Uno stupendo romanzo corale dal ritmo forsennato? Basta leggere “La danza del bifolco” di Fiston Mwanza Mujila: il Congo degli anni Ottanta e Novanta e la complessa eredità postcoloniale, fra povertà e colpi di stato, con gli occhi puntati su un gruppo di ragazzi di strada…
Se volete leggere uno stupendo romanzo corale dal ritmo forsennato, con il secondo del congolese Fiston Mwanza Mujila andrete sul sicuro. Mujila, classe 1981, vive in Austria ma ha l’Africa nella testa e nei polpastrelli e sa riversarla sulle pagine con una scioltezza e una disinvoltura narrativa invidiabili. I debiti musicali col jazz sudafricano e la rumba zairese, che l’autore confessa nella nota finale, si riescono a immaginare, anche senza avere confidenza con questi generi. Potrà immaginarli chi ha letto il suo precedente romanzo, quello del debutto, il pirotecnico Tram 83, che in comune con il nuovo titolo ha la traduttrice, Camilla Diez, e la raffinata casa editrice che lo pubblica, Nottetempo.
Giovani, diamanti e uno strano scrittore…
In questo nuovo La danza del bifolco (319 pagine, 18 euro), Mujila mette a fuoco un gruppo di ragazzi di strada che si muovono – fumando colla e vivendo d’espedienti, facendo bene attenzione a bande rivali, ai servizi segreti, a donne che hanno fama di essere streghe – in un Paese caotico come il Congo degli anni Ottanta e Novanta, tra spaventose condizioni di lavoro e di vita, in balia di colpi di stato (al termine del regime di Mobutu, che aveva ribattezzato Zaire il Paese) e di una complessa eredità postcoloniale, alle prese con la corsa ai diamanti, specie nel vicino vagheggiato Angola. La prosa di Mujila si srotola freneticamente, felicemente, si ammanta di colori, di musica, di vita, anche nei momenti più impensati e inaspettati. Lo scrittore moltiplica storie, personaggi (c’è anche Frantz Baumgartner, scrittore austriaco alle prese con un romanzo che non scrive mai, vive in Congo, quasi Mujila, congolese che vive in Austria) e voci narranti, crea un romanzo mondo che non è semplice riassumere.
Terra caleidoscopica, teatro di guerra
Linguisticamente audace, Fiston Mwanza Mujila intreccia, con andamento vorticoso e talvolta sconnesso, un teatro di guerra nella città in cui è nato (Lubumbashi), giovanissimi alle prese con alcol e droghe, sommosse e povertà, prostituzione, eccessi e divertimenti, una diffusa brama socio-economica, nonostante enormi difficoltà: in scena va una terra che ribolle di sentimenti, caleidoscopica, affascinante nelle sue contraddizioni, fotografato con spietato realismo e, al contempo, traboccante visionarietà. La danza del bifolco – libro che appartiene a tanti generi e non ha paura di pigiare i tasti di molteplici registri linguistici – risulterà uno schizofrenico andirivieni e una sorpresa solo per chi non conosceva Mujila; in realtà è la tappa di un percorso di altissimo livello che può portare questo scrittore sempre più lontano. C’è da essere felici per averlo scoperto piuttosto presto e per averlo disponibile sul mercato italiano…
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