“Diario d’Irlanda” di Heinrich Böll (Mondadori)
traduzione di Marianello Marianelli
In periodi di vacanze, anche per chi per scelta o necessità è costretto a rimanere in città, la compagnia di un buon libro è sempre una dolce evasione, ancor più se la penna è quella di un grande autore e il tema è quello del viaggio e del suo racconto. È il caso di Diario d’Irlanda del Premio Nobel del 1972, Heinrich Böll, breve ma denso e poetico reportage che si distingue in mezzo a tutta la produzione dell’autore tedesco, favola, “utopia” (come definito dalla critica), un resoconto fiabesco dei suoi ricorrenti soggiorni con la famiglia nell’amata terra smeraldo, un’incantevole pastorale che sa di vacanza. (Simone Bachechi; qui tutti i suoi articoli)
“Zebio Còtal” di Guido Conti (readerforblind)
Da segnalare il lodevole progetto complessivo Readerforblind e, in particolare, uno dei suoi libri, con introduzione di Omar Di Monopoli, la riscoperta Zebio Còtal del modenese Guido Conti. Uscito nel 1958, in poche copie a spese dell’autore, il romanzo fu apprezzato da Pasolini, e rilanciato, nel corso dei decenni, da Feltrinelli, Mondadori, Giunti (per merito di Enzo Siciliano), Isbn (grazie a Guido Davico Bonino) e adesso da Readerforblind. È una sorta di poema pastorale, lirico e duro, dominato dalla figura di Zebio, contadino tarchiato e bestiale che ha fatto il vuoto di affetti attorno a sé: vagabonda per l’Appennino tosco-emiliano, chiede la carità, si nutre di rancori. «È un viaggio inutile come tutti i viaggi della vita e come la vita stessa,» si diceva, «ma bisogna farlo per illudersi, per credere a qualcosa, altrimenti è finita». (Arturo Bollino; qui tutti i suoi articoli)
“Il mostruoso femminile” di Jude Ellison Sady Doyle (Tlon)
traduzione di Laura Fantoni
La donna è sempre stata un mostro. E all’origine di questo assunto c’è la paura che la primordiale forza matriarcale suscita da sempre nella società. Secoli e secoli di patriarcato hanno tentato (e tentano ancora) di annientarla. Ma dove nasce questa forza? Un libro che si legge d’un fiato e che ha il pregio di lasciarci con molte domande. (Giuditta Busà; qui tutti i suoi articoli)
“La fonte della vita” di Bergsveinn Birgisson (Iperborea)
traduzione di Silvia Cosimini
“Contare le sedie” di Ester Armanino (Einaudi)
Frammenti, storie che cercano di analizzare e rimettere insieme i pezzi di una storia più grande che timidamente si affaccia tra i capitoli – le storie – di Contare le sedie, di Ester Armanino. E così tra pietre, asce, dialoghi, carezze e pasta madre, tra cantieri e onde da surfare, aie di campagna e ospedali, pagina dopo pagina la lingua inaspettata di una narrazione che procede per momenti, ricordi e riflessioni si interroga sulla felicità. Mentre la aspetta, la cerca, la indaga, conta le sedie, approfondisce le sue relazioni con il mondo e lo fa, impeccabilmente, con una scrittura che tocca corde profonde, colpisce e stupisce, diventa voce amica. Una rinfrescata di aria e parole nella torrida estate. (Alessandra Chiappori, qui tutti i suoi articoli)
“L’albatro” di Simona Lo Iacono (Neri Pozza)
L’infanzia e le ultime ore di vita di Tomasi di Lampedusa. Immaginate, inventate, dunque molto meglio della realtà. Simona Lo Iacono prende un mito, ne rispetta le coordinate cronologiche della biografia e quelle storiche del contesto, e poi dà vita ad Antonno: compagno di giochi di Tomasi, prima e poi servo fedele per tutta la vita, come un albatro per un capitano di vascello. Dal letto di una clinica lo scrittore, che fa i conti con vari rifiuti editoriali, ripercorre la propria vita. Emergono fiducia e fedeltà nella scrittura, come temi principi, e una visione del mondo, quella de Il gattopardo, figlia dello sguardo non convenzionale di Antonno, dei suoi insegnamenti al principe… (Giosué Colomba; qui tutti i suoi articoli)
“E nemmeno un rimpianto” di Roberto Cotroneo (Mondadori)
