“Disciplina del caos” del giornalista vicentino Alessio Mannino è un atto d’accusa e una destrutturazione progressiva del pensiero unico liberale. Riflessioni, interpretazioni, ma anche interviste ad alcuni intellettuali/battitori liberi e proposte. Perché la libertà non è fare ciò che si vuole, ma sforzarsi di prendersi cura di sé e della propria comunità…
Saggio quasi enciclopedico – per la varietà delle fonti, delle riflessioni e delle interpretazioni – che punta diritto ad un unico obiettivo: scarnificare di significato, anche ontologico, il liberalismo, attuale pietra miliare del pensiero economico, morale e culturale che anima le nostre vite. In Disciplina del caos di Alessio Mannino, edito da La Vela, si assiste ad una destrutturazione progressiva e martellante di tutto ciò che il pensiero unico liberale è riuscito ad imprimere.
Dall’economia politica alla sociologia, passando attraverso la filosofia politica e puntellando il tutto con una serie di interviste ad alcuni intellettuali/battitori liberi, il giornalista vicentino ci guida nei corti circuiti epistemologici alla base del vivere contemporaneo, dove il primato del diritto e l’affermazione dell’individualismo ipertrofico hanno ridotto “l’arena pubblica ai minimi termini, una sterile discussione su tutto e il suo contrario in cui il pover’uomo della strada, che conta come il due di picche a briscola, si surriscalda credendo che la sua voce abbia un’eco”.
Un’apparente libertà, una solitudine pervasiva, un consumismo senza freni e senza più direzione diventano i punti cardinali di una società che rifiuta ogni disciplina e si piega alle sole logiche inconsistenti e disimpegnate del dio-denaro. Lungi dall’essere un moloch filosofico puramente distruttivo, senza alcuna propositività, Disciplina del caos di Mannino sconfessa in maniera puntigliosa la degenerazione della logica nichilista, oggi trionfante uber alles, per comporre un nuovo paradigma in cui la libertà non è fare ciò che si vuole – sic et simpliciter -, ma è al contrario uno sforzo congiunturale per prendersi cura di sé e della comunità nella quale si opera.
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