Una commedia di classe che mescola sorrisi e lacrime. Ecco cosa è “Romanzo d’estate” di Emily Henry, che mette in scena battibecchi, equivoci e seduzioni di due autori agli antipodi, la scrittrice di romanzi rosa January e Augustus, candidato a scrivere il Grande Romanzo Americano.
L’estate si è conclusa, il tempo per il mare, il sole e il dolce far niente è decisamente finito, ma potrebbe trovarsi sempre quello per leggere un libro dal titolo inequivocabile. Harper Collins Italia ha ribattezzato Romanzo d’estate (416 pagine, 16,90 euro) questo volume scritto con grande empatia e ironia da Emily Henry e tradotto con cura da Valentina Zaffagnini. Una storia perfetta per un copione cinematografico, in cui una lei e un lui, che più diversi e distanti non si può, battibeccano, si detestano, o forse no, si sfidano e finiscono per conoscersi, capirsi, amarsi. Un film con Julia Roberts e Hugh Grant, per intenderci, o forse con Emma Watson e Ryan Gosling, o con i loro eredi del 2021, chi scrive non ha più tempo per il cinema e per i giovani leoni della recitazione, in salsa brillante. Proprio non li conosce. Di cosa si tratta? Di una commedia di classe, che mescola sorrisi e lacrime, sentimenti melensi e dolori inauditi. Dove? Naturalmente dall’altra parte dell’oceano, negli States. Dalle parti del lago Michigan.
Due anime fra fantasmi, lutti e tradimenti
I due protagonisti di Romanzo d’estate sono scrittori. Lei, January Andrews, detta Janie, scrive storie sentimentali, romanzi rosa, lui, Augustus Everett, detto Gus (o addirittura Sexy Malefico Gus), è un autore di grido, impegnato, una specie di Franzen che sogna di scrivere libri belli come quelli di Salinger (è lui stesso a sostenerlo). Finiscono nello stesso spicchio di mondo, lasciandosi alle spalle fantasmi e ombre, ex colleghi di college a cui la vita ha riservato un nuovo incontro. A lei è morto da poco il padre e, soprattutto, ha scoperto che l’eroe della sua vita aveva parecchie pecche, tanti aspetti poco… eroici. Lui – «i ragazzi come Gus volevano le battute sarcastiche e il sesso occasionale sopra montagne di biancheria sgualcita»- è stato risucchiato in un matrimonio sbagliato e non sa raccoglierne i cocci. Entrambi vivono un momento di impasse, sono in crisi, non riescono più a catturare la scrittura alla loro maniera. E hanno le anime piuttosto sbriciolate, fra lutti, tradimenti e vite che sembrano essere finite in un vicolo cieco…
Scambiarsi i ruoli
In un crescendo di emozioni e momenti comici (a un certo punto i capelli di January sono inondati di cacca di gabbiani; e il personaggio dell’agente di lei è spassoso, specie quando le chiede di “stringere i denti e sfornare la pagnotta”, un nuovo libro), di ritrosie e libertà, i due si riconosceranno faticosamente come anime gemelle – galeotto un drive-in per famiglie dove non passa inosservata certa loro focosità – dopo l’ennesima sfida, una scommessa che capovolge le loro attitudini, Gus sarà chiamato a scrivere un romanzo, possibilmente d’amore, con lieto fine, Janie, piuttosto che il solito titolo di chick-lit, un volume impegnato, di spessore psicologico, lontano dai suoi soliti cliché. Di più non aggiungo, o quasi, c’è un quasi gran finale che è un ballo sotto la pioggia – insomma, questo film lo girate o no? – una commovente resa dei conti di lei con l’amante del padre e un’eredità paterna in forma epistolare che probabilmente è la parte più riuscita di Romanzo d’estate di Emily Henry, un film che si ostina ancora a restare imprigionato nelle sembianze di un libro. Probabilmente ancora per poco. Non un capolavoro, ma da leggere, anche sotto l’ombrellone che non c’è più, per capire come sia necessario, sempre, comunque, godere di ogni attimo di felicità.
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