Melodramma e resistenza, Fasano contro dittatura e guerra

Lo spaccato sociale di un’epoca italiana e una saga storico-familiare. Ecco cosa è “La perla sublime” di Claudia Fasano, che mette a fuoco soprattutto il Ventennio dal punto di vista di una casa di tolleranza, che diventa un piccolo avamposto della lotta antifascista, tra una pletora di personaggi, un susseguirsi di incontri e addii e un ruolo centrale affidato alle donne…

Non va sprecata per La Perla sublime (290 pagine, 16 euro), ChiPiùNeArt edizioni, l’opera prima dell’autrice pisana Claudia Fasano, laureata in Discipline dello Spettacolo dal Vivo all’Università di Bologna, specializzatasi in studi sul costume teatrale e cinematografico e ora residente in Belgio, l’etichetta di “romanzo storico”. Lo sfondo del romanzo, frutto di una evidente e accurata documentazione storiografica è la nostra Italia e Bologna in particolare e i suoi dintorni lungo quasi tre quarti di secolo, quindici anni dopo l’Unità d’Italia, il racconto inizia con sullo sfondo le vicende del 1876, fino agli ultimi anni del secondo conflitto mondiale, quel 1944 con la città felsinea come molte altre martoriata dalle bombe.

Dietro le mura delle case di tolleranza

Il romanzo è diviso in quattro grandi capitoli divisi per fasci di anni, quasi proprio come un manuale di storia. Le storie, poiché diversi sono gli eventi e i personaggi che si affacciano sul palcoscenico costituiscono quindi, con tutte le licenze di una fiction narrativa, un documento storico e sociale con uno sguardo a una realtà spesso dimenticata e che parla soprattutto di donne e dei loro destini che si incrociano, in particolare quell’universo nascosto che si celava dietro le mura delle case di tolleranza durante il ventennio fascista. La storia ruota intorno alla figura di Fanny che fuggita dal Friuli sotto la spinta dell’avanzata nemica austriaca successiva alla disfatta di Caporetto, si troverà prima a Milano poi a Bologna a “esercitare”, per poter mantenere la famiglia con la madre che non riesce a sopravvivere con le lezioni di pianoforte e il fratello disoccupato. Il suo cammino incrocerà quello di Lidia, rampolla di una famiglia di ricchi possidenti, i Franci, esponenti dell’alta borghesia bolognese con il capostipite Ottavio già frequentatore dei “casotti”.

Quattro universi si incontrano

Il particolare punto di vista sulla realtà storica e politica del tempo offre scorci che altrove sarebbero negati:

Quello che non veniva scritto sui giornali o di cui di cui non si parlava per paura, veniva confessato tra una lusinga e una prodezza erotica. Nessuno sospettava di una prostituta delle più esclusive case di Bologna. Le prostitute, si diceva, avevano un intelletto ridotto, erano deboli, inferiori, alla stregua dei malati di mente.

Allo stesso tempo questo punto di vista apre un ventaglio di possibilità e di scelta inaspettati come può essere quello di un percorso di resistenza che Fanny abbraccerà e si troverà ad alimentare proprio dall’interno di Casa Irma, una delle case di tolleranza più note e lussuose di Bologna realmente esistita. Questo accade grazie alla conoscenza di Dario, un anarchico in lotta contro il regime fascista, con il quale nascerà una storia d’amore, e con uno dei suoi cugini, Gabriele, il quale invece stingerà un rapporto sentimentale con Lidia. Le vite di Lidia, Gabriele, Dario e Fanny si incrociano. Sono universi diversi, destini che si incontrano, storie di affinità. Vivo e forte è il senso di comunità e umanità che può dare la colleganza in una casa di tolleranza, con le  prime esperienze di Fanny nella casa e i suggerimenti delle compagne che in alcuni casi oggi potremmo stentare a credere come quello della spugna imbevuta di aceto da introdurre al fine di evitare gravidanze indesiderate. La casa di tolleranza diventa un piccolo avamposto della lotta antifascista negli anni del suo avvento. Dallo scambio di libri fra Dario e Fanny nella casa ai messaggi in codice scambiati nelle foto delle signorine del bordello fotografate e inviate a Parigi presso i compagni di un circolo anarchico con il quale Dario è in contatto e che progetta un attentato a Mussolini, il racconto si snoda fino alla caduta della dittatura, il 1944 del nostro paese diviso tra i boati delle bombe, gli allarmi antiaereo, con i ricordi delle voci narranti di un bombardamento su Bologna, testimonianza dell’orrore di ogni guerra.

