Una lettera confessione di una donna abbandonata da un impenitente rubacuori. Con “Mariana” Aciman racconta i sospiri e lo spaesamento di un’americana disposta a barattare anche la propria dignità, pur di tornare indietro e riavere il suo amore. Ci fosse stato uno slancio narrativo in più…
Le pagine di Mariana (128 pagine, 14 euro), opera ultima di Andrè Aciman, pubblicato da Ugo Guanda editore, traboccano di rimpianti, lacrime e sensi di colpa. Siamo di fronte ad una lunga lettera-confessione che, come ammette lo stesso autore, si richiama alle Lettere di una monaca portoghese, libro-scandalo del XVII secolo. A scrivere, o forse sarebbe meglio dire a sospirare, è una giovane americana, Mariana appunto, che trasferitasi in Italia per motivi di studio, si innamora perdutamente di un uomo, Itamar. Dopo una breve liason, però, lui l’abbandona rivelandosi per quello che è, un impenitente rubacuori concentrato solo su se stesso.
Una donna disposta a tutto
Lasciata sola, Mariana rimane impietrita, disorientata. Incapace di reagire, di immaginare anche solo per un attimo, una vita senza di lui. La solitudine, l’incertezza, lo spaesamento diventano le coordinate esistenziali di questa donna disposta a tutto, persino a barattare la propria dignità, pur di riaverlo, pur di riassaporare le sue labbra. Aciman ci parla di una amore totalizzante, in grado di sprigionare i pensieri più proibiti e di misurare il tempo sulla base della persona amata. Un amore, però, in cui il dolore per ciò che si è perso, sebbene intriso di struggente poesia, sembra arrovellarsi su se stesso, autoalimentarsi di ricordi, giustificazioni e rabbie interminabili.
Poco coraggio
Mariana è un libro che si legge tutto d’un fiato, leggero e soave. Disposto ad indagare le oscure e ambigue pulsioni emotive che un amore finito è capace di innescare. Difetta però di coraggio, di uno slancio narrativo che avrebbe potuto dare più corposità alla storia rimasta in superficie, troppo indefinita, troppo sfumata per trasformare questo romanzo in qualcosa di difficile da dimenticare.
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