Occidente senza risposte, Houellebecq sceglie l’intimità

 

Torna lo sguardo pragmatico di Houellebecq sul mondo. In “Annientare” una storia che sembra claudicante accoglie una infinità di analisi socio-antropologiche e scientifiche. Dinnanzi a un Occidente avviato al declino solo le cose più semplici appaiono capaci di conferire un senso a tutto…

Ritorna Michel Houellebecq e lo fa con un’opera voluminosa, dal titolo secco e muscolare. Annientare (739 pagine, 23 euro) edito da La Nave di Teseo nella traduzione di Milena Zemira Ciccimarra, è un libro potenzialmente in grado di suscitare pareri contrastanti. Anzitutto la storia che, per buona parte delle sue settecentotrentanove pagine, pare claudicante e impossibilitata a prendere quota.

Il conforto delle meravigliose menzogne 

Ma poi, di quale trama stiamo davvero parlando? A dircela tutta, il lettore si trova davanti ad uno spettro ampio di sotto-storie. Dalle minacce informatiche che scuotono il governo francese, prendendo di mira persino Bruno Juge, Ministro dell’Economia e potente politico di Francia; alla malattia del padre del protagonista, Paul Raison, e alle inevitabili vicende familiari che si raccolgono intorno a questo dramma; dall’amore perduto e ritrovato tra Paul e sua moglie Prudence, sino al finale agrodolce in cui forse solo le “meravigliose menzogne”, anziché la cruda verità, possono dare sollievo e reale conforto.

Solitudine e impotenza

Come sempre, a colpire, in questo scrittore francese, non è tanto la forza del suo racconto, ma lo sguardo lucido, spietato, pragmatico che ha sulla società. Una scrittura che diventa un aggancio perfetto alle dinamiche del mondo occidentale, verso cui si concentrano una infinità di analisi socio-antropologiche e persino scientifiche, vera cifra letteraria di Houellebecq. Un profondo senso di solitudine e di impotenza prende corpo in questo romanzo: il mondo sembra regolato da logiche imperscrutabili a cui ciascuno cerca di resistere come può. Ma l’Occidente, inesorabilmente avviato al declino economico, culturale e demografico, sembra essere a corto di risposte, come pare sussurrarci lo scrittore francese. In questa visione crepuscolare e distopica, l’intimità e forse la riscoperta delle cose più semplici appaiono quegl’unici segmenti esistenziali capaci di conferire allora un senso a tutto. Prima che sia troppo tardi, prima che cali una gelida tenebra.

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