Due personaggi femminili, l’uno l’alter ego dell’altro, una scrittrice e un suo personaggio animano le pagine di “Gli orologi nella stanza di mia madre”, esordio nel romanzo della croata Tanja Stupar Trifunovic, libro laconico, struggente, spietato. Centrale è il rapporto madre-figlia, amore controverso, non privo di difetti, ma temi altrettanto forti sono la precaria condizione femminile, a ogni latitudine, e la critica alle società patriarcali
Poetessa che ha mietuto elogi in patria e non solo, ma anche autrice di racconti brevi, Tanja Stupar Trifunovic, classe 1977, è un mondo da scoprire in Italia, dove è arrivata grazie alla tenacia e alla coerenza editoriale della casa editrice Voland e della sua responsabile Daniela Di Sora, che non hanno mai amato i terreni battuti e le scommesse da vincere facilmente, semmai i duelli nel tempo, quelli che hanno consacrato alcuni autori del catalogo Voland come imprescindibili. Chissà che non tocchi anche a questa autrice croata che vive in Bosnia Erzegovina e con il primo romanzo ha lasciato il segno, conquistando traduzioni e il Premio dell’Unione Europea per la letteratura nel 2016. Gli orologi nella stanza di mia madre (152 pagine, 15 euro) esplora, attraverso un magnetico flusso di coscienza, una relazione esemplare della letteratura di ogni tempo e luogo, quella fra madre e figlia. Nel caso specifico è la storia di un amore non impeccabile, con qualche difetto.
Dna lirico
La scrittura di questo romanzo risente molto del dna lirico dell’autrice, è una prosa che dialoga e danza con la poesia e, dunque, va sottolineato il compito non agevole di Elisa Copetti, che firma anche una nota finale illuminante per il lettore. La protagonista del libro di Tanja Stupar Trifunovic è una scrittrice (forse la stessa Trifunovic), che torna nella terra natia e che nella scrittura si rifugia e da essa si lascia avvolgere, pur non credendoci fino in fondo, cioè non attribuendole proprietà taumaturgiche o risposte definitive alle domande più complesse e universali. Parallelamente il volume ha un’altra eroina, Ana, personaggio di carta nato dalla penna della stessa scrittrice, con un esplicito riferimento ad Anna Karenina. Non è semplice captare immediatamente prospettive, voci, situazioni, ma quando chi legge nella sua testa comincia a suonare la stessa musica di chi scrive, sbrogliando certi grovigli di piani temporali, immergersi fra queste pagine è un balsamo miracoloso.
Vi piacerà se…
Gli orologi nella stanza di mia madre è un libro che fa per voi se la memoria vi sembra un prisma di mille colori, se nel caos cercate l’armonia, se nelle pieghe profonde dell’anima siete a vostro agio. Se considerate il rapporto madre-figlia un mistero da provare a comprendere e rischiarare quotidianamente. Anche dopo la morte. Se vi sembra chiaro che le società patriarcali non sono tramontate e che tante donne masticano amaro, senza poter alzare la mano, la voce. Se ritenete che la condizione femminile, la discriminazione, la diseguaglianza siano campane che continuano a suonare. Tanja Stupar Trifunovic ha scritto un’opera laconica, struggente e spietata, di cui ognuno di noi può avere bisogno.
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