulla faccenda della reciprocità: del libro che amerei ricevere (Il Ministero dei misteri di Augusto Frassineti) sono venuto a conoscenza grazie a una citazione di Giorgio Manganelli all’interno del suo volume Adelphi Il rumore sottile della prosa, il quale (Manganelli) riprende una citazione su Frassineti da parte di Ermanno Cavazzoni, ivi citato a sua volta da Manganelli, insomma, questi autori fantastici…è tutto un citarsi addosso. (Simone Bachechi, qui tutti i suoi articoli)
Butler e Fresán
Da sempre uno dei libri che regalo di più, e lo farà anche nell’imminente scorcio natalizio, è Uomini di poca fede di Nicklas Butler, edito da Marsilio. Una profondissima riflessione sull’essere genitori, uno dei libri più riusciti dello scrittore americano più onesto e disarmante. Mi piacerebbe ricevere uno dei volumi che punto da un po’, ovvero il caleidoscopico La parte inventata di Rodrigo Fresán, pubblicato da Liberaria. (Arturo Bollino, qui tutti i suoi articoli)
Travers e Gamberini
Ogni Natale ho una tradizione – un piccolo rito che serve a rassicurarmi e insieme a ricordarmi che il tempo passa, certamente, ma che nonostante tutto quello che sia successo e che succederà, alla fine potrò sempre ritrovarmi. Ogni Natale guardo alcuni film, e Mary Poppins è tra questi. Girando tra le Fiere del Libro ho trovato una piccola sorpresa che mi ha rivelato un aspetto poco conosciuto di Pamela L. Travers, autrice del meraviglioso libro da cui è tratto il film Disney. La sapienza segreta delle api (LiberLibri) è infatti una raccolta di scritti su esoterismo, mito e simbolo. Leggerlo mi ha fatto scoprire una donna acuta, autoironica (e autocritica), sagace e sapiente. Lo regalerò perché la rivelazione (in questo caso di un’inedita Travers ma anche dei suoi interessi) sia anche svelamento di verità nascoste, altissime e sottili.
A proposito di mondi sottili, entità e luce – tutti elementi che trovo anche profondamente natalizi – faccio appello a chi mi ama perché mi regali Infinito Moonlit (NN) di Sara Gamberini, una scrittrice che negli anni ha pubblicato dei libri che sono diventati molto preziosi per me, perché hanno seminato piccoli importantissimi semi riguardanti soprattutto il modo di guardare la vita e le cose che ci succedono: il punto di vista, la lente (da utilizzare o da togliere, alla bisogna) per attraversare la nostra esistenza. (Giuditta Busà, qui tutti i suoi articoli)
Grossman e Ivetic
Johnson e Tron
Cosa desidererei sotto l’albero. Ho letto che a breve la biblioteca di Umberto Eco, quella del suo studio milanese affacciata sul Castello Sforzesco, sarà trasferita a Bologna. Non potrò mai visitarla per come è ora, ma so che se ne parla in Una stanza tutta per sé, un recente volume di Alex Johnson per Ippocampo che ha per sottotitolo Dove scrivono gli scrittori. Un libro di luoghi, luoghi dove i libri sono nati, sono stati pensati, immaginati, elaborati. Naturalmente il riferimento è il celebre titolo di Virginia Woolf, altra protagonista di questo volume che si prospetta davvero affascinante con i sui riferimenti alle biografie degli scrittori e a una sorta di interessante “turismo letterario”. Cosa regalerò L’equilibrio delle lucciole, di Valeria Tron (Salani) è forse il più bel romanzo letto nel 2022. Un concentrato di umanità dentro una storia che ha per filo conduttore il tema della cura. Cura di sè, cura delle piccole cose che vanno sparendo, cura degli anziani, della loro memoria che è il lascito alla nostra generazione. Una lettura emozionante, delicata, perfetta per l’inverno visto che si apre con il gelo, la neve e una calda stufa in un paesino di montagna tra le cui case, desolate, risuonano le parole di un dialetto antico, la lingua di una “casa” con cui riscoprire i legami profondi. (Alessandra Chiappori, qui tutti i suoi articoli)
