Telmo Pievani e Mauro Varotto hanno scritto, con approccio scientifico e creativo, un libro sul rischio di catastrofe che, dati scientifici alla mano, il nostro pianeta corre. In “Viaggio nell’Italia dell’Antropocene” immaginano il Gran Tour in Italia di uno studente nord-europeo che, nel 2786, si trova di fronte un Belpaese in cui le città costiere sono sott’acqua. Forse la descrizione di una situazione al limite, ma che inchioda l’uomo alle sue responsabilità…
Un salto nel futuro dell’Italia, un futuro tutto sommato ancora lontano, ma che potrebbe essere molto diverso dal punto di vista climatico e geografico rispetto al presente e al recente passato. Ad immaginarlo sono due studiosi di altissimo profilo, il filosofo ed evoluzionista Telmo Pievani e il geografo Mauro Varotto che per i tipi di Aboca hanno scritto “Viaggio nell’Italia dell’Antropocene” (193 pagine, 22 euro) avvalendosi delle stupende e dettagliatissime mappe di Francesco Ferrarese. Un lavoro di squadra e di gran livello che con un doppio approccio, scientifico e allo stesso tempo creativo, dà concretezza al pericolo che il nostro pianeta sta correndo. Servono politiche drastiche e tempestive, di forte impronta ecologista, se vogliamo provare a ridurre il rischio della catastrofe.
Sulle orme di Goethe
Il libro è suddiviso in brevi capitoli che si alternano alle mappe di Ferrarese: ogni blocco tratta un’area del paese. Siamo nel 2786, mille anni dopo il famoso viaggio di Goethe in Italia, di cui ancora ricordiamo i versi (i siciliani in particolare, non perdiamo occasione per sottolineare come «l’Italia, senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto»). Da un lato c’è il giovane protagonista, Milordo, uno studente nord-europeo che ripercorre le orme di Goethe, e che suo/nostro malgrado è costretto ad ammirare molte delle bellezze del Belpaese ormai sotto il pelo dell’acqua. Tutte le pianure (quella Padana e non solo) sono state inondate, il livello del mare è cresciuto rispetto ad oggi di circa 65 metri. Decine di città costiere sono state inondate e ora giacciono sul fondo del mare, come novelle costruzioni atlantidee, abitate dalle creature marine e visitabili grazie a sommergibili o altre diavolerie tecnologiche futuristiche.
Il devastante Homo sapiens
Ad ogni tappa di Milordo, è abbinato un focus che di fantasioso non ha nulla, perché si tratta di approfonditi studi e dati reali di alto contenuto scientifico che fotografano la situazione attuale, mettendo in bella evidenza come negli ultimi secoli (dalla rivoluzione industriale in poi) l’Uomo abbia stravolto pesantemente i connotati del pianeta, finendo per mettere a rischio sé stesso e il proprio futuro: l’impatto dell’Homo Sapiens sul pianeta ha prodotto effetti devastanti tanto da determinare il passaggio ad una nuova era.
Necessario riflettere
I cambiamenti climatici e tutto ciò che ne consegue non sono leggende e il libro, con previsioni supportate da dati scientificamente inoppugnabili, lo dimostra. Ovviamente nessuno, neppure Pievani e Varotto, possono sapere precisamente come si evolveranno le cose da qui al 2786, anche perché ciò che faremo nei prossimi decenni determinerà il rallentamento o l’accelerazione dei cambiamenti in corso, cambiamenti che potrebbero essere soft o shock. Gli autori hanno immaginato una situazione al limite, forse perfino irrealistica, ma necessaria per indurci a riflettere sul fatto che «l’assetto ereditato del nostro territorio non è affatto scontato e che oggi è nostra responsabilità orientarlo in una direzione o nell’altra».
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