I “sette libri per primavera e riaperture” di… Giorgia Antonelli

Direttrice editoriale di LiberAria, Giorgia Antonelli, esorcizza il complicato momento storico suggerendo libri che dimostrano come con l’allegria si possa fare grande letteratura. Ecco i suoi consigli di lettura, sette libri da non perdere

La parola allegria contiene nella sua radice, alacer, una fatica, un lavorio instancabile. È per questo che dopo questo lungo e difficile anno sento il bisogno di libri che abbiano saputo mettere la fatica della scrittura a servizio della leggerezza, dimostrando che anche con l’allegria si può fare grande letteratura. Tra nuove uscite e qualche classico, sette libri per affrontare allegri le riaperture.

“Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata” di Raphael Bob-Waksberg, traduzione di Marco Rossari (Einaudi)

Dall’autore di Bo Jack Horseman una raccolta di racconti che promette benissimo già dal titolo e non delude durante la lettura: quindici storie in cui Bob-Waksberg ci porta a spasso tra occasioni perdute nell’attesa e matrimoni surreali in cui vanno sacrificati caproni benaugurali, o tra le strade di una New York piena di ricordi sentimentali a ogni angolo o nella vita di uno scienziato che entra ed esce da un universo parallelo dove ha fatto sempre le scelte giuste.

Tutti i racconti della raccolta mantengono la stessa grazia che ha fatto la fortuna della serie su Netflix: una sapiente miscela di ironia, malinconia, dolcezza e cinismo, che riesce a scandagliare in profondità le relazioni umane nelle loro debolezze, commuovendo e inducendo allo stesso tempo fragorose risate.

qualcuno

“Primavera” di Ali Smith, traduzione di Federica Aceto (Sur)

Primavera è il terzo volume della quadrilogia delle stagioni della scrittrice britannica, narra la storia di un’amicizia, quella tra la defunta sceneggiatrice Paddy e il regista Richard, ma è anche la storia dell’incontro mancato tra Katherine Mansfield e Rainer Maria Rilke, e di quello invece riuscito tra Brittany, un’agente dei centri di detenzione per immigrati, e Florence, una dodicenne misteriosa dalla straordinaria personalità che unirà i destini di tutti. Come sempre nei suoi libri, Ali Smith fa detonare le sue storie a partire dall’incontro con l’altro, che spariglia le carte e apre nuove prospettive, capovolgendo destini. 

Da tempo nel pantheon dei miei scrittori preferiti, nei libri di Ali Smith c’è tutto quello che si può chiedere alla buona letteratura: personaggi sfaccettati, dialoghi sorprendenti, riferimenti letterari e artistici e, per me che ne ho un debole, giochi di parole e polisemie efficaci grazie a un magistrale uso della lingua. Ali Smith mescola tutti questi ingredienti con la misura senza ostentazione dei grandi scrittori e senza mai dimenticarsi di raccontarci una storia avvincente che porta dritti fino all’ultima pagina.

primavera

“Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams, traduzione di Laura Serra (Mondadori)

Un classico della letteratura inglese moderna, da cui sono nati diversi adattamenti per la radio, il cinema e la televisione. Una mattina Arthur Dent si sveglia e scopre che la sua casa sta per essere abbattuta per fare posto a una nuova superstrada, ma non c’è da preoccuparsi – lo rassicura il suo amico Ford Perfect – perché tanto la Terra sta per essere distrutta per la costruzione di un’autostrada intergalattica, non resta che seguire le regole della “Guida galattica per autostoppisti” e prepararsi per un viaggio interstellare alle porte dell’Universo in cui si scoprirà che forse non sono gli esseri umani la specie più intelligente sulla terra.

