Una biografia tenera e appassionata, quella che Victoria Ocampo dedica a Lawrence d’Arabia, “338171 T. E”. Interessata all’umanità e alle fragilità del controverso eroe della guerriglia araba contro l’impero ottomano, la scrittrice argentina ne disegna la parabola fino agli ultimi anni, culminati nella cancellazione dell’io da parte del mito…
Romanzi, saggi, documentari, film. I miti scatenano editoria e cinematografia. Quasi un centinaio di anni fa fu pubblicata un’opera che da allora (o meglio dal 1935, perché nel decennio prima era stata stampata in poche copie) non ci ha mai mollato, ovvero I sette pilastri della saggezza di T.E. Lawrence, più noto come Lawrence d’Arabia: leggendario memoriale – epopea di verità ma anche di autocelebrazione – dell’ufficiale di collegamento britannico che, nel corso del primo conflitto mondiale, fu tra gli agitatori e organizzatori della guerriglia araba contro l’impero turco. Passato a miglior vita nel 1935, la fama di Lawrence – ambiguo, sfaccettato, ingombrante – s’è consolidata nei decenni come quella di una star globale. Guerrigliero intrepido e romantico? Mitomane costruttore della propria leggenda? Eroico condottiero e liberatore degli oppressi contro gli ottomani? O abile imbonitore con spiccate doti di affabulazione? Sta anche nella complessità di questi opposti il fascino di un mito eterno e controverso, che ha alimentato dispute accese, dibattiti che non si sono ancora conclusi.
Il fascino delle contraddizioni
Anche Victoria Ocampo – scrittrice ed editrice argentina, fondatrice della rivista Sur, che contribuì a lanciare nel firmamento giganti come Borges, Sábato e Cortázar – non rimase indifferente al mito dell’uomo dalle mille vite, archeologo, cartografo, letterato, traduttore e militare. E diede alle stampe nel 1942 una biografia, frutto della lettura del capolavoro di Lawrence e delle sue lettere, che solo adesso è arrivata nelle librerie italiane grazie alle raffinate edizioni Settecolori, nella traduzione di Fausto Savoldi, con prefazione di Fabrizio Bagatti. 338171 T. E. (109 pagine, 16 euro) di Victoria Ocampo guarda con particolare attenzione alla vita brevissima di Ya Auruns (come era chiamato dagli arabi), all’uomo, alle sue contraddizioni, alle tensioni da combattente e artista, all’individuo in fuga da se stesso, che anelava all’anonimato, ma raccontando gesta eroiche, l’avventuriero che accatastava domande su domande nel proprio cuore ed era esausto del deserto (prima spazio di libertà e infine carcere nauseante), sfiancato dalle armi e dalla guerra.
Lacerazioni accanto alle ambizioni
Lungo la biografia tracciata da Victoria Ocampo, con sguardo tenero e appassionato, innamorata di colui che vive e sente in qualche modo come un sodale, emergono le lacerazioni e le fragilità accanto alla forza e alle ambizioni dell’eroe, il puritanesimo («nell’unione dei sessi non vedeva che un gesto di lussuria»), l’esegeta sui generis di Shakespeare (che considerava «il più grande dei poeti e il più grande dei manipolatori di parole»), incapace di apprezzarne il genio carnale «violento e di ampio respiro, che parla in Giulietta e Otello. L’esaltazione degli adolescenti innamorati fino al sacrificio, il tragico del guerriero geloso fino alla demenza».
Il tentativo di autodegradazione
L’abilità nel farsi fraintendere, ma ancor di più l’eclissi e la lotta alla propria icona, il tentativo di autodegradazione, di cancellazione dell’io (come quando nel 1922 si arruolò nella RAF come semplice aviere sotto false generalità), qualche deriva ascetica degli ultimi anni (fino alla fatale uscita di strada in moto, per evitare due ciclisti) incantano e immalinconiscono Victoria Ocampo, probabilmente più della sete di assoluto, della brama di gloria e d’esposizione degli anni d’oro di Lawrence d’Arabia.
Il suo ideale sarebbe certamente stato di non avere per nome che un numero, perfettamente rassicurante nel suo anonimato”: 338171 è la cifra che gli affibbiano nella RAF. Eppure, ruotandolo, ricavando la vertebra aritmetica, anche un numero comporta un destino.
È possibile ordinare questo e altri libri presso Dadabio, qui i contatti