Un’impercettibile ucronia. Non di quelle che scompaginano la storia ufficiale per offrire un alveo narrativo. È un gioco sottilissimo quello di Roberto Cotroneo in E nemmeno un rimpianto.Tra i più grandi musicisti jazz del Novecento, Chet Baker, trombettista e cantante, fu vittima dell’infelicità e della sregolatezza. Devastato da alcol ed eroina, a soli 59 anni (ma ne dimostrava venti di più), cade o si lancia dal balcone di un hotel di Amsterdam un giorno di maggio del 1988. Ma nel libro di Cotroneo Chet Baker non è morto, si nasconde in Salento, disintossicato e purificato. E non è neanche un mistero perché “quelli del giro” lo sanno, non però la voce narrante che si mette sulle sue tracce assecondato da tre allusive donne guida, sino all’incontro finale. Chet ha simulato la sua morte ed è diventato un uomo nuovo, forgiato da un autentico sentimento mistico, dall’esperienza benefica di un altrove che aveva maldestramente ricercato nella sciagurata esperienza dell’eroina. (Stefano Di Lauro; qui tutti i suoi articoli)
“L’imperatore di Portugallia” di Selma Lagerlof (Iperborea)
traduzione di Ada Maria Terziani
Un romanzo breve che assume i contorni di una favola triste. Un romanzo che racconta tutto l’amore che un padre può provare per una figlia, un amore tanto grande da portarlo ad alterare la realtà e quindi alla pazzia, quando la stessa realtà diventerà squallida e impossibile da accettare. Un libro commovente, dallo stile raffinato, da leggere e/o recuperare. (Giovanni Di Marco; qui tutti i suoi articoli)
“Crudo” di Olivia Laing (il Saggiatore)
traduzione di Francesca Mastruzzo
“Ho avuto l’idea mentre ero in vacanza in Toscana, dove ho scritto la prima parte”, ha dichiarato l’autrice. Questa frase e la coloratissima copertina mi fanno consigliare come lettura per l’estate Crudo di Olivia Laing, della quale ho già letto il mix di autobiografia e saggistica che è Città sola (il Saggiatore, 2018). Sia che scriva narrativa sia che scriva non-fiction, Olivia Laing mescola riferimenti personali, culturali, sociopolitici e artistici per descrivere un particolare frangente della nostra contemporaneità. In Città sola era la vita nella New York dell’arte e della solitudine, in Crudo, che è poi il suo primo romanzo, l’estate 2017 dal punto di vista di Kathy, una scrittrice anticonformista che tra una mostra d’arte e una sbornia di porto, tra una notizia allarmante e l’altra (sovraesposizione da Twitter) cerca di capire cosa fare della propria vita, e se afferrare gli attimi di felicità che ci balenano davanti nonostante il minaccioso brusio di fondo di un mondo che sembra ormai impazzito. (Teodora Dominici; qui tutti i suoi articoli)
“La femminilità, una trappola. Scritti inediti 1927-1983” di Simone de Beauvoir (L’Orma)
traduzione di Beatrice Carvisiglia, Elena Cappellini e Camilla Diez
La femminilità, una trappola. Scritti inediti 1927-1983 di Simone de Beauvoir con un testo di Annie Ernaux pubblicato da L’Orma editore. Una raccolta di articoli, fino ad ora inediti in lingua italiana, che ci consegna un quadro di approfondimento ancora più chiaro e lucido sulla scrittrice e donna icona del femminismo. Scrittura e lettura, intervista con Madeleine Gobeil, Sulla questione famiglia e natalità, Vecchi e nuovi eroi, Madri nubili, contro l’ordine morale, sono solo alcuni dei titoli, ora piacevolmente usufruibili in italiano, che impreziosiscono questo libro. (Sara Durantini; qui tutti i suoi articoli)
“Dreyfus” di Fausto Coen (Mondadori)
Premonizione di nuovi e redivivi “antismi”, intolleranze e allergie al diverso, “Dreyfus” di Fausto Coen trovò pubblicazione per Mondadori a cent’anni esatti dalla sentenza che condannò ingiustamente all’infamia – poi mai abbastanza riparata dai persecutori di ieri e di oggi – il capitano alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus. Compendio rigoroso della migliore e abbondante bibliografia sul caso che scosse l’Europa alla vigilia dei conflitti mondiali, avverte e ricorda che le malefatte naziste furono precedute da tante, troppe maleparole contro gli ebrei. Pure e soprattutto nella Francia delle libertà e dei lumi. Da leggere o rileggere. (Salvatore Ferro; qui tutti i suoi articoli)
“L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra. L’Alfasud” di Francesco Recami (Sellerio)
“Elvis e il colonnello” di Piergiorgio Di Cara (Il Palindromo)
Una fantastoria alle origini del mito di Elvis Presley, non un poliziesco, come quelli che hanno lanciato lo scrittore palermitano. Due scanzonati palermitani del presente si trovano catapultati negli States, a metà anni Cinquanta, nel quartiere nero di Memphis. E, a modo loro, provano a cambiare lo stato delle cose, in particolare la carriera di Elvis Presley, condizionata dall’influenza negativa del suo agente, Tom Parker, detto “il colonnello”. Un romanzo che, attraverso i palermitani Valerio e Fabio, guardia giurata e pizzaiolo, ha uno sguardo surreale e un tono spassoso, ma fa anche riflettere, a cominciare dal razzismo allora (allora?) imperante negli Usa. (Giovanni Leti; qui tutti i suoi articoli)