Giordano e Shipstead
Il profumo della libertà (Mondadori) di Giovanna Giordano è stato il gran ritorno di una scrittrice troppo a lungo trascurata, ma che in gioventù aveva dato alle stampe più di un’opera notevole. Lo regalerò. Ciò che invece mi piacerebbe ricevere in regalo – l’appello è di dominio pubblico – è il romanzo di una scrittrice americana che sembra promettere molto, Il grande cerchio di Maggie Shipstead, pubblicato da Rizzoli (ne abbiamo parlato qui). (Giosuè Colomba, qui tutti i suoi articoli)
Kalamujic e Dentello
Vorrei ricevere Chiamatemi Esteban di Lejla Kalamujic (Nutrimenti): un romanzo (o una serie di racconti legati tra loro) che racconta la guerra in Jugoslavia da una prospettiva intima e originale, attraverso la perdita prematura della madre dell’io narrante, di cui sono rimasti solo alcuni oggetti. Sulla stessa scia Regalerò Tuamore di Crocifisso Dentello (La nave di Teseo): una storia d’amore intensa, di quell’amore che si percepisce immediatamente e alla cui perdita non ci abitua mai. L’amore di un figlio per la madre. Un memoir commovente, dolce e amaro, che entra dentro, cattura l’anima, e che attraverso il tempo e i ricordi, ci porta dal profondo Sud alla Brianza. (Giovanni Di Marco, qui tutti i suoi articoli)
Keegan e Updike
Cari tutti, se, per Natale, potessi regalare un libro al mondo intero, credo che quel libro sarebbe Piccole cose da nulla (Einaudi) di Claire Keegan, un racconto lungo e luminoso per la grazia con cui sa trattare una quotidianità malinconica e spietata nell’Irlanda di metà anni Ottanta.
Altrettanto mi piacerebbe trovare sotto l’albero la quadrilogia di John Updike su “Coniglio” Armstrong che, dopo anni di fuori catalogo, torna in libreria nella splendida edizione Einaudi. (Sara Galletti Manfroni, qui tutti i suoi articoli)
Lispector e Saramago
In un regalo sincero c’è anche una parte di noi, soprattutto a Natale. Quest’anno ho deciso che regalerò Vicino al cuore selvaggio (Adelphi) di Clarice Lispector, e non importa se mi ripeterò donando un libro della mia scrittrice preferita di sempre perché questa storia di formazione contiene momenti di verità che ci rivelano una consapevolezza oggi sempre più rara: quella di essere vivi, di esistere e non semplicemente di vivere, quella che ci spinge a chiederci chi siamo stati e chi siamo ora, per comprenderci nel presente in cui siamo.
Mi piacerebbe ricevere in regalo Lezioni italiane (La Nuova Frontiera), una raccolta di conferenze di José Saramago tenute in Italia, pubblicato in occasione del centenario della nascita che è stato celebrato proprio quest’anno, il 16 novembre scorso, e spero si rivelerà un’ottima occasione per ritornare al pensiero di uno dei più grandi scrittori del Novecento. (Silvia Gasparoni, qui tutti i suoi articoli)
Ginzburg e Joyce
Per questo Natale ho le idee chiare circa il libro che vorrei trovare ai piedi dell’albero (uno dei tanti a dire il vero) è Le piccole virtù di Natalia Ginzburg. Per quel racconto/saggio intitolato Il mio mestiere in cui la grande scrittrice ci dice cosa sia la scrittura per lei. Cosa voglia dire scrivere, perché sento la scrittura tanto vicina al sentirsi rappresentati davvero da qualcosa. Perché quando, con fatica, scrivi una riga che poi sai parlerà al lettore nel modo più autentico e diretto ti senti meglio, anche se svuotato da una fatica enorme. Perché è un libriccino che cerco da molto tempo e averlo in dono mi farebbe pensare che aveva una strada precisa per arrivare a me.
Cosa vorrei regalare? Anche qui c’è già un’idea precisa: Ulisse di James Joyce, nell’edizione Mattioli 1885.
