Marco Zuccari conclude un dittico con “Come un servo infedele. La seconda generazione”: un racconto davvero corale, in cui è protagonista la storia italiana, dall’avvento del fascismo fino agli anni Settanta, non semplice sfondo alle vicende della famiglia Succhiero di Domodossola…
La narrazione di ampio respiro, il passo ottocentesco, l’architettura audace, il culto di certi dettagli e la moltitudine dei personaggi, tutto potrebbe lasciare intendere, all’apparenza, che si sta leggendo un’opera magari di scarsa fortuna o misconosciuta fin dal diciannovesimo secolo. E, invece, Come un servo infedele. La seconda generazione (450 pagine, 18 euro) – che dopo tre anni è prosecuzione e compimento di un primo volume, intitolato semplicemente Come un servo infedele – scritto da Marco Zuccari, pubblicato da Intrecci edizioni, è come una cover di romanzoni che andavano per la maggiore un paio di secoli fa. Incarna lo spirito dei tempi in cui è ambientato e porta via con sé il lettore.
Dagli anni tumultuosi a quelli mesti
Per Zuccari la scrittura è un secondo mestiere dopo una vita spesa a fare tutt’altro. Una passione e vocazione tardive, ma che hanno regalato frutti saporiti, personaggi credibili, probabilmente ispirati alla vita vera, e una prosa robusta che scorre nella sua semplicità ed efficacia. Dall’avvento del fascismo fino agli anni Settanta, le vicende della famiglia Succhiero – Domodossola il centro nevralgico – sono rivoli di storie, di vittorie e sconfitte, chiamate alle armi, cerimonie e incidenti, amori e fallimenti, errori e gioie. Dalle lotte fra repubblichini e fascisti ai mesti anni della vecchiaia, dove si spengono esistenze e forse speranze di aver vissuto qualcosa che valesse la pena, l’autore si destreggia con naturalezza, senza mai sembrare una fatica la costruzione di una pagina dopo l’altra.
La storia fra sensibilità e attenzione
Zuccari colpisce per affabulazione e perché davvero mette in scena un romanzo corale, in cui ogni personaggio è utile, ma nessuno indispensabile. Se proprio bisogna individuare un centro nevralgico del romanzo è la storia italiana, con tutti i suoi movimenti tellurici e con le sue contraddizioni ideologiche, a fare la parte del leone. Una lezione di storia in forma narrativa, impartita con sensibilità e attenzione.
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Ringrazio con gioia per l’intelligente e acuto commento al mio libro. Sono lusingato e fiero per le parole espresse da Colomba che colgono appieno il senso del libro, come io ho voluto esprimerlo.
mille grazie per l’attenzione
C’e’ Tolstoi, c’e’ Dostoevskij, c’e’ Manzoni e poi…… c’e’ Marco Zuccari.
Quindi sono solo quarto?
😀 😀 😀