“Il medico di corte” di Per Olov Enquist (Iperborea)
traduzione di Carmen Giorgetti Cima
Una capacità di narrare eguale a quella di pochi. Un romanzo storico tutt’altro che paludato. Un austriaco che prova a riformare – in chiave illuminista – la Danimarca reazionaria del diciottesimo secolo. È Johann Friedrich Struensee, il medico di corte del re Cristiano VII, poi suo braccio destro e amante della moglie Caroline Mathilde. Ci sono intrighi e amore, c’è documentazione storica e scioltezza nell’intreccio, uno squarcio emotivo e psicologico rari. Sotto l’ombrellone vi divertirete. (Salvatore Lo Iacono; qui tutti i suoi articoli)
“Il giardino del Mediterraneo” di Giuseppe Barbera (Il Saggiatore)
Il giardino del Mediterraneo. Storie e paesaggi da Omero all’Antropocene di Giuseppe Barbera, una guida illustrata per imparare a conoscere ed apprezzare colori e profumi dell’area mediterranea – in particolare la Sicilia – con la consapevolezza che l’equilibrio dell’Olocene ormai è irrecuperabile, ma nell’era dell’Antropocene l’uomo può e deve fare qualcosa per preservare il bene prezioso che gli è stato consegnato. (Paola Lorenzini; qui tutti i suoi articoli)
“Dal buio” di Adalgisa Licastro (Il Convivio)
Il romanzo immerge il lettore in una realtà sociale caratterizzata dalla violenza e dai soprusi. Ragazze provenienti dall’est europeo trovano nella prostituzione l’unica possibilità di sopravvivenza, finché una giovane donna nella convinzione che l’unico compenso della vita consista “nel dare, senza aspettarsi nulla in cambio”, consentirà loro di uscire dal tunnel e passare dal buio alla luce. (Francesca Luzzio; qui tutti i suoi articoli)
Thoreau e Perroni
Due suggerimenti per letture estive, considerato che l’estate è un tempo per riconnettersi con le parti più intime di noi stessi. Ascoltare gli alberi di Henry D. Thoreau) (Garzanti, traduzione di Alba Bariffi). Per chi avrà la fortuna di poter trascorrere qualche giorno in mezzo agli alberi, questa estate, o potrà passeggiarci in mezzo, ma anche per chi non potrà farlo, e leggendo le pagine di Thoreau potrà condividere quel sentimento profondissimo di accordo con la natura che ispira lo scrittore americano. Sentire gli alberi come essere viventi, parlanti, non è un esercizio di panismo spirituale, dove spesso l’uomo resta presuntuosamente al centro della scena, ma la concreta consapevolezza della relazione tra tutto ciò che è creato. Da leggere, dunque, poche pagine alla volta, e sperimentare. Entro a volte nel tuo sonno di Sergio Claudio Perroni (La nave di Teseo). Un percorso tra pensieri, emozioni, frammenti di vita, immagini, in cui la forza della parola, la sua esattezza, la sua ricchezza, la sua forza e la sua delicatezza, sono i protagonisti assoluti. La parola di Sergio Claudio Perroni, lo stile, la capacità di tenere in equilibrio la precisione espressiva e la musica della frase, uniti allo sguardo ingenuo, nel senso della purezza, rendono questo libro unico, al di là di ogni classificazione di genere. «A volte il mare fa rumore di te, fa fare all’acqua quel gesto / lungo che pare un respiro, che pare un rimpianto, a volte il / mare mi ascolta mentre gli parlo di te, mentre gli spiego il / tuo sguardo, il tuo sapore, le tue risate». (Mauro Mangano; qui tutti i suoi articoli)
Sette brevi lezioni sullo stoicismo di John Sellars (Einaudi)
L’estate è tempo di meditazione involontaria. Le lunghe ore passate sotto l’ombrellone a far nulla, o a passeggiare per i boschi, ci spingono sempre a dare spazio ai nostri pensieri. Per questo, un ottimo volumetto da portare appresso è Sette brevi lezioni sullo stoicismo di John Sellars (Einaudi). Più che sette lezioni di filosofia, sono sette esercizi per l’anima: per liberarsi dai pesi superflui e rintracciare un equilibrio nuovo. In estate, e così anche dopo. (Marco Marino; qui tutti i suoi articoli)
“La strage dimenticata” di Andrea Camilleri (Sellerio)
