Un viaggio di cinque giovani musicisti e del loro maestro dalla Sicilia a Riga, per una premiazione e un’esibizione. Un’occasione per insegnare e imparare al di là della musica, cose come l’amicizia e la consapevolezza. “Quintetto d’estate” di Giuseppe Raudino, siciliano trapiantato in Olanda, è un bel romanzo di formazione e avventura
Quintetto d’estate (224 pagine, 15 euro) di Giuseppe Raudino, pubblicato da Ianieri, è un romanzo di formazione e nello stesso tempo di avventura: due generi sapientemente amalgamati dal narratore che in posizione eterodiegetica, s’immerge nell’animo e nella mente di cinque ragazzi, appena diplomati al conservatorio Santa Lucia di Siracusa e che, insieme con il loro insegnante, affrontano un lungo viaggio in camper per recarsi a Riga, dove, in occasione della cerimonia di premiazione del maestro, si dovranno esibire.
Amori, divagazioni e flashback
Il lungo viaggio, la convivenza diventano un’avventura e fra l’altro consentono a Stefano e ad Ileana di riallacciare il loro rapporto, a Fabrizio e Martina di vedere fiorire fra loro un intenso amore; a Calliroe d’infatuarsi del suo maestro che, profondamente immerso nel suo ruolo, ovviamente non le corrisponde e continua ad impartire le sue lezioni non solo musicali, ma anche e soprattutto di vita. Tale specificità dell’opera di Raudino (siciliano di Siracusa che vive e insegna da tempo nei Paesi Bassi) consente divagazioni che fanno sì che fabula ed intreccio non coincidano e il narratore interrompa la successione degli avvenimenti per dare spazio soprattutto alla voce del maestro che racconta avvenimenti in precedenza vissuti e propone spesso, come si è già accennato, principi etico-morali. Così i flashback s’inseriscono appieno nell’ambito della finalità educativa che il maestro cerca di conseguire.
Insegnamenti evangelici
L’opera è divisa in sezioni e presenta come epigrafi, nelle prime due citazioni ovidiane tratte dalle Metamorfosi e dall’Alcyone di D’Annunzio in cui sono ravvisabili significativi echi ovidiani, nella terza ed ultima un brano estratto dalla lettera ai Romani di Paolo di Tarso. Le suddette epigrafi si collegano alla deontologia espressa nel romanzo, che al di là della corporeità che può essere foriera di attrazioni e dell’insorgere di sentimenti, vede negl’insegnamenti che il maestro progressivamente in relazione alle circostanze, elargisce, come fossero insegnamenti evangelici, una luce abbagliante che trova nella musica, nell’amicizia e soprattutto nella consapevolezza delle proprie competenze, la propria origine:
Vorrei che vi arrivasse questo insegnamento: non temete mai di osare troppo, credete nelle vostre qualità, siate onesti con voi stessi e, se vi piacete, se credete di essere preparati, se avete la coscienza a posto perché avete studiato con intensità e profitto, allora osate e aspirate a vette altissime.
Una storia per giovani
Ma se gl’insegnamenti del maestro tendono all’affiatamento, alla convergenza e all’armonica confluenza musicale, ciò non esclude che solo attraverso la solitaria confidenza con lo strumento e il brano da suonare si può conseguire quella solare consonanza a cui il maestro aspira; inoltre i moniti del maestro derivano anche dalla sua stessa esperienza di vita vissuta che progressivamente emerge nel raccontarsi per insegnare. Lo stile semplice e fluido che favorisce l’approccio ad una lettura continuativa e gratificante, insieme al suo contenuto che lo rende un romanzo particolarmente idoneo agli adolescenti e in genere ai giovani, consente di includere Giuseppe Raudino, tra i maggiori scrittori che hanno affrontato la trattazione dei suddetti generi letterari.
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