Un libro che non fornisce la risposta fondamentale alla vita, l’universo e tutto quanto, ma che stimola invece moltissime domande. Avvertenze: durante la lettura ricordare di non farsi prendere dal panico e di portare sempre con sé un asciugamano.

guida

“I fiori blu” di Raymond Queneau, traduzione di Italo Calvino (Einaudi)

Forse il capolavoro di Queneau, sicuramente il mio preferito, è un romanzo onirico e perfetto nella sua intelligente e rigorosa leggerezza. Nell’anno milleeduecentosessantaquattro, il Duca d’Auge decide di partire alla volta di Parigi accompagnato dal paggio Mouscaillott e dai rispettivi cavalli parlanti Demostene (Sten) e Stéphane (Stef): il suo viaggio attraverserà la storia a grandi balzi, fino ad arrivare al 1964, su una chiatta attraccata sulla Senna dove incontra Cidrolin, l’essere umano che il Duca d’Auge sogna quando si addormenta, e da cui è sognato ogni volta che invece ad addormentarsi è Cidrolin. Ma è il Duca a sognare Cidrolin o Cidrolin a sognare il Duca? Queneau conduce il lettore in un doppio sogno, una storia fantastica che diverte a ogni pagina e per cui inventa un idioma originale, un mondo onirico in cui il linguaggio e l’intelligenza la fanno da padrone, grazie all’uso sapiente di calembour e giochi di parole resi magnificamente dalla traduzione di Italo Calvino.

fiori

“Affari di cuore” di Nora Ephron, traduzione di Mariagiulia Castagnone (Feltrinelli)

Più nota per essere la sceneggiatrice di Harry ti presento Sally, Insonnia d’Amore e C’è posta per te, Nora Ephron è stata anche una fortunata scrittrice e saggista che deve molta della sua meritata fama a questo romanzo traboccante di verve.

In un racconto intitolato La cosa con la D (dove D sta per divorzio), Nora Ephron parla così di questo romanzo che l’ha consacrata: «Sono una sopravvissuta. Sono una seguace del credo Fattela Passare. Ho trasformato l’esperienza in una storia divertente. Ci ho scritto un romanzo. Con i soldi guadagnati ho comprato una casa». Affari di cuore è la storia semi-autobiografica di come un matrimonio che sembrava perfetto si sfaldi sotto il peso di un tradimento, ma è anche la storia di come si possa superare un dolore con intelligenza e ironia, e magari comprarci una casa. E cosa c’è di più catartico per un cuore ferito? 

Nulla, perché, come scrive Faulkner in Zanzare, «No, no, non ci si uccide per una delusione d’amore, si scrive un libro».

affari

“Zanzare” di William Faulkner, traduzione di Giulio De Angelis (Einaudi)

Il secondo romanzo di Faulkner brilla per acume e ironia. In un torrido agosto degli anni Venti un gruppo di amici e intellettuali è invitato a passare qualche giorno su una barca per una crociera in mezzo al lago. In un’atmosfera fitzgeraldiana tra dialoghi corrosivi, seducenti flappers, amorazzi e letteratura – e con la presenza costante ma mai esplicitata dei fastidiosi insetti estivi – Faulkner traccia un ritratto spietato e indimenticabile dell’intellighenzia americana in un crescendo di humor fino a strappare una sonora risata finale al lettore e a lasciarlo con il dubbio che le vere zanzare, in fondo, siano taluni esseri umani. Perfetto da portare in vacanza per l’estate di questi nostri anni Venti.

zanzare

“La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire” di Fran Lebowitz, traduzione di Giulio d’Antona (Bompiani)

Un libro che non ho letto perché appena uscito in Italia ma che non mi deluderà, e che è entrato di diritto nella lista delle mie prossime letture estive: La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire, una raccolta di scritti della causticissima Fran Lebowitz. In un mondo di troppe opinioni buttate a casaccio o, all’opposto, di riflessioni fin troppo diplomatiche e prive di incisività, fa bene sapere che esistono ancora scritture acuminate e taglienti, pensieri ragionati che prendono posizione, sapidi. Perché, parafrasando ciò che scrisse Marziale in uno dei suoi celebri epigrammi, che gusto c’è a scrivere (e leggere) epigrammi sdolcinati e privi persino di una punta d’amaro fiele? Sempre gli saranno preferibili i fichi di Chio, che sanno pungere. E Fran Lebowitz è senza dubbio un fico di Chio.

vita

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *