“Cartoline dai morti 2007-2017” è una sorta di “breviario” del “paesologo” Franco Arminio, stavolta meno ricercato e più introspettivo. Protagonista di questo libro è la morte, fra solitudine e irriverente comicità. Un invito a inginocchiarsi alla pienezza della propria esistenza…
È la morte la protagonista di questo breviario di Franco Arminio, intitolato Cartoline dai morti 2007 – 2017 (169 pagine, 12 euro) pubblicato dalla casa editrice Nottetempo. È la morte, si diceva, con il suo zaino di ironia, di solitudine, di insulsaggine e di irriverente comicità. Profeti di questa farsa che è la vita sono i morti, uomini e donne, spesso emigranti, soventi deceduti in seguito ad un infarto.
La morte insensata
L’arresto cardiaco è, per Arminio, quell’interruzione improvvisa che conclude ogni cosa, a partire da una quotidianità composta da gesti semplici, automatici, privi di semantica. La consueta poesia del noto paesologo qui si stempera diventando qualcosa di meno ricercato e più solitario ed introspettivo. Il decesso appare quasi privo di senso, la dimostrazione che ogni sforzo è vano, è superfluo; e che, tutt’al più, “Se non credi alla vita dopo la morte, devi credere di più alla vita dentro la vita”. Ma di quale vita ci parla l’autore?
Tra persone semplici e aforismi
A morire in queste pagine sono persone semplici, che guidano il trattore o mettono le patate a scaldarsi sotto la cenere; persone il cui tumore arriva dopo un’esistenza distratta, poco densa, votata al nulla. Nell’ineluttabilità di un destino che non avverte, né chiede mai il permesso, in queste pagine, dove si nascondono dei veri e propri aforismi, Arminio invita a non sprecare neppure un attimo, a inginocchiarsi alla pienezza della propria esistenza, perché, come scrive nelle conclusioni di questa raccolta, «il bene è sempre dalla parte di chi è intenso».
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