Non vedo l’ora arrivi il futuro, Vieri e il tour di colazioni

Un viaggio intorno al mondo, seduti a tavola. Dal Libano al Giappone, dal Messico alla Tunisia, grazie ad una tavola imbandita, Giacomo Alberto Vieri ha conosciuto paure e traguardi, felicità e sogni delle ventidue persone che hanno accolto un “estraneo” in casa offrendogli gioia, amicizia e il sapore della propria terra. E ne ha scritto in “Breakfast on tour”

Raccontare le vite degli altri, di chi ha fatto dell’Italia la propria Casa, per amore o guerra, per desiderio o per necessità. Breakfast on Tour è il progetto di Giacomo Vieri – Giacomo Alberto lo chiama solo sua mamma, come ha detto nella diretta con Filippo Taddia –, nato nel 2016 sotto forma di rubrica per Repubblica Firenze, pubblicato da edizioni Clichy, insieme alle preziose illustrazioni di Elisa Puglielli.

Come tante storie, che prendono spunto dal caso per diventare ricordi preziosi di vita, tutto inizia da un caffè offerto dalla vicina di casa, una ragazza etiope. Probabilmente era una di quelle giornate di cui il senso sfugge, assonnate e lente, e il caso ti presenta un’occasione: raccontare, scivolare dentro le vite degli altri, forse per ritrovare coscienza della propria.

L’Italia come rinascita, ventidue storie di migrazioni

Da quell’incontro, nasce l’idea di quello che è diventato un libro che accoglie in sé ventidue storie di migrazioni, di stranieri che hanno scelto l’Italia come luogo di rinascita, per costruire una famiglia, un futuro. Come Pedro, che viene dal Brasile, con cui l’autore ha condiviso una colazione bevendo acqua di cocco che poi è diventata un pranzo, poi la promessa di una cena insieme. In Italia ha costruito il suo presente con il suo compagno, Giovanni, e ha imparato che la «felicità è uno spazio su misura. Laddove manca del volume, è lecito passare la vita andando in cerca di case, palazzi, società che ci lascino metri per esistere e abitare».

L’importanza di abitare un luogo che senti tuo, di trovare un posto nel mondo, trovare la misura giusta per il proprio vivere: sarà stato questo il cruccio di Giacomo Vieri che nell’introduzione di Breakfast on Tour (193 pagine, 15 euro) ammette che quello che stava cercando di costruire era una «mappa di forestieri amici, di guardiani e alleati, di persone che a differenza mia, nel 2016 sapevano benissimo dov’erano e come ci erano arrivate. Anche coi venti avversi».

Non rabbia, ma fiducia nel domani

Lo si percepisce durante la lettura, la tensione di chi porta un carico pesante, quello di vivere in un Paese che lo ha deluso. Certo di ritrovare nelle persone che avrebbe incontrato nel suo tour di colazioni la stessa rabbia che provava lui, a Giacomo Vieri viene restituito in realtà tantissimo amore. Venti avversi sì, lunga burocrazia, “lentezza del pensiero”, ma soprattutto gioia, fiducia nel domani.

Così, il cibo diventa un legante, un’occasione per iniziare una conversazione come lo si fa tra amici, scambiandosi confidenze e progetti in divenire. Un percorso, fatto di sapori diversi, di menemen e sushi, briwat e bignè senegalesi, Breakfast on Tour non è un libro di ricette, ma un libro in cui le ricette prendono la forma del ricordo, storie di vita.

Ricette in forma di ricordo e coraggio

Lo si potrebbe considerare, quello di Vieri, un libro sul coraggio: persone che hanno lasciato la propria terra e hanno fatto dell’Italia un luogo in cui ricostruirsi, immaginarsi, combattendo pregiudizi e ascoltando le proprie paure, «la paura delle proprie carenze, di fronte a un domani tutto da ricostruire. Eppure sacra sia la paura, se stimola la resilienza; se incoraggia la tenacia di voler esistere anche quando la trama della diffidenza si fa più fitta».

A chiudere ogni capitolo, poche righe che raccontano l’oggi di questi compagni di viaggio, un aggiornamento al 2020: Sceglieresti ancora l’italia? «Non vedo l’ora che arrivi il futuro», gli risponde Peng Peng con un’euforia che sembra quasi infantile, testimonianza di una sincera gratitudine nei confronti di questa nuova Casa.

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