La libertà di vivere e morire nel Canada di Saucier

Un romanzo sorprendente e toccante, “Piovevano uccelli” di Jocelyne Saucier, a partire dalla storia di tre anziani eremiti che si lasciano alle spalle il proprio passato per vivere nei boschi dell’Ontario. Nella loro quotidianità, però, irrompono due eccentriche donne che capovolgono il loro destino…

I lettori che, di godimento in godimento, bazzicano il Canada letterario contemporaneo, e fanno i conti con Alice Munro, Anne Carson, William Gibson e Margaret Atwood – ma aggiungiamo che sono anche meglio Helen Humphreys, Ann-Marie MacDonald, Mordecai Richler e Michael Ondaatje – gioiranno nello scoprire una nuova esponente del Paese nordamericano con uno straordinario concentrato di autori di spessore. Jocelyne Saucier, di lingua francese, ritorna in Italia grazie a Iperborea, (otto anni fa era stato l’editore Gremese a pubblicarla…) che racconta così un grande nord alternativo a quello scandinavo e, in genere, europeo.

Decidere fino in fondo…

Dal nord del Québec la voce di Jocelyne Saucier, tradotta in italiano da Luciana Cisbani, è di quelle che non lasciano indifferenti. Pur con un andamento e un linguaggio delicati e quasi impalpabili, l’autrice in Piovevano uccelli (209 pagine, 16,50 euro) affonda i denti su temi come libertà e terza età. Lo fa attraverso tre protagonisti piuttosto avanti negli anni, ultraottantenni, che non vogliono più avere nessun tipo di legame col resto del mondo e con le consuetudini sociali, hanno rinunciato a qualsiasi tipo di comodità e vogliono decidere fino in fondo della propria vita e, se necessario, della propria morte (tenendo a portata di mano un veleno…). Vivono, ognuno per conto proprio, in baracche tra i laghi e le foreste dell’Ontario e tengono a portata di mano. Un paio di donne finiranno per sconvolgere la quotidianità del trio (composto da Tom, Charlie e Boychuck): la fotografa Miss Sullivan e Marie-Desneige, uscita dal manicomio in cui è stata internata per oltre sessant’anni; audace e travolgente la prima (che indaga su una serie di incendi che quasi un secolo prima hanno devastato la zona, e vorrebbe ritrovare e ritrarre Boychuck, che secondo lei è stato coinvolto in quella tragedia ed è uno dei sopravvissuti, ma avrà una brutta sorpresa il lettore lo scopre presto…), candida, saggia, pura la seconda.

Il sopravvissuto e le sue tele

Il romanzo di Jocelyne Saucier, in cui i narratori sono più di uno, è sorprendente e toccante, lascia qualcosa in sospeso, non risponde necessariamente a tutte le domande seminate lungo le pagine. Centrale la figura di Theodore Boychuck: quasi una leggenda, adolescente, mezzo cieco, innamorato delle due gemelle Polson, che barcolla fra macerie e fiamme nel 1910, dopo aver visto morire i propri familiari, e infine, parecchi decenni dopo, passato a miglior vita prima di poter essere intercettato dalla fotografa. Restano però centinaia di suoi quadri, chiusi a chiave nella sua baracca, a cui sarà Marie-Desneige a dare un significato… In queste pagine troverete figure fuori dagli schemi, inusuali percorsi di vita all’insegna della libertà, e continue sorprese, anche per gli stessi protagonisti che pensavano di aver scritto il destino a modo loro…

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