Torna in libreria Pier Paolo Giannubilo, il suo nuovo romanzo “Incendio sul mare” è una conferma – con prosa solida, al tempo stesso raffinata e scientifica – delle vette toccate con “Il risolutore”. Storia e geografia delle isole Tremiti si prendono la scena nella vicenda di un ormai ex esperto di cybersicurezza che torna nei luoghi di infanzia. I conti col passato, però, non sono chiusi…
Chi qualche anno fa ha letto Il risolutore di Pier Paolo Giannubilo – “solo” nella dozzina del premio Strega, meritava quantomeno di arrivare in fondo – sa di che scrittore parliamo e con quale abilità, in quel romanzo, ha maneggiato una non fiction rocambolesca e incandescente. Quel volume è stato una rivelazione, ma non un’improvvisazione, nel senso che Giannubilo prima di trovare una certa meritata ribalta ha fatto gavetta con libri affidati a piccoli editori indipendenti. Adesso che l’autore, poco più che cinquantenne e insegnante a Campobasso, ci riprova con un nuovo congegno romanzesco, Incendio sul mare (392 pagine, 20 euro), edito da Rizzoli come Il risolutore, l’effetto sorpresa è evaporato. Ma è la conferma che conta ed è arrivata pienamente. Giannubilo, dal mio piccolo punto di osservazione, è diventato una certezza. In questo suo nuovo romanzo, a un certo punto, si legge: «Le nostre certezze granitiche ridotte a un cumulo di polvere fumante…». Non è il caso della sua prosa avvolgente e del torrenziale affastellarsi di avvenimenti, misteri, colpe e sentimenti.
Un buen retiro non scontato…
Con le licenze romanzesche che a un vero narratore spettano di diritto, Giannubilo ha coltivato questa storia dal titolo ossimorico e ha affidato una delle parti da protagonista a un spazio forse non abbastanza “famoso” nell’immaginario collettivo, le isole Tremiti, con le loro bellezze e i loro miti, in un andirivieni temporale che, grazie ad alcuni flashback, conducono dagli ottomani ai Borbone, dai miti greci al periodo fascista (questo arcipelago pugliese era destinato al confino degli omosessuali). Una terra in cui la bellezza sfolgorante dei luoghi e il carico della Storia che su di essi si è di volta in volta abbattuto si equivalgono. Attraverso il più classico dei ritorni nel luogo dell’origine – nel caso specifico tocca a Riccardo Manes, ricco abbastanza da tornare da Londra alla base, con la compagna Jasmin, dopo una carriera pionieristica, fra rischi e trappole, di esperto di sicurezza su Internet all’estero, di consulente nella lotta al crimine, e ai massimi livelli – il lettore si ritrova al centro di un incanto e di un idillio personale che lentamente si sgretola. La pace paradisiaca che ha in mente Riccardo Manes non è così scontata. Come neppure la realizzazione dell’ennesimo progetto che ha in mente, la riqualificazione ambientale della terra d’origine…
Una lingua cangiante
La prosa di Giannubilo è di quelle che non danno tregua, solida, immarcescibile: che dia conto dei conti non ancora chiusi del protagonista con il passato (anche con Alex, fratello adottivo), che faccia immergere gli occhi nelle bellezze naturalistiche delle Tremiti, che catapulti Riccardo nell’isola di San Domino come acquirente della villa studio di Lucio Dalla (dove il cantautore bolognese compose, fra gli altri brani, anche Com’è profondo il mare), e che lo immerga in malintesi, bugie, gelosie (la bellezza esotica di Jasmin non lascia indifferente nessuno…), segreti e conflitti. C’è empatia nei confronti di chi legge, divorare i capitoli non è difficile, si assaggia volentieri una lingua cangiante, ma in modo efficace, che sa essere raffinata e scientifica, esatta e in qualche modo barocca. Chi vuole accostarsi a Incendio sul mare di Pier Paolo Giannolo ne tenga conto. Come spesso accade, è lo stile in un libro, a fare la differenza.
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