Il Novecento italiano visto con gli occhi di due famiglie di ebrei, i marchigiani Levi e i piemontesi Foà, nel romanzo “Giudei” di Gaia Servadio. Le nefandezze del secolo, le fughe, le riprese, ma anche il boom economico e il ruolo delle donne, nonostante la società patriarcale…
C’è la musica del cuore e c’è anche la scrittura del cuore. A quest’ultima e al suo inchiostro attinge un’autrice di lunghissimo corso, Gaia Servadio, veneta che vive a Londra da oltre mezzo secolo, all’attivo tanti romanzi e saggi per varie editrici, pubblicati a partire dalla fine degli anni Sessanta. È da poco tornata in libreria con una saga, Giudei (352 pagine, 19 euro), edita da Bompiani, che attraversa tutto il secolo scorso.
Spiriti liberi e conservatori
Quattro generazioni di due famiglie ebraiche incarnano alla perfezione il Novecento italiano. Servadio innesta in un contesto storicamente accertato e in un pezzo della propria storia familiare anche sprazzi di fantasia e invenzione. Giacomo Puccini e Benito Mussolini sono comparse nei mondi dei Levi, ebrei marchigiani (spiriti liberi, intellettuali e amanti delle arti), e dei Foà, ebrei piemontesi (più borghesi e conservatori, sostenitori dei Savoia). Due anime, non solo geografiche, che si intrecceranno dopo un matrimonio combinato, quello fra Zaccaria Levi (nonno di Gaia Servadio) e Rebecca Foà.
Punti di vista diversi e salti temporali
Discriminazioni, persecuzioni, riabilitazioni. C’è un campionario di nefandezze, quelle che ci ha lasciato in eredità il ventesimo secolo, in questa storia, condotta con mano felice, stile limpido, senza troppi ghirigori. Ci sono le guerre (pochi riusciranno a scappare all’estero e a salvarsi fra i componenti dei due nuclei familiari) e le ricostruzioni, le fughe e le nascite, le perdite e le rivincite. Con più di un punto di vista, e con salti temporali svelati da alcuni dettagli, si assiste a una tragedia che non può rimarginarsi a distanza di decenni. E tramite i personaggi di Giudei (pochi quelli davvero passionali e che restano nella mente) si ragiona anche su ciò che non attiene strettamente alla famiglia, alle due dinastie, dal boom economico al sionismo, dalla società patriarcale al ruolo delle donne nella società italiana.
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