Neuman, col corpo capisco anche… l’anima

Enciclopedia sentimentale del corpo e dello spirito, “Anatomia sensibile” di Andrés Neuman è una raccolta di micro racconti. Con grazia instancabile e sguardo giocoso, con padronanza di vari registri stilistici, queste pagine celebrano la normalità di ogni parte anatomica, la loro fragilità

Partiamo dalla fine. L’ultimo libro di Andrès Neuman è un’enciclopedia sentimentale del corpo, con qualsiasi dettaglio anatomico, e dello spirito. Nel racconto-capitolo conclusivo, probabilmente l’apice di questi suoi micro brani poetici, dopo aver narrato e illustrato, in modo non convenzionale e con parole sempre nuove, ogni angolo del corpo, anche il più invisibile, Neuman dà corporeità all’anima, con frasi illuminanti, trasformando l’invisibile in visibile, puntando la luce su angoli di noi che diamo per scontati e che spesso scontati non sono.

L’anima esiste proprio come il gomito (flessibile, affilata, poco ovvia) e spunta in modo simile alla lingua (loquace, degustatrice, sfuggente). Si allunga quando lo desidera e si ripiega non appena teme. Per ragioni invisibili, non la si può abbracciare. […] si manifesta laddove nessuno se l’aspetta: un’unghia, la pappagorgia, la rotula. Nelle feste comandate s’inclina verso l’osso sacro, che celebra l’unione del corpo con il suo dorso. […] è nervo, un fascio di impulsi intercomunicanti. Ma anche mucosa, perché protegge il mondo intimo e si annida negli angoli. […] E organo vitale, dedita senza tregua a funzioni primarie per la sopravvivenza. Da ultimo, è cutanea: un mistero che affiora in superficie, un fremito qui e ora.

Distante dai cliché

Chi era rimasto perplesso dalla recente pubblicazione de La vita alla finestra di Neuman, che però è un lavoro giovanile, potrà riconciliarsi con l’autore argentino che vive in Spagna. Neuman, in Anatomia sensibile (107 pagine, 13 euro), tradotto da Silvia Sichel, e pubblicato dalle edizioni Sur, rinnova sensibilità e poesia dell’universo che pian piano ha costruito scrivendo libri. Con grazia instancabile e sguardo giocoso, con padronanza di vari registri stilistici, lontano da qualsiasi cliché e figure retoriche tradizionali, l’autore di Anatomia sensibile celebra la normalità di ogni parte anatomica, di ogni poro quasi, e contemporaneamente il suo essere speciale (spesso portatore di un messaggio sessuale). Così Neuman si trova a scrivere in Occupazioni dell’ombelico: «Forse l’aspetto più nobile della personalità ombelicale consiste nella lanugine millenaria che racchiude. Questo fenomeno di sedimentazione o scorta avvalora il nostro zelo accumulatore. Non c’è niente di trascurabile nella realtà, tutto resta». Oppure in Orecchio chiocciola: «Chiocciola sonora, l’orecchio trasporta la traccia di ogni voce, parola o nota che incontriamo sul cammino. Gli anni lo caricano di ciarpame che ne ostruisce l’acutezza. Per non contribuire al degrado, otorini e liutai concordano sull’importanza di una manutenzione regolare».

Estetica alternativa alla “bellezza” dei filtri

Servono un nuovo sguardo sul mondo, un’estetica alternativa sul corpo, in gran parte sconosciuto a noi stessi. Il corpo che celebra Neuman è imperfetto, come quelli della stragrande maggioranza di noi, non deve avere paura del tempo, in barba a uno dei tre eserghi, quello che spiega il funzionamento del software Photoshop. E deve tenere conto di ogni sua parte, anche quelle che sembrano più trascurabili o periferiche, quelle nascoste che magari dal suo punto di vista vanno celebrate, come il gomito (la cui lode si contrappone al biasimo del braccio) o le efelidi («vezzeggiano la spalla, redimono il naso, commentano la schiena; e danno prestigio al décolleté»). In un centinaio di pagine, fra riflessioni e sussulti, Neuman scansa metafore consuete e dà prova di immaginazione e virtuosismo, di fantasia e ironia, dando vita a tanti mini personaggi – nessuno dei quali è superfluo – quanti sono i capitoli. Niente a che fare con certa rappresentazione della bellezza, quella che viene imposta da modelli pubblicitari o cinematografici e, più recentemente, dalla correzione digitale dei social network, dai loro filtri.

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