Videointervista al palermitano Angelo Di Liberto, a partire dal suo più recente lavoro, “Lea”, racconto per l’infanzia che, attraverso l’amicizia tra un bimbo e una cagnolina, permette di guardare il mondo con occhi diversi e costruisce un inno alla vita e all’amore
Dopo un fortunato debutto, affidato inizialmente alla raffinata e defunta casa editrice palermitana Due Punti, poi rilanciato alla grande da Mondadori come Il bambino Giovanni Falcone, e dopo un pregevolissimo romanzo, arguto, colto, evocativo, Confessione di un amore ambiguo, per Centauria, Angelo Di Liberto torna con penna felice alla letteratura per ragazzi. Coadiuvato dalle illustrazioni di Cecco Mariniello, per i tipi di Gallucci editore, ha scritto e pubblicato Lea (176 pagine, 12,50 euro). Un racconto che l’autore palermitano – adesso al lavoro sul suo secondo romanzo per adulti – affronta con piena consapevolezza dei propri mezzi espressivi, dando vita a una storia che permette di guardare il mondo con occhi diversi, una vicenda che, nella sua apparente semplicità, indica una strada lastricata di amicizia, inclusività e civiltà.
Se in precedenza, con Confessioni di un amore ambiguo, Di Liberto aveva regalato un thriller esistenziale di un certo spessore psicologico, con Lea ci porta altrove, su territori forse non ancora esplorati abbastanza, specie da un testo che sa parlare ai più giovani. Cosa narra la vicenda? È lo stesso Di Liberto a svelarlo, in questa videointervista. «È un rapporto di amicizia meraviglioso – sottolinea – tra un bambino all’interno dello spettro autistico e, per l’appunto Lea, che è la protagonista, una cagnolina disfunzionale…». La diversità come unicità è il nocciolo del plot. «Ciascuno di noi è diverso a suo modo – osserva – ha un potenziale, aspirazioni, carismi, doni da far venire fuori. Lea lo fa a suo modo…». Ne vien fuori un sincero e potente inno all’amicizia, alla vita e all’inclusività.
Qui la videointervista completa, buona visione.
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