Una relazione spezzata da un tragico incidente è al centro de “La luce all’improvviso” di Alessia Figini, autrice che con scrittura misurata e cristallina propone un’allegoria della vita e una metamorfosi emotivo-sentimentale…
La luce all’improvviso (208 pagine, 17,90 euro) di Alessia Figini, pubblicato da Morellini, è un romanzo di notevole rilevanza etico morale, un romanzo di formazione che induce a meditare sull’inutilità dell’odio e della vendetta, poiché portano l’essere umano ad una condizione d’infelicità, di tormento interiore che non dà pace; tuttavia da questa ci si può liberare attraverso la totale donazione di sé all’altro e tale elargizione di solito la chiamiamo Amore.
Sara viene seviziata dal suo uomo e solo Daniele che si era invaghito di lei sin dall’adolescenza, riuscirà a darle il vero amore. Ma un inseguimento in macchina e il conseguente incidente causerà la morte di Sara e della bambina che porta nel suo grembo, ma psicologicamente anche di Daniele che da quel momento, agogna solo vendetta finché la scoperta della sofferenza degli altri, lo induce ad una metamorfosi emotivo-sentimentale che trasforma il buio del suo cuore in amore verso il prossimo, per chi soffre, sicché la sua oscurità interiore diviene “luce all’improvviso”, come recita il titolo del romanzo.
Un lungo flashback
La struttura dell’opera di Alessia Figini è particolare perché dopo il prologo iniziale si offre al lettore un lungo flashback in cui viene raccontata tutta la vicenda, finché poi viene ripreso lo stesso prologo nell’ultimo capitolo, titolato ”Quella maledetta sera”, generando una sorta di circolarità della dimensione temporale e di giustificazione narrativa non solo della volontà omicida del protagonista, ma anche della sua rinascita interiore che determina nell’epilogo una continuità tra passato e presente: l’amore vissuto nei confronti di Sara e della nascitura rinascerà e si riverserà adesso verso la piccola Eleonora e sua madre.
Circolarità strutturale e semantica
Non è un caso che nella stanzetta della bimba, appeso alla parete c’è il quadro con l’immagine del Piccolo Principe trascinato verso il cielo da uno stormo di uccelli selvatici, quella stessa raffigurazione che Sara aveva scelto per la cameretta della” loro “bambina” (Epilogo, pag. 285). Per Daniele è Sara che gli ha inviato questa donna e questa bimba d’amare e per cui vivere: sono il loro alter ego. Per concludere la circolarità strutturale è anche semantica, perché solo la rinascita dell’amore riesce ad annullare il desiderio di vendetta che abbrutiva l’animo del protagonista, il quale da narratore omodiegetico espone analiticamente emozioni, sentimenti, immaginazioni da lui vissuti sia nei momenti felici, sia nei momenti in cui odio e rancore abbrutivano la sua vita. Insomma Alessia Figini con una scrittura pulita, misurata e cristallina, riesce a proporre un’allegoria della vita quale vorremmo che fosse, ma quale spesso non è, se non trova nell’amore la sua forza propulsiva.
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