Un amore impossibile, fra una giovane donna toscana, erede di una speciale tradizione, e un tenente nazista, e i sentimenti contraddittori che ne derivano, animano le pagine de “La segnatrice”, romanzo storico e d’amore di Elena Magnani, che colpisce per la lingua e per il messaggio, vedere luce dove tutti osservano buio…
Con parole e gesti donare serenità, guarire, aiutare, insomma fare del bene. Fino a qualche decennio fa, in Garfagnana, cioè in un’area della provincia di Lucca attraversata dal fiume Serchio, era numerosa la presenza di “segnatori”, che portavano avanti questa antica pratica – fare segnature – fatta di azioni e sentimenti in favore del prossimo, un dono da coltivare, fra tradizione e leggenda, tra sacro e profano, e che in misura minore rispetto al passato resiste. A queste figure si è ispirata Elena Magnani, genovese di nascita, con avi siciliani, ma da tempo adottata proprio dalla Garfagnana, per debuttare a pieno titolo in libreria, dopo alcune pubblicazioni minori. Il romanzo La segnatrice (407 pagine, 18 euro) vede la luce per i tipi di Giunti in una collana, Scrittori, che non ha frequenze frenetiche (nel 2022 sei uscite), ma uscite mai banali.
Un fratello partigiano, uno prigioniero
Ansie, silenzi e attese si susseguono lungo le pagine. Il dilemma dell’eroina del romanzo di Elena Magnani, la tenace e tormentata Anna, oscilla tra la possibilità di amare il nemico, incarnata da Matthias Von Bauer, un tenente della Wehrmacht (non avvezzo a venir meno agli ordini), e tradire la propria famiglia e i compagni della resistenza, oppure quella di provare solo a blandirlo, a mimetizzarsi come spia e passare informazioni ai partigiani. Il teatro di guerra è un paesino vicino Lucca, Piazza al Serchio, di una terra magica, la già citata Garfagnana. Il secondo conflitto mondiale volge al termine, ma non è ancora finito. C’è una guarnigione di nazisti che si installa nella casa di Anna – un fratello partigiano, Giovanni, uno prigioniero in Germania, Andrea – e c’è un amore impossibile che semina gradualmente indizi.
La sofferenza e il destino
Non compiutamente romanzo storico, non del tutto romanzo d’amore, questo ibrido di oltre quattrocento pagine – che risente della lezione dell’Ottocento per l’architettura complessiva e gli incastri narrativi – colpisce per la lingua matura e il messaggio di fondo: guarda oltre la divisa dei soldati, vede un cono di luce dove tutti vedono oscurità. Tra le pagine di Elena Magnani si avvertono angoscia e orgoglio, la sofferenza del popolo italiano nel corso dell’occupazione nazista e della Resistenza, e l’affiorare ineluttabile dei sentimenti, le contraddizioni che possono generare e il destino (o i piani di Dio, come direbbe Maria, zia di Anna) che giocoforza disegnano.
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