“La scrittura non si insegna” di Vanni Santoni è un manuale prezioso e piacevole da leggere. Dedicato a chi scrive, a chi ha intenzione di farlo o, semplicemente, legge. Comunque un ausilio prezioso per allargare i propri orizzonti
Qua rischia di venire fuori un pezzo abbastanza impappinato.
Ho difficoltà a decidere da che lato prendere la faccenda, tante le cose da dire che spaziano dal soggettivo all’oggettivo, dal personale al commento del testo.
Andiamo per ordine.
Inizio citando una delle scende per me più iconiche del cinema Italiano. Miseria e nobiltà con Totò.
L’arrivo dei nobili.
Avete presente? Il cuoco – «che bella parola»-, padre della ballerina – «quando mai si è sentito che le ballerine hanno un cuore» – accoglie i principi di Casadores chiedendo la parola per ringraziare le loro Eccellenze eccellentissime dell’onore accordatogli. Comincia così un discorso tanto sgrammaticato e goffo che Totò, interrompendolo – «basta, basta!»-, infierisce: – «avete visto che era meglio se stavate zitto!». Il rimando per dire che farò sicuramente la fine del povero cuoco, rendendomi ridicola agli occhi dei nobili.
Ciò premesso, mi avvio, ancora per una via traversa, al punto.
Gratitudine per lo scrittore e il divulgatore
Quando cominciai a frequentare i social avevo aspirazioni da scrittrice. Determinata, intrapresi un duro lavoro di scavo e semina che speravo mi consentisse di raccogliere frutti in quell’ambito. Un lavoraccio grazie al quale ho costruito una bolla di cui vado orgogliosa: scrittori, blogger, litweb-blogger, editori, editor, redattori e consumatori di riviste letterarie, spacciatori di consigli di lettura, recensori, etc…etc. Un lavoraccio che, tuttavia, mi ha spinta, diciamo così, nella direzione opposta rispetto a quella verso la quale desideravo andare. Anziché aiutarmi a realizzare l’acerbo sogno di fare la scrittrice, mi ha, infatti, spinto sulla sponda dei lettori. Tra le tante figure di riferimento nelle quali mi sono imbattuta durante il percorso e alle quali devo qualcosa, fosse semplicemente – si fa per dire- l’onore dell’amicizia, sono particolarmente legata a Vanni Santoni. Benché non lo conosca personalmente, nutro nei sui confronti, oltre che il naturale sentimento di ammirazione per le sue ottime doti di scrittore, anche uno forse maggiore, di gratitudine per il suo infaticabile lavoro di divulgatore. Attivo su molti fronti, si profonde – disapproverebbe sicuramente questa mia accozzaglia di banality – con energia, schiettezza e genuinità tanto nel consigliare letture imprescindibili, quanto nel proporre itinerari di studio attraverso i quali svezzarsi con la scrittura.
Abnegazione del lettore, backstage dello scrittore
Questo suo manualetto pubblicato da Minimum Fax – La scrittura non si insegna (96 pagine, 13 euro) – è veramente prezioso.
Ecco finalmente il punto.
Ve lo consiglio.
In assoluta linea con la genuinità con la quale Vanni si propone sempre agli interlocutori, anche qui è riuscito ad essere chiaro, esplicito, diretto senza edulcorare nulla, con lucidità e franchezza, mantenendosi lontano dal tono paternalistico e bacchettate (?) che, spesso, utilizza chi dispensa consigli ai neofiti. Quindi, innanzitutto, il testo è ottimo e piacevole da leggere.
A chi lo consiglio.
In primis a chi scrive o abbia intenzione di farlo.
Molto frequentemente incontro giovani che mi chiedono consigli in materia. Come già detto, per contenuto e forma, credo che il manuale di Santoni sia ineguagliabile. Assolutamente esaustivo.
In seconda battuta lo suggerisco, con altrettanto fervore, ai lettori.
Accennavo al fatto che venni «per vattere e finii per essere vattuta». Ho cominciato, cioè, volendo scrivere e sono finita, invece, a leggere. Essere lettori, permettetemi di dirlo, presuppone altrettanta abnegazione e formazione dell’essere scrittori. Capire la qualità di un testo o averne chiari i limiti aiuta a scegliere i libri più adatti a sé e a trarre dalla lettura il massimo piacere. Certo, parliamo di un passatempo che deve rimanere nell’ambito del ludico. Tuttavia poiché il tempo libero è prezioso, che la lettura sia passatempo e mai spreco di tempo.
Grazie ai manuali di scrittura ho scoperto e affinato il mio diverso talento. Questo di Vanni Santoni può essere, anzi lo è senza dubbio, un ausilio prezioso per chi desideri allargare il proprio orizzonte, dacché punta i riflettori anche sul backstage, ovvero su quello che c’è (revisione, editing, intermediazione dell’agente) tra la fase di scrittura e quella di pubblicazione.
Che apparteniate al primo nucleo o al secondo, auguro a voi tutti buona lettura.
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