Il 17 maggio è la giornata internazionale contro l’omofobia e vi proponiamo una breve selezione di libri. Vogliamo un mondo in cui non ci sia più spazio per violenza, discriminazione, pregiudizi e per la violazione dei diritti LGBTIQA+.
“La vita sconosciuta” di Crocifisso Dentello (La Nave di Teseo)
Ogni vita ha la sua buona percentuale, più o meno grande, di sconosciuto. L’omosessualità è la parte sconosciuta della vita di Ernesto, il protagonista di La vita sconosciuta, il romanzo di Crocifisso Dentello uscito nel 2017 per La Nave di Teseo, uno che ha tradito tutto e tutti, i compagni che lo hanno affiancato nella lotta armata (il romanzo corre a ritroso sul filo della memoria agli anni Settanta), la moglie Agata, gli ideali e persino sé stesso, perché la sua omosessualità rimane latente fino a raggiungere la piena consapevolezza che si manifesta quando Ernesto affida a pagamento il proprio corpo a degli extracomunitari in un parco di Milano ai giorni nostri, perché appunto «ognuno ha una sua percentuale di vita sconosciuta». (Simone Bachechi)
“Colpo su colpo” di Riccardo Cazzaniga (Rizzoli)
Cosa significa scoprirsi omosessuali a 16 anni? Con sorprendente empatia, Riccardo Gazzaniga prova a raccontarlo in Colpo su colpo, la storia di Giada e della presa di coscienza di una diversità che potrebbe metterla al palo, schiacciata dal senso di inadeguatezza, dalla diversità e dagli ostacoli che le sue emozioni le fanno ritrovare davanti, alti come montagne. Ma Giada combatte, in una lotta che è sì metafora contro gli stereotipi, la bullizzazione dei compagni di scuola e la preoccupazione dei genitori, ma anche lotta reale. Nella palestra alla periferia di Genova e sul ring, la ragazza incontra il maestro che, insegnandole a tirare colpi e a schivarli, le imporrà anche la sfida più grande, quella dell’accettare e dell’accettarsi, anche davanti alle sfide e alle incomprensioni più grandi. Una storia appassionante e un punto di vista inedito che, capacità dei buoni romanzi, permette al lettore di vestire altri panni e percorrere altre strade, allargando lo sguardo, i pensieri e il cuore. (Alessandra Chiappori)
“La lingua perduta delle gru” di David Leavitt (Mondadori)
Un classico su incomunicabilità e omosessualità. New York, anni Ottanta. Saltano equilibri e programmi quando il ventenne Philip comunica ai genitori Owen e Rose, i propri gusti sessuali, e di avere una relazione con un ragazzo, Eliot. Impossibile far finta di nulla, ipocrisie e inganni vengono spazzati via, a cominciare dai sotterfugi di una vita dei coniugi. Un romanzo di conflitti interiori, crudo e al tempo stesso romantico. Senza troppi stereotipi. (Giosué Colomba)
“Il primo che passa” di Gianluca Nativo (Mondadori)
La scoperta della propria identità (omosessuale), tra pulsioni, paure e tabù ancora fortemente radicati, in un contesto culturale difficile come la periferia napoletana (e il Sud in generale). Un esordio potente, un urlo di sofferenza che prova a squarciare lo spesso strato di ipocrisia che ci circonda. (Giovanni Di Marco)
“I neoplatonici di Luigi Settembrini” di Domenico Conoscenti (Mimesis)
Un libro controverso, scritto da un padre della patria, pubblicato cent’anni dopo la morte, riproposto in una versione più aderente al manoscritto originale. E, cucito attorno ad esso, il saggio di un colto scrittore contemporaneo, il palermitano Conoscenti. A proposito del falso manoscritto tradotto dal greco (e attribuito a un inesistente Aristeo di Megara), questo è I neoplatonici, Conoscenti approfondisce le alterne vicende della fortuna critica, le tappe della pubblicazione, la rappresentazione gioiosa e goliardica dell’omosessualità, senza moralismi, senza tormenti, e anche la compatibilità con una tranquilla bisessualità. Protagonisti i giovinetti Doro e Callicle (anche il loro maestro, il filosofo Codro), che sposeranno le fanciulle Psiche e Ioessa. (Giovanni Leti)
“Gli occhiali d’oro” di Giorgio Bassani (Feltrinelli)
La parallela emarginazione, ai tempi delle leggi razziali fasciste, dello studente Davide Lattes, di famiglia ebraica, e dell’otorinolaringoiatra Athos Fatigati, omosessuale. In scena l’amicizia di due solitudini (ciascuna alle prese con due relazioni infelici), entrambe alle prese col potere distruttivo delle chiacchiere e delle maldicenze. Il più fragile è l’elegante e molto stimato Athos, che lentamente scivola in un cono d’ombra di disprezzo: discreto e infaticabile costruttore di una patina di rispettabilità, si guadagna le ipocrite indulgenze della Ferrara bene, fino a uno “scandalo estivo” che capovolge il suo destino. Romanzo breve, di rara perfezione. (Salvatore Lo Iacono)
Penna (Garzanti/Mondadori)
Il mio fanciullo ha le piume leggere. / Ha la voce sì viva e gentile. / Ha negli occhi le mie primavere perdute. / In lui ricerco amor non vile.
Così ritorna il cuore alle sue piene. / Così l’amore insegna cose vere. /Perdonino gli dèi se non conviene / il sentenziare su piume leggere.
Consiglierei questa poesia di Sandro Penna tratta da Poesie inedite (1927-55). Una poesia umile e di poche pretese, questa spezza il gheriglio sovrastrutturale dei sentimenti dimostrando che l’amore sia un sentimento semplice e universale. «Insegna cose vere» senza distinzione di sesso o genere. (Roberto Marrone)
Yourcenar e Carlotto (Feltrinelli ed e/o)
Difficile scegliere tra i tanti, ottimi titoli che ruotano intorno all’omosessualità, all’ omofobia, bifobia e transfobia.
Istintivamente ho pensato ad Alexis o il trattato della lotta vana di Marguerite Yourcenar, edito da Feltrinelli nella traduzione di Maria Luisa Spaziani. Una splendida epistola con la quale un marito viene allo scoperto, confessando alla moglie la sua vera identità sessuale.
Vi è, però, un secondo libro che consiglio con altrettanto ardore. Si tratta di Cristiani di Allah di Massimo Carlotto, edizioni E/O. Nonostante sia etichettato come giallo storico, nella mia personalissima catalogazione si impone, per bellezza e forza celebrativa del sentimento sul quale si concentra, tra i romanzi d’amore più belli e intensi di sempre (che non suoni come una diminutio). Due ex lanzichenecchi si rifugiano ad Algeri per vivere liberamente la propria storia, ma tra loro si frappone un terzo uomo, rimettendo in gioco fedeltà, amore e abnegazione. La potenza della passione vincit omnia. In Cristiani di Allah Carlotto esplicita, in maniera esemplare, come i confini rigidamente definiti di genere e identità sessuale possano essere, nei dialoghi amorosi, dettagli marginali. (Antonietta Molvetti)
“La morte di Vivek” di Akwaeke Emezi (Il Saggiatore)
Il romanzo è ambientato in Nigeria. Una madre trova il corpo del figlio Vivek davanti alla porta di casa, morto lo stesso giorno in cui al mercato del villaggio scoppia un incendio.
Vivek ben presto inizia a manifestare le sue “stranezze”, la sua spiccata sensibilità, il suo desiderio di volersi vestire come una donna. Gli altri, però, lo credono malato. Lui vuole solo essere se stesso, senza sentire il peso della distanza tra ciò che è davvero e come lo vuole il mondo esterno. È questo peso che lo porterà a morire. È un libro che apre gli occhi su quello che le famiglie non vedono, o fanno finta di non vedere; sulla libertà di essere diversi, senza il bisogno di sentire l’oppressione di idee e credenze religiose o sociali che non accettano tale diversità. (Arcangela Saverino)
“Ho paura torero” di Pedro Lemebel (Marcos y Marcos)
Fra le decine e decine di frasi da sottolineare, questa non è nemmeno una delle più belle: «Mi fai stare bene; quando sono con te sono felice. Neanche fossi un pagliaccio del circo. Non è questo, con te mi sento ottimista. E che altro? Che altro vorresti? Che mi ami un pochino. Sai che ti voglio bene più di un pochino. Non è lo stesso, tra l’amore e l’affetto c’è un mondo di differenza. Ti voglio bene con la tua differenza». Lo scomparso e compianto Lemebel aveva scritto il suo capolavoro una ventina d’anni fa: una prosa sognante e poetica che seduce, un sentimento solo apparentemente ricambiato, l’amore omosessuale della Fata dell’angolo per il sovversivo Carlos nel Cile della dittatura. Attese, struggimenti e sogni perduti. Cosa chiedere di più? (Micol Treves)
Grazie a Giovanni Leti e grazie a tutta la Redazione per il suggerimento di qualche testo di cui non ero a conoscenza