Pirandello? Nelle novelle era anche un cronista senza tabù

Narratore di storie di denuncia, crude, sguardo parecchio anticlericale e… femminista. È un Pirandello poco conosciuto quello delle diciassette novelle raccolte nel volume “La notte nuda”, curato da Raffaele Messina. Dai preti pedofili alle famiglie in dissoluzione, all’eredità perduta del Risorgimento, storie violente e perturbanti che sembrano arrivare dal… futuro

Come tutti o tanti autori immortali anche Luigi Pirandello da Girgenti, Nobel per la letteratura, e celebre e cerebrale rivoluzionario del teatro mondiale, non si può incasellare, delimitare in luoghi comuni, iscrivere necessariamente a un “club” piuttosto che a un altro. Gli scrittori che restano scolpiti nella storia della letteratura non hanno una sola dimensione, sono tridimensionale, anzi multidimensionali. Tutto ciò che abbiamo imparato sul genio nato in contrada Caos resta d’attualità, ci mancherebbe, ma fra le pieghe della sua opera ci sono aspetti che non sono mai stati valorizzati abbastanza, come si era già visto con la pubblicazione dei Racconti erotici (ne abbiamo scritto qui). La nuova frontiera da scoprire è uno sguardo sociale e civile, che magari poco si sposa con l’umorismo, il relativismo, le maschere e l’incomunicabilità. Ma che c’è. Una bella pubblicazione dell’editore Marlin, affidata alla curatela di Raffaele Messina, docente di stanza a Napoli, ma di origini siciliane, riassume bene e mette assieme alcuni episodi del Pirandello “cronista”, narratore di storie di denuncia, senza tabù, parecchio anticlericale e… femminista.

Ruvida realtà, niente filosofia

A chi ben conosce il corpus delle novelle pirandelliane, migliaia e migliaia di pagine, agli studiosi più scafati e attenti questo aspetto del drammaturgo e romanziere siciliano non è certamente passato inosservato. Adesso però anche il lettore comune può prenderne coscienza, togliere idealmente la polvere da un Pirandello a cui non era facile accedere. Basta leggere le diciassette novelle riunite da Raffaele Messina (autore anche dell’introduzione) sotto il titolo La notte nuda. Le novelle dello scandalo (293 pagine, 16 euro) per fare i conti con un Pirandello diverso dall’immagine che lo ha imposto a livello internazionale. Alcuni dei temi di questi racconti sembrano piombare sulle pagine direttamente dalla nostra attualità, ma le novelle furono scritte in ben altro contesto temporale e… culturale. Alcune di queste “incursioni” pirandelliane furono a un passo dal finire nell’indice dei Libri proibiti. Sono racconti più che mai violenti e perturbanti quelle raccolte in questo volume, tra usurai, stupratori, mafiosi. Non c’è spazio per le crisi di identità e le riflessioni prettamente filosofica delle opere maggiori di Pirandello, scorrono in queste pagine suore missionarie violentate e incinte (Ignare) e preti pedofili (Alla zappa!) – raccontati già a inizio Novecento, tema tutt’altro che recente, ma secolare – famiglie in dissoluzione (L’uomo solo, su un figlio di genitori separati), la “piaga” del matrimonio riparatore (Scialle nero)

The dark side of the moon

Sono pagine super contemporanee, quelle di Pirandello, tra sofferenza e ingiustizie, che non possono passare sotto silenzio. Ci sono novelle di grande lucidità e immenso coraggio, come quella (L’altro figlio) in cui lo scrittore viviseziona l’eredità perduta del Risorgimento e non esita a mettere in piazza, e a puntare il dito contro, le richieste di pizzo da parte di un criminale ai danni del padre di Pirandello. È tutto trasfigurato letterariamente, ma non per questo meno efficace. The dark side of the moon è servito. Come tutti i grandi scrittori anche Pirandello ha aspetti più nascosti e meno evidenti, che meritano la stessa attenzione dei capisaldi. La notte nuda, in tal senso, è uno strumento efficacissimo.

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