Il patriarcato scricchiola nell’Oman di Jokha Alharthi

Un secolo di storia dell’Oman, alternando le storie di personaggi contemporanei a quelle dei loro antenati, nel romanzo “Corpi celesti” di Jokha Alharthi. Spicca la forza dei personaggi femminili, un catalogo più ampio possibile dei modi di interpretare l’essere donna…

Scorre tanta vita, tra le pagine di Corpi Celesti (262 pagine, 18 euro), di Jokha Alharthi (Bompiani, traduzione di Giacomo Longhi, primo libro in arabo ad avere vinto il Man Booker International Prize nel 2019), si sprigionano profumi di incenso, suoni di cavigliere, la musica dell’Ud, strumento a corde tipico della musica araba, echeggiano riti di antiche credenze e modernissime aspirazioni di giovani che vivono in un pianeta globalizzato.

Storie e Storia

Il racconto delle vite dei tanti protagonisti si intreccia con la storia dell’Oman, la ricchezza del passato legata al traffico di armi e schiavi, le trasformazioni più recenti, il rapporto tra città e provincia, l’arrivo della tecnologia, con una naturalezza degna dei migliori romanzi. A volte la Storia entra nelle vicende dei personaggi, come accade con l’abolizione della schiavitù, decretata in Oman nel 1970, altre volte è la voce narrante che collega fatti storici ad eventi della narrazione “Il 25 settembre 1926, ‘Ankabuta detta Canna di bambù stava facendo legna nel deserto quando, senza preavviso, le iniziarono le doglie. In quel preciso momento, mentre lei dava alla luce la sua bambina e con un coltello arrugginito tagliava il cordone ombelicale che le univa, alcuni uomini riuniti a Ginevra firmavano la convenzione che aboliva la schiavitù e dichiarava reato la tratta di esseri umani”. In un altro passo, la nascita di un personaggio coincide con la firma del trattato che vieta la tratta degli schiavi, nel 1845. Alternando le storie di personaggi contemporanei a quelle dei loro antenati, l’autrice realizza un affresco limpido di più di un secolo di storia del suo paese, mostrandone il fascino tanto quanto le contraddizioni, il presente e le sue origini.

Il romanzo di Jokha Alharthi è costruito attraverso l’alternarsi di brevi quadri, ognuno dedicato ad uno dei personaggi, dai protagonisti, che tornano con più frequenza, ai personaggi secondari, che si affacciano brevemente ma non sono mai accessori, contengono tutti una necessità, come i tasselli di un puzzle, tutti ugualmente indispensabili a comporre il quadro.

Tre sorelle (e un uomo sospeso)

Al centro, di questo quadro, sono Mayya, Asma’ e Khawla, tre sorelle, diversissime l’una dall’altra, e la storia dei loro genitori, dei loro mariti. Uno di questi, ‘Abdallah, è l’unico personaggio che parla in prima persona, e confessa, così, senza incorrere nei giudizi che una prospettiva del narratore potrebbe contenere, le sue fragilità. Un uomo che vive nel punto di svolta di una società, che deve liberarsi dell’immagine che suo padre aveva proiettato su di lui, che sembra debole, alle anziane del paese, perchè asseconda la moglie, perchè non impone la logica patrarcale. E con una scelta bellissima l’autrice segue i pensieri di ‘Abdallah, per tutto il romanzo, mentre lui è in volo, sospeso fisicamente tra due mondi, come lo è nella vita, nella storia.

I ruoli della società patriarcale sono però già del tutto sovvertiti nella narrazione, nella forza che hanno i personaggi femminili, siano esse le vecchie schiave o la giovane London, che fedele al suo nome studierà in Europa, diventerà medico. Ognuna dotata di un carattere preciso, in alcuni casi un po’ troppo marcato, dall’autrice, nella volontà di offrire un catalogo più ampio possibile dei modi di interpretare il proprio essere donna, ma sempre affascinante.

Matrimonio e amore

È Asma’, la sorella che vive con la passione per i libri ma anche il desiderio di un grande amore, che si realizza nella maternità e mantiene lo sguardo lucido su di sé e sul mondo, a capire che “le persone non sono entità incomplete in cerca della loro metà mancante. Che né i corpi né le anime sono divisi in due. Che non esistono due persone che, a livello spirituale, combacino alla perfezione.”, che i veri corpi celesti, dunque, lo sono in sé e per sé. E questo pensiero svela la centralità del tema del matrimonio e dell’amore, nel romanzo, salda la riflessione sulla società e le sue determinazioni storiche con quella sui sentimenti, sulla felicità, la libertà, nella loro dimensione assoluta, universale.

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