Una lettura breve, forte e leggera che fa luce su un fatto storico avvenuto nel 1848 in Sicilia, nella Borgata Molo di Porto Empedocle. Una strage compiuta durante il Risorgimento, da un maggiore borbonico, in cui a morire furono 114 «servi di pena», rimasti intrappolati nella torre dove erano reclusi, come dei tonni nella camera della morte. Un dono di Camilleri strappato «alla strage della memoria», assai attuale per riflettere sui diritti degli ultimi e sui diritti umani, tout court! (Mirella Mascellino; qui tutti i suoi articoli)
“Il guinzaglio” di Giovanni Toscano (Fandango)
Un esordio dal gusto giovane e fresco, interessante per il modo espressivo e inedito di raccontare cronologicamente gli eventi di anni diversi. Da leggere in una notte sola, tutto d’un fiato, così come sono intensi e rapidi il giorno, la notte, i ricordi e l’incendio che animano come protagonisti il romanzo. (Roberto Marrone; qui tutti i suoi articoli)
“Il grande mare dei sargassi” di Jean Rhys (Adelphi)
traduzione di Adriana Motti
Libri per l’estate. Un po’ tormentone e un po’ lista dei libri per le vacanze (che hai quasi sempre diligentemente disatteso). Ma per te che leggi tutto l’anno le vacanze sono da sempre tempo di evasione e di rilettura. Anzi: rileggere è come tornare a un vecchio e caro luogo di villeggiatura, di quelli un po’ démodé, di cui parlano in pochi. E così ti concedi di frequentare storie e parole già lette in altri momenti, e magari in altri luoghi. Anche solo per provare l’effetto che fa.
Quest’anno farai quindi ritorno alla selvaggia e lussureggiante Giamaica grazie al romanzo post-coloniale Il grande mare dei sargassi della scrittrice britannica di origini caraibiche Jean Rhys. Siamo intorno al 1830 e laggiù dove «tutto era fulgore e tenebra» sai già che incontrerai Antoinette, la giovane creola da subito avvolta in un destino avverso.
Noto come il prequel di Jane Eyre, questo autentico capolavoro restituisce un’atmosfera asfissiante intrisa di magia, credenze popolari e sentimenti ambigui nei confronti del dominio coloniale inglese. La cornice ideale per una promessa falsamente romantica, il cui unico intento è un matrimonio d’interesse. Ma sarà anche passione, una passione dove «Desiderio, Odio, Vita, Morte erano terribilmente vicini all’ombra». (Maria Chiara Mazzariol; qui tutti i suoi articoli)
“Oltre Babilonia” di Igiaba Scego (Donzelli)
Streghe fraterne di Antoine Volodine (66thand2nd)
traduzione di Anna D’Elia
“Racconti” di Ian McEwan (Einaudi)
traduzione di Stefania Bertola
Cari lettori romantici da spiaggia, o divinamente stravaccati su amache ancestrali, se avete voglia di rovinarvi l’estate, e di rovinarvela come si deve, storcendo la bocca per il disgusto e strabuzzando gli occhi davanti alle capacità di uno scrittore grandioso, allora leggete i Racconti di Ian McEwan, i primi che ha scritto, dove si capisce il perché delle future “espiazioni” del chirurgo dello psicorrido. Li trovate pubblicati da Einaudi (come tutte le altre sue opere), in 277 pagine, al costo di miseri 11 euro. Spendeteli. (Nuccio Puglisi; qui tutti i suoi articoli)
“Quando le montagne cantano” di Quế Mai Nguyễn Phan (Nord)
traduzione di Francesca Toticchi
La scrittrice è vietnamita e racconta la guerra nella sua terra. La narrazione si dipana su più piani temporali e con più voci narranti: attraverso tali espedienti, è raccontata la storia della famiglia Tràn che attraversa tutto il Novecento.
Una storia che colpisce come un pugno allo stomaco perché disseminata di dolore e sofferenza, le uniche cose che una guerra è in grado di lasciare in eredità.
Una storia di una potenza disarmante, trascinante e commovente sull’importanza dei legami familiari, della cultura vietnamita; una scrittura di una bellezza straordinaria, capace di tratteggiare con descrizioni vivide e pittoresche le meraviglie incantate nella giungla attraversata dai soldati. (Arcangela Saverino; qui tutti i suoi articoli)
“Il posto degli assenti” di Francesco Puccio (Marlin)
Un racconto sulle assenze che continuano a farsi spazio nel presente, in quei luoghi che, invece, dovrebbero spettare solo a quelli che restano. Affetto, amicizia, amore: tutti sentimenti con la a maiuscola che si rincorrono sull’isola di Cefalonia, grazie ad un viaggio a ritroso che si inerpica lungo i sentieri, non sempre ben visibili, della memoria, unica vera bussola della nostra esistenza. (Camillo Scaduto; qui tutti i suoi articoli)
È possibile ordinare questi e altri libri presso Dadabio, qui i contatti