I cambiamenti climatici e certe coste che cedono al mare negli Stati Uniti, nel nuovo romanzo di Lorenza Pieri, “Erosione”, come metafora delle vite di Bruno, Anna e Geoff, fratelli, e nipoti di Joe Amenta, emigrato siciliano. Venduta la villa di famiglia, ci tornano un ultima volta, rievocano il passato a partire da alcuni oggetti, e fanno i conti con se stessi
Viveva negli Stati Uniti e scriveva del proprio Paese, in un paio di formidabili romanzi (qui un articolo sul secondo, Il giardino dei mostri). Adesso che è tornata in Italia, Lorenza Pieri pubblica la sua storia “americana”, sebbene tecnicamente sia stata scritta durante il primo lockdown. Uno dei fili rossi dei suoi libri è la fedeltà alla casa editrice e/o, che scommette anche su questo suo terzo titolo, Erosione (156 pagine, 16 euro). Titolo di immensa attualità. Basta guardarsi attorno, concentrarsi sulle proprie vite, sulle case che abitiamo, sui fantasmi con cui facciamo i conti. C’entrano naturalmente le metamorfosi climatiche che stanno spazzando le stagioni come le conoscevamo solo qualche decennio fa. Ma ad affascinare Lorenza Pieri, e a scandire il dipanare dei tre lunghi capitoli che compongono il suo romanzo, è l’inesorabile sparire del tempo, il lento dissolvimento dei legami familiari, di ciò che è effimero, perfino della memoria, dei ricordi sbrindellati dal vento e dalla malattia, specie quelli di Margaret, madre alle prese con l’Alzheimer, madre dei tre protagonisti, i fratelli Bruno, Anna e Geoff (gli ultimi, rispettivamente, crescono ognuno un figlio da solo), che sintetizza sé e i fratelli.
…il fallito, l’evaporata, il buon cattivo. Certo, a pensarci bene mica siamo poi così lontani da Gesù, messi tutti e tre insieme, uni e trini.
Traslocare corpo e anima
Come la loro autrice i tre fratelli devono traslocare corpo e anima, andar via da un lembo di costa atlantica nel Maryland. Lasciano la vecchia casa acquistata dal nonno, Giovanni Amenta detto Joe, emigrato dalla Sicilia, una villa sul mare che sono riusciti a vendere, nonostante le onde la stiano inghiottendo, un luogo dove hanno trascorso pezzi di vita indimenticabili, ma non più solido come prima. Ognuno dei fratelli la racconta dal proprio punto di vista, dunque con sfumature diverse, con sguardi tutt’altro che uguali. Si danno appuntamento per una giornata di trasloco, per radunare qualche oggetto (cimeli o roba da niente) da portar via in una scatola, oggetti che raccontano epoche trascorse e una famiglia, rievocano tutto, Bruno, Anna e Geoff e finiscono, ineluttabilmente, per trarre bilanci…
Ormai
Da leggere, questo romanzo di Lorenza Pieri, non se cercate una storia tradizionale con una trama definita e consequenziale, ma se amate che si scavi dento emozioni e sentimenti dei personaggi, italoamericani di terza generazione. L’autrice restituisce tre vite con grande empatia, ma allo stesso tempo con onestà, senza edulcorarli. Le sue anime alla deriva sono figlie del nostro tempo, fanno i conti con la nostalgia che è come la ruggine, con un futuro tutto da immaginare prima ancora che da vivere, sconfitti dall’amore, che per loro è miraggio, quando non inganno. Siamo un po’ tutti loro, sull’orlo di un promontorio, col guaio di inabissarci, di farci inghiottire, se non dal mare, dai cattivi pensieri, dalle difficoltà. Non più rassicurati e avvolti dal passato, ma spinti verso il domani, con pochissime certezze. Una è l’intraducibile (in inglese) «Ormai», mantra del nonno, quando non c’era più niente da fare, quando si materializzava qualcosa di irreparabile.
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