È l’avventura di lettura più bella che abbia mai fatto nella mia vita di lettrice. E che si possa fare nella vita! Un libro che regala un caleidoscopico piacere di scoprire quanto vasta può essere la scrittura, lo stile. Quanto possa essere sacrificio, ricerca, ma anche divertimento. Insomma, mi piacerebbe regalare la gioia di lettura senza la paura che il libro in se ancora incute in tutti noi lettori, perché si abbandonino alla sua lettura e vi trovino la sfida con se stessi e con l’autore vincendola!
Per il resto, auguri di buone letture qualunque esse siano. I libri sono avventure certe!” (Paola Giorgia, qui tutti i suoi articoli)
Souleimane e Sciascia
Vorrei ricevere L’ultimo siriano di Omar Youssef Souleimane (e/o 2021, trad. di Alberto Bracci Testasecca), storia di quattro ragazzi costretti a fare i conti con l’irrompere violento della guerra in Siria, conflitto civile dimenticato.
Regalerei molto volentieri Todo modo di Leonardo Sciascia (Adelphi), un romanzo sull’untuosità del potere che ha caratterizzato molte stagioni politiche italiane e che a distanza di quasi cinque decadi è più attuale che mai. (Maria Grazia La Malfa, qui tutti i suoi articoli)
Fishman e Frost
Scabroso, raffinato, sorprendente. Da regalare e lo regalerò: Servirsi di Lillian Fishman è stata una delle più lieti sorprese del catalogo e/o. Vorrei sapere se, per motivi diversi, potrei considerare altrettanto sorprendenti i versi di Robert Frost, tradotti da Silvia Bre e pubblicati da Adelphi, nel volume Fuoco e ghiaccio. Per saperlo, qualcuno dovrebbe regalarmelo… (Giovanni Leti, qui tutti i suoi articoli)
Zambra e Groff
Il regalo che non mi spiacerebbe è Poeta cileno di Alejandro Zambra, il più recente romanzo di uno degli scrittori di riferimento della scena latinoamericana contemporanea, pubblicato da Sellerio un anno e mezzo fa. Un libro che regalerò è Matrix di Lauren Groff, tradotto da Tommaso Pincio, edito da Bompiani. Lo sappiamo in pochi intimi, ma è semplicemente il miglior libro in traduzione pubblicato nel corso del 2022, dunque non lo vedrete tappezzare certe pagine Instagram: una vicenda ambientata nel dodicesimo secolo, tra le mura di un convento, costruito al centro di un labirinto, cova la vita, né più né meno che fuori. Una storia tutta al femminile, con una protagonista che si ribella a un destino meno che secondario e costruisce una storia di successo… (Salvatore Lo Iacono, qui tutti i suoi articoli)
Dagerman e Zola
Il libro che vorrei ricevere è Breve è la vita di tutto quel che arde (Iperborea) di Stig Dagerman, perché ogni parola scritta da Dagerman è preziosa e mai superflua, tanto più se in versi.
Regalerò Germinale (Feltrinelli) di Èmile Zola, un romanzo che mostra come un fallimento può trasformarsi, contro ogni aspettativa, in un momento di fioritura. (Paola Lorenzini, qui tutti i suoi articoli)
Santarelli e Fazzi/Tilotta
Il libro che regalerei è Karibu di Cristina Fazzi e Lidia Tilotta, edizioni Infinito. Trattasi della narrazione di un’esperienza di vita ancora in atto vissuta da una missionaria nello Zambia, dove malattie, ignoranza e miseria continuano a dominare incontrastate. A lettura ultimata, si è indotti a riflettere sull’opportunità di trovare un nuovo modello sociale, capace di trovare un adeguato equilibrio tra le esigenze di realizzazione individuale e l’interesse e la solidarietà collettivi. (Francesca Luzzio, qui tutti i suoi articoli)
Frugoni e Gualtieri
Nel 2010 Chiara Frugoni ha pubblicato, per Einaudi, un libro intitolato Francesco e l’invenzione delle stimmate. Una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto, che oggi è introvabile. Sarebbe uno straordinario dono di Natale. Perchè Chiara Frugoni anche in questo libro mette in pratica la sua grandissima capacità di leggere, attraverso le immagini, il respiro della cultura, il movimento delle idee. A lei dobbiamo pagine fra le più attente e lucide sulle figure di San Francesco e Santa Chiara, che ha studiato, compreso, riportati alla loro originalità ed essenzialità proprio perchè ha saputo guardarli con gli occhi del loro tempo, non contaminata dalle sovrastrutture e dalle deformazioni moderne.
