Un acerbo gioco di specchi fra reale e virtuale è il nocciolo de “La vita alla finestra” di Andres Neuman, riscritto quattro anni fa, dopo una prima versione di quasi due decenni fa. Uno studente universitario, Net, si racconta, nelle mail che scrive all’ex fidanzata, che non risponde mai. Una storia senza la profondità dei libri maggiori dello scrittore argentino…
Un romanzo epistolare, le lettere però sono messaggi di posta elettronica, un romanzo giovanile, ma rivisto e riproposto a distanza di tanti anni. Andres Neuman, argentino trapiantato in Spagna, si è rivelato al grande pubblico italiano con Frattura (ne abbiamo scritto qui), pubblicato da Einaudi, ma aveva già regalato libri più che significativi, proposti da Sur e da Ponte alle Grazie, in particolare Il viaggiatore del secolo. Col suo titolo più recentemente finito sugli scaffali, La vita alla finestra (168 pagine, 18 euro), Neuman non sembra il giovane maestro che in molti hanno indicato. In questo romanzo, tradotto da Silvia Sichel, si intravede la mano del grande scrittore che Neuman è diventato, ma la storia del nerd Net, che scrive mail alla sua ex fidanzata, Marina, non è quelle che faranno subito breccia tra i suoi nuovi e vecchi lettori. Scritta quasi vent’anni fa, rivista quattro anni fa, non regge il paragone con i suoi titoli migliori, appare al massimo una prova generale della carriera successiva.
Lettere a nessuno
Genitori severi e assenti, Paula, una sorella ribelle, la famiglia di Net sembra un cumulo di stereotipi. Net (universitario che non si chiama davvero così e che nutre poco interesse per l’università) spesso si rifugia dal “maledetto” Xavi, al bar che il suo ex collega ha deciso di aprire dopo aver abbandonato gli studi e ogni sera scrive mail che non ottengono risposta, forse nemmeno giungono a destinazione.
Forse ti scrivo proprio per questo: per appropriarmi delle mie parole, perché tu me le ridia.
L’instabile gioco di specchi fra reale e virtuale ha riverberi delle sue pagine migliori, anche se inevitabilmente il virtuale dei primi anni Duemila può apparire inconsistente e primordiale agli occhi del presente.
Tra universi irreali e ottimismo
La finestra a cui fa riferimento Neuman è probabilmente il rettangolo degli schermi dei personal computer, lo spazio che condiziona le esistenze dei più, una dipendenza per il protagonista Net, che fa i conti con solitudine e incomunicabilità, col miraggio della Rete, della pubblