Leonardo Sciascia, a cent’anni dalla nascita, in un volume destinato principalmente a insegnanti e studenti. Alcuni ricordi di chi lo conobbe e frequentò arricchiscono il libro di Angelo Campanella e Giuseppe Piscopo, “Raccontare Sciascia”
Domande e spunti di riflessione posizionati alla fine dei brevi capitoli, un bell’apparato fotografico firmato da Angelo Pitrone, una densa introduzione del critico letterario e docente universitario Salvatore Ferlita, in cui si sottolinea come le mosse del polemista Sciascia fossero in qualche modo zavorra nell’interpretazione critica . Due insegnanti della provincia di Agrigento hanno voluto fare un personalissimo omaggio a Leonardo Sciascia a un secolo dalla nascita, scegliendo un cammino semplice e, dunque, complesso. Il volume di Angelo Campanella e Giuseppe Piscopo si rivolge, infatti, principalmente a insegnanti e studenti, proponendosi implicitamente di illuminare i tanti aspetti della personalità e dell’opera dello scrittore di Racalmuto presso un pubblico potenzialmente vastissimo.
Umanità e testimonianze
Scardinare le certezze, cercando la verità, è uno dei principali assunti di tanti libri di Leonardo Sciascia. Lo sottolinea bene Raccontare Sciascia (139 pagine, 12 euro), il saggio di Campanella e Piscopo edito per i tipi di Navarra. Si indagano vita e opere, preferenze e prese di posizione di Leonardo Sciascia, senza trascurarne vita ed emotività, nella convinzione che «Un grande scrittore non è soltanto un abile professionista della narratologia, ma prima ancora è un uomo di profonda umanità». Anche argomentando a proposito di aspetti abbastanza noti dell’universo Sciascia, dalla passione per il cinema all’esperienza scolastica da maestro, dal rapporto con i giornali alla dimensione spirituale (decisamente anticlericale, ma non per questo assente o disattenta), i due autori di questo volume hanno voluto scommettere su ricordi e testimonianze di chi lo conobbe, colleghi di scuola, alunni, giornalisti (su tutti Franco Nicastro, che iniziava al quotidiano L’Ora, di cui viene proposta un’intervista), amici che lo frequentarono. Punti di vista preziosi che definiscono ulteriormente i contorni di un autore che ha segnato al seconda metà del Novecento.
Quell’idea di giustizia
Una delle tracce più interessanti del percorso sciasciano è quella legata alla giustizia, traccia spesso mal interpretata, se non travisata. Campanella e Piscopo vanno a scandagliare le radici dei testi, facendo venire a galla alcuni capisaldi del pensiero di Leonardo Sciascia, il garantismo, l’assoluta opposizione alla pena di morte, certo scetticismo e «pensiero critico sugli assetti di potere» che governano la magistratura e su tutto ciò che ne condiziona l’azione, ragion di Stato, superstizioni, credenze. Il saggio finisce per essere chiaro, ma al contempo profondo. Una barca da apprezzare nel mare magnum che ha invaso le librerie negli ultimi anni a proposito del maestro di Racalmuto.
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Volevo cortesemente segnalare un refuso nell’occhiello: cent’anni dalla nascita.
Grazie e buon lavoro.
Massimo
grazie della segnalazione