Undici libri, undici autori, in ordine alfabetico, di cui abbiamo scritto o scriveremo (magari no). Non i migliori libri editi nel 2021, anno non meno complesso del 2020. Sono i libri che la nostra redazione, non al completo, ha amato di più fra quelli letti di quest’anno. Come da tradizione, per la quinta volta da quando esistiamo (qui potete leggere le liste del 2020, del 2019, del 2018 e del 2017). Ogni firma di LuciaLibri è stata invitata a indicare in ordine di preferenza tre titoli di autori italiani: non tutti l’hanno fatto e non tutti ne hanno indicati tre. Il catalogo è questo, con i più amati, quelli che sono arrivati vicini alla top11 e gli altri libri, alla spicciolata…
#Top11
“Tutto un rimbalzare di neuroni” di Vanessa Ambrosecchio (Einaudi)
“Qui nessuno dice niente” di Domenico Conoscenti (Il Palindromo)
“L’acqua del lago non è mai dolce” di Giulia Caminito (Bompiani)
“Brucia l’aria” di Omar Di Monopoli (Feltrinelli)
“Le maestose rovine di Sferopoli” di Michele Mari (Einaudi)
“Sempre tornare” di Daniele Mencarelli (Mondadori)
“Di chi è la colpa” di Alessandro Piperno (Mondadori)
“Vita mortale e immortale della bambina di Milano” di Domenico Starnone (Einaudi)
“Mastro Geppetto” di Fabio Stassi (Sellerio)
“Tre orfani” di Giorgio Vasta (Casagrande)
“I miei stupidi intenti” di Bernardo Zannoni (Sellerio)
Menzioni speciali
Altri libri
“I superflui” di Dante Arfelli (readerforblind), “Nova” di Fabio Bacà (Adelphi), “Quando tornerò” di Marco Balzano (Einaudi), “La primavera perfetta” di Enrico Brizzi (Harper Collins), “Sono cose che passano” di Pietrangelo Buttafuoco (La Nave di Teseo), “Io sono Gesù” di Giosuè Calaciura (Sellerio), “Questo immenso non sapere. Conversazioni con alberi, animali e il cuore umano” di Chandra Livia Candiani (Einaudi), “Dizionario del bibliomane” di Antonio Castronuovo (Sellerio), “Nuovissimo testamento” di Giulio Cavalli (Fandango Libri), “Loro” di Roberto Cotroneo (Neri Pozza), “Lo stadio di Wimbledon” di Daniele Del Giudice (Einaudi), “Lo scheletro rosa” di Matilde Di Franco (Nullodie), “Giuditta e il monsù” di Costanza Diquattro (Baldini+Castoldi), “Il nostro meglio” di Alessio Forgione (La Nave di Teseo), “Sangue di Giuda” di Graziano Gala (Minimum Fax), “Nina sull’argine” di Veronica Galletta (Minimum Fax), “Il giardino e la luna” di Marco Goldin (La Nave di Teseo), “La città dei vivi” di Nicola Lagioia (Einaudi), “Il quaderno di Nerina” di Jhumpa Lahiri (Guanda), “Questo giorno che incombe” di Antonella Lattanzi (Harper Collins), “La violenza del mio amore” di Dario Levantino (Fazi), “La tigre di Noto” di Simona Lo Iacono, “I demoni di Berlino” di Fabiano Massimi (Longanesi), “Ciò che il mondo separa” di Francesca Matteoni (Marcos y Marcos), “Quello che chiamiamo amore” di Loreta Minutilli (La Nave di Teseo), “Neroconfetto” di Giulia Sara Miori (Racconti), “Le ripetizioni” di Giulio Mozzi (Marsilio), “Il primo che passa” di Gianluca Nativo (Mondadori), “Dasvidania” di Nikolai Prestia (Marsilio), “Il rinnegato” di Ariel Toaff (Neri Pozza), “Liquefatto” di Hilary Tiscione (Polidoro), “Ultimo parallelo” di Filippo Tuena (Il Saggiatore), “L’anno che a Roma fu due volte Natale” di Roberto Venturini (Sem), “Marcitero” di Nino Vetri (Il Palindromo).