Un’opera di facile lettura, intensa al punto giusto, delicata e pungente insieme, con un finale spiazzante. È “Dimmi che non può finire” di Simona Sparaco, protagonisti un bimbo, suo padre e la baby-sitter: una storia sul timore che tutto finisca e, dunque, è meglio che non inizi…
Amanda, Samuele e Davide. Ovvero la baby-sitter, il bambino e suo padre, un improbabile trio al centro del romanzo Dimmi che non può finire (312 pagine, 18 euro), di Simona Sparaco, edito da Einaudi dopo Nel silenzio delle nostre parole pubblicato da Dea Planeta (ne abbiamo scritto qui). Una bella storia sul senso della paura e dell’abbandono, sul timore che tutto debba finire e che quindi è bene non far proprio cominciare. Così la pensa Amanda Giudici, trentenne romana, che vive con la madre alcolizzata in una situazione di grave precarietà economica.
La baby-sitter e l’ex compagno di classe
La vita di questa ragazza è segnata dai numeri che, a suo dire, le parlano, indicandole la fine di ogni cosa. Potere o maledizione? Entrambe le cose, perché la vita di Amanda finisce per esserne pesantemente condizionata, nonostante i rimproveri della sua analista Vanda, che la esorta a non credere a queste cose, ma al contrario la invita ad aprirsi alla vita. L’incontro con Samuele, bambino dell’alta borghesia, le consentirà di riconoscersi in lui e di allacciare una relazione sentimentale con il padre, suo ex compagno di classe alle elementari, ora stralunato ideatore di videogiochi. Ma niente è facile e ciò che sembra essere la felicità viene improvvisamente minata da una nuova data che pare volerla mettere in guardia dalla fine imminente di quella storia d’amore.
Tutto in discussione
Tutto cambia, ogni cosa viene rimessa in discussione: i fantasmi del passato, il senso dell’abbandono riemergono con forza in queste pagine che non spiccano per originalità, ma che comunque regalano un’opera di facile lettura, intensa al punto giusto, delicata e pungente insieme, con un finale spiazzante. Dove i numeri recupereranno la loro centralità e il loro potere divinatorio.
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