Tutte le lettere di Simenon. Tra donne, romanzi e scrittura

Un libro perfetto per solleticare curiosità e invitare alla scoperta o riscoperta di un autore immenso: è “Alfabeto Simenon”, scritto da Alberto Schiavone e illustrato da Maurizio Lacavalla. Non propriamente una biografia, non un semplice graphic novel. Se lo scrittore belga Simenon giocava con l’immagine di sé, questo libro in ventisei capitoli-lettere la aggira, proponendo un altro tipo di racconto biografico, che si accende di volta in volta su legami, racconti, ossessioni

La regola è stabilita: 26 lettere, come quelle dell’alfabeto. Ciascuna è una porta su una stanza, una faccia, una suggestione attentamente raccolta dal vasto universo formato dalla biografia e dagli scritti di uno dei più grandi personaggi letterari del Novecento. Alfabeto Simenon (214 pagine, 20 euro), pubblicato da Edizioni BD (2020) è un curioso esperimento à contrainte multiple: un gioco fatto di iniziali che forniscono lo slancio, un intreccio di linguaggi, dove frammenti della scrittura di Georges Simenon si mescolano alla ricerca biografica e al racconto di Alberto Schiavone e alle tavole disegnate di Maurizio Lacavalla. Un esperimento che mancava, insieme narrativo, visivo, da sfogliare, leggere e navigare in modo non lineare, un approccio che ben si adatterebbe anche alla fruizione della produzione sterminata di Simenon.

Un racconto di Simenon

Alfabeto Simenon non è propriamente una biografia, ma nemmeno un graphic novel: è un libro ibrido, forse, che tuttavia riesce a diventare un viaggio insolito alla scoperta dell’autore e dell’uomo Simenon. Non solo, come i più ricorderanno, il creatore del commissario Maigret, personaggio al centro di sterminati adattamenti anche fuori dalle pagine di carta, ma uno scrittore prolifico tra romanzi, racconti e scritti vari.

È a questo bacino immenso che Alberto Schiavone (qui abbiamo scritto del suo romanzo Dolcissima abitudine) attinge, selezionando arbitrariamente, secondo ispirazione creativa, alcune delle narrazioni e soprattutto dei personaggi che le popolano per raccontare qualcosa di Simenon, o per suggerire un’atmosfera, una piega, un punto di vista diverso dallo stereotipo ormai consolidato. Eccellente biografo di se stesso, Simenon giocava infatti con l’immagine di sé, struttura che i ventisei capitoli-lettere di questo libro aggirano, proponendo un altro tipo di racconto biografico costruito per piccoli coni di luce di volta in volta accesi su legami, racconti, ossessioni.

Lettera dopo lettera, in rigoroso ordine alfabetico ma leggibili senza vincoli, si snocciolano così tante donne, tanti romanzi, spesso noti o altre volte rimasti in ombra, tessere di una vita familiare e personale affollata, scrittura e ossessioni. Come potrebbe essere diversamente?

Dalle donne a Maigret: tra personaggi e ossessioni

Nelle molteplici dimensioni dello scrittore e dell’uomo Simenon – il pianeta Simenon, come lo definisce Schiavone – a cui questo libro dà spazio, non mancano certo le donne: i personaggi, ma anche le donne della vita dell’autore. C’è la madre, con la quale il rapporto fu complesso, forse mai risolto, ci sono le mogli, Tigy, poi Denyse dalla complicata storia psicologica, c’è Marie-Jo, la figlia morta suicida a cui dedicherà uno scritto-lettera, e ancora le amanti, come la segretaria Henriette, e Teresa, l’ultima moglie, per non parlare di Joséphine Baker, icona di un’epoca intera.

Donne: tante quante le molteplici dimensioni dell’autore, i viaggi, i paesi: dal Belgio all’America, passando per Parigi e la Svizzera, con la sorta di casa-bunker che segna un po’ l’epilogo della storia delle ossessioni di uno scrittore nella cui biografia non manca l’alcolismo, come ricorda la lettera w di whiskey.

I personaggi popolano questo libro, e la vita stessa di Simenon, che non a caso inizia la sua carriera con una lista corposa di alias, pseudonimi, come ricorda la lettera a. Quattordici, tanti sono i romanzi che Schiavone consiglia in questo libro, e dei quali Lacavalla realizza una introduzione grafica. Tanti i volti, le voci, i temi ricorrenti e le forti ossessioni che pescano nel vissuto personale. Tantissimi, inevitabilmente, i personaggi tra cui spicca Maigret, nato durante un girovagare nautico nell’Europa del nord, accompagnato da una straordinaria festa editoriale. «Un contenitore di uomini», personaggio mondo amato dai più, eppure solo uno dei tanti che meriterebbe esplorare, complici anche i suggerimenti di questo libro.

Tra guide del telefono e matite: Simenon e la scrittura

«Non ci si spaventa mai davanti a una pagina di Simenon. Ci attrae invece la sua sublime semplicità»: parola di Andrea Camilleri, la cui citazione porta dritti alla i di immaginazione, apparentemente distante dall’esperienza diretta di Simenon, filtrata forse involontariamente nel grande lavoro di scrittura che caratterizza l’esperienza dell’autore.

«Considero Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più autentico che la letteratura francese abbia oggi», scriveva così André Gide, che dà il nome al capitolo dedicato alla lettera g. “Spavaldo dominatore editoriale” dice di lui Schiavone (qui un suo consiglio di lettura per il canale YouTube di LuciaLibri), e ha ragione: la produzione di Simenon è sterminata e variegata, in questo libro se ne scorrono diverse pagine, e si entra addirittura nel laboratorio dello scrittore, così febbrilmente geniale da riuscire a elaborare un nuovo romanzo in quindici giorni. A raccontare la creazione interviene anche Bruno Gambarotta, che firma una bella postfazione intessuta di ricordi personali dell’autore.

Protagoniste del processo creativo sono le guide del telefono, da cui derivare i nomi dei personaggi, fatti lievitare scrivendone i nomi e ripetendoli ad alta voce. E le matite ben temperate. Una settimana, poco più per gettarsi a capofitto nella scrittura, chiudendo tutto il resto fuori, persino il cibo, poi l’alleggerimento da aggettivi e avverbi, infine le correzioni: et voilà, l’officina Simenon a pieno regime.

Curiosità e storie come queste popolano un alfabeto molto particolare: un libro perfetto per solleticare curiosità e invitare alla scoperta o riscoperta di un autore immenso.

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