Regalare poesia, è sempre un segno di attenzione, di affetto, perchè la poesia è la parola che si fa cura, e della parola si prende cura. Quindi, la poesia fa bene al mondo, fa bene a tutti. Mariangela Gualtieri, Quando non morivo (Einaudi), è il libro che regalerei, perchè Mariangela Gualtieri è una delle più grandi poete italiane viventi, perchè in questo libro declina ogni espressione alla prima persona plurale, un noi che riesce a racchiudere l’autrice ma anche i lettori, e poi le creature dell’universo, tutte. «Dunque si può. Dire mi dispiace/ dire perdonate e ottenere perdono,/ subito. Essere del tutto ripuliti./ Nuovi. Si può. Allora perdonate». (Mauro Mangano, qui tutti i suoi articoli)
Lagerlöf e Jackson
«E a Babbo Natale, invece, cosa chiedi?». Ora, che per questioni climatiche si è alleggerito nell’outfit, mi verrebbe da proporgli una lunga lista di desiderata. Ma mi sa che i tempi sono duri per tutti, e anche il portafoglio (suo e mio) ha cambiato taglia. Allora vado sul sicuro e segnalo Un giorno come un altro, ultima raccolta di racconti di Shirley Jackson in uscita per Adelphi. «Insomma, un “comfort book”?». Direi piuttosto un “health book”! Dall’autrice di quel piccolo capolavoro del terrore che è La Lotteria, mi aspetto brividi «progressivi e sommessi»: troppa melassa, soprattutto a Natale, alza la glicemia! (Chiara Mazzariol, qui tutti i suoi articoli)
Griffi e Morganti
Nessuna esitazione, quest’anno, circa i libri da suggerire a Babbo Natale, sia quello da recapitare agli amici a mio nome, sia l’altro che, invece, desidererei trovare sotto l’albero per me.
Il primo è Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi, Laurana editore. Un viaggio lungo, certo, ma confortevole e soprattutto piacevolissimo. Ogni capitolo un’avventura e una suggestione diversa. Un romanzo che procede sul duplice binario del lirismo e dell’ironia senza mai cadere nel tragico e nel grottesco. Un capolavoro assoluto. Vera rivelazione del 2022.
Abuso, riguardo al secondo, della bontà di Babbo Natale. Gli chiedo, infatti, un intero cofanetto composto da ben 5 volumi, per un totale di 250 racconti, 2000 pagine, 2 milioni di battute. L’oggetto dei miei folli desideri è l’Atlante della fine del mondo di Davide Morganti, Marotta&CafieroEditori. Morganti è uno scrittore di razza. Sono estremamente curiosa di scoprire come abbia sviluppato questo ambizioso progetto. Casimiro Boboski, l’unico protagonista, vaga per il mondo e ad ogni dogana paga dazio raccontando una storia. Una per ciascun paese del mondo, riconosciuto e no, che visita. Un’ impresa da vero emulo di Babbo Natale. (Antonietta Molvetti, qui tutti i suoi articoli)
Ernaux e Navarro
Il libro che, invece, vorrei tanto regalare “a profusione” è Kintsukuroi: L’arte giapponese di curare le ferite dell’anima di Tomas Navarro, edito da Giunti: una piccola coccola, una delicata carezza per chi scarterà il regalo e troverà un aiuto per alleviare e alleggerire il peso dell’anima. (Arcangela Saverino, qui tutti i suoi articoli)
Calaciura e Coe
Vorrei che mi regalassero Bournville (Feltrinelli) di Jonathan Coe. Perché è il mio scrittore preferito e perché pochi, come lui, seppur con un registro ed in un’epoca diversi, sanno raccontare di quella parte di società che si sente franare la terra sotto i piedi, arranca ogni giorno sempre di più e – come si dice adesso ? – ah, sì, non fa tendenza. (Camillo Scaduto, qui tutti i suoi articoli)