Opposti e complementari, Hap e Leonard, gli “eroi” di Joe R. Lansdale, in gioventù trascorrevano molto più tempo insieme e svelano molto di sé, introducendo le premesse o alcuni personaggi che poi ritroveremo nelle note storie successive. Lo si legge in “Cronache del selvaggio west”, storie inedite sulle loro origini
Texas Orientale. Anni cinquanta e sessanta. Hap Collins (1950) ricorda che, quand’era piccolo, circa ogni anno capitava che i tanti parenti si radunassero nella grande e vecchia casa (sempre odorosa di cibo) dell’unica sua nonna rimasta in vita. Una volta, quando aveva sei o sette anni e il padre era troppo impegnato dal lavoro, aiutò la mamma a preparare l’impasto del pane di mais e a metterlo al forno, caricandolo poi in auto insieme al pollo fritto nello strutto in padella, già ben asciugato con la carta assorbente. Arrivarono trovando le zie di entrambi i rami della famiglia e tanti cugini con i quali giocare a rincorrersi e a nascondersi, mentre gli adulti finivano di cucinare e parlavano di bollette e malattie e di come trovare un lavoro migliore. Approssimandosi l’ora di cena, gli chiesero di andare nell’affumicatoio e di riempire di patate un grande cesto di vimini. Hap eseguì e una biscia scivolò fuori dalla pila di sacchi. Riuscì a sfuggirle correndo, poi la nonna gli disse: «Oh, quello è Charlie. È tranquillo. Mangia i topi che provano a entrare».
Ricordi e Nirvana
All’ultimo momento si aggiunsero anche il padre e gli zii, fu apparecchiato all’aperto accanto o sotto alla quercia, tutti lavarono le mani con bacinella e secchio e si ingozzarono fino a scoppiare. Mentre i ragazzi riprendevano a giocare, i grandi cominciarono a raccontare storie, di povertà e abitudini, del Wild West Show e di Billy the Kid. Al ritorno in auto, ancora con pentole e piatti impregnati di buon odore, Hap si sentì «più vicino al Nirvana di quanto qualunque essere umano sia stato, e mai sarà». Poi crebbe, lavorò per fare le pulizie alla stazione di polizia (e prigione) della città, osservò le diffuse discriminazioni e violenze dei bianchi sui neri (e sulle donne), incontrò l’amico fratello nero omosessuale Leonard Pine, insieme maturarono, tirarono di boxe, si difesero e impararono a pescare sul fiume Sabine. Continueremo a frequentarlo.
Da ieri a oggi
Cronache dal selvaggio West. Hap e Leonard, le origini (219 pagine, 15 euro), una raccolta di racconti perlopiù inediti (uno solo già pubblicato), tradotti da Luca Briasco per Einaudi Stile Libero, arricchisce la divertente intelligente serie Hap&Leonard di Joe R. Lansdale (Gladewater, 1951), il grande scrittore texano-orientale, che ha già all’attivo almeno quarantacinque romanzi, trenta raccolte di racconti e varie altre narrazioni di tutti i generi. La serie noir hard-boiled di Lansdale è molto amata in Italia. Hap oggi è un attempato bianco di un metro e ottanta, pigro e orgoglioso, gran lettore buon psicologo di uomini, esperto di Hapkido e arti marziali, vota democratico quando ci va, vive d’amore con la bella acuta rossa naturale, ex infermiera professionale Brett, con la ritrovata figlia Chance e con la cagnetta Buffy. Il suo fraterno amico Leonard oggi è un grosso nero macho, magro ordinato pulito atletico, brizzolato ormai, si arrangia da Hap e Brett quando non convive con amanti maschi, elettore repubblicano se vota.
Gli esordi della fratellanza
Hap e Leonard sono proprio culo e camicia. Si conobbero quando avevano tra 16 e 17 anni, durante gli anni delle superiori, quattro dei cinque racconti sono di quel periodo, poi non si sono più lasciati. Li abbiamo incontrati da investigatori avventurieri adulti, ben li abbiamo visti operare spesso da ossimoro di coppia, qui siamo agli esordi della fratellanza, così come Hap la ricorda tanto tempo dopo, è sempre lui a narrare in prima persona (anche gli straordinari dialoghi) e nel primo racconto La cucina (della nonna) non ci sono né Leonard (citato en passant) né solo vicende cruente (come s’intuisce pure dalla copertina). Si tratta di una scelta precisa, non a caso in fondo vi sono quasi quaranta pagine dedicate a 17 appetitose ricette (quelle variamente richiamate, ispirate al tanto cibo menzionato) curate dalla figlia di Lansdale, Kasey. Il titolo americano è appunto Of Mice and Minestrone, mentre il titolo italiano si riferisce ai saluti che l’autore ci manda da casa. Da ragazzi Hap e Leonard trascorrevano molto più tempo insieme e svelano molto di sé, introducendo le premesse o alcuni personaggi che poi ritroveremo nelle note storie successive.
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