Un torto che ha origini passionali, da una parte gli italiani e dall’altra gli irlandesi, che tra pistole e droghe si contendono un territorio. “Città in fiamme” di Don Winslow è il primo romanzo di una trilogia che promette di catturare i lettori. Un copione che si ripete, nonostante la storia interessante, ma forse è ciò che Winslow vuole…
Pistole fumanti. Traffici di droga. Conversazioni ruvide. Tutto l’armamentario di Don Winslow ritorna nel suo ultimo libro, Città in fiamme (398 pagine, 22 euro), edito da Harper Collins nella traduzione di Alfredo Colitto, il primo di una trilogia che promette di tenere incollati i lettori ad una nuova ed epica storia. Se poi ci riuscirà, questo è un altro discorso.
Due gang rivali
Il registro tematico e linguistico dello scrittore statunitense si ritrova intonso anche in questa opera. Per gli affezionati del genere, dunque, una piacevole conferma. Ancora una volta, infatti, il game è giocato da due gang rivali – gli italiani e gli irlandesi – costretti a mettere mano alla fondina per ripianare un torto che ha origini passionali, proprio come nell’Iliade. I Moretti e i Murphy si scontrano a suon di pallottole a Providence, in Rhode Island, per il controllo di un territorio che sta cambiando sotto i loro occhi, giorno dopo giorno. Tanti i personaggi di queste pagine, non sempre facili da ricordare: tra tutti Danny Ryan, un irish man chiamato a decisioni molto più grandi di lui.
Lo stesso sapore
La storia è interessante, anche se alla lunga il sapore è sempre lo stesso. Si ha quasi l’impressione di assistere ad un usato sicuro che appassiona proprio perché non cambia mai. Diventa allora difficile eccellere in originalità, quando il copione si ripete. Ma probabilmente è ciò che vuole Winslow, il quale rimane un grande narratore, forse un po’ sottotono in questa ultima pubblicazione.
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