Voci che si alternano

Le voci del racconto si alternano nei paragrafi che compongono i quattro grandi capitoli. Ci sono le voci di Lidia, studentessa universitaria, con la sua storia di amore fuggevole con Gabriele, i suoi commossi ricordi per la tragica fine di un fratello reduce dalla Grande Guerra, lei che rimane incinta, il suo matrimonio controvoglia e per censo con un ricco borghese della sua città, il suo ricovero in clinica per un esaurimento nervoso, e poi ci sono i sogni, le aspirazioni, la voglia di libertà, il senso del ricordo e il desiderio di appartenenza:

Lidia però voleva continuare a racchiudere lei Gabriele e Fanny in un guscio di segretezza, come aveva fatto da bambina nella Villetta delle Rondini come avrebbe fatto più avanti quando sentiva la delicata luminescenza dei suoi pensieri sotto la minaccia del mondo esterno.

Il romanzo di Fasano è una storia nella quale si respira anche il melodramma, una storia fatta di incontri, separazioni e nuovi incontri nel corso degli anni, con scene da Una giornata particolare di Ettore Scola. L’incontro d’amore tra i protagonisti del film, Sophia Loren e Marcello Mastroianni in una Roma deserta e ammassata ad ascoltare le folli arringhe del Duce, ricalca quello tra Lidia e Gabriele in una Bologna a metà degli anni Trenta, quando anche in quel caso Mussolini è in città, e il loro incontro dieci anni dopo la loro separazione parla del loro sentimento ancora vivo. 

La storia e le donne

Il valore “politico” della scelta di Fanny che abbandonerà la vita a Casa Irma per “reinserirsi” nella società con l’aiuto anche delle vecchie compagne, fino alla sua scelta nel finale (che non vale la pena svelare) segna il valore morale del racconto, una sorta di romanzo ottocentesco dal punto di vista stilistico, realista, con una pletora di personaggi, e una piccola saga familiare, quella dei Franci, con sullo sfondo eventi storici realmente accaduti come il delitto Matteotti del quale si colgono gli echi, il fallito attentato a Mussolini del 31 ottobre del 1926 ad opera di un quindicenne anarchico (Anteo Zamboni, poi linciato dalla folla) che verrà bloccato dal padre di Pier Paolo Pasolini, Carlo Alberto allora tenente dell’esercito e designato per l’occasione alla protezione del Duce, l’insolenza, la superbia e la trivialità delle squadracce di camice nere nelle strade di Bologna, fino alla lotta partigiana sul finire della guerra sulle colline bolognesi.

La Perla sublime è un bel romanzo che parla e enfatizza anche il ruolo delle donne nei processi storici oltre a offrire uno spaccato sociale di un‘epoca non troppo lontana nella quale le donne erano discriminate già a scuola. Il riferimento a Le Eroidi, l’opera di Ovidio che la madre regala a Lidia per il compleanno, raccolta di lettere di donne celebri dell’antichità e del mito ai loro uomini, testimonia la profonda capacità dell’autore latino nello scandagliare l’animo femminile e allo stesso tempo esprime la capacità della donna di portare alla luce tutti i suoi più oscuri e taciuti meccanismi più intimi. La perla sublime di Claudia Fasanio è un romanzo scritto da una donna per donne e uomini, sicuramente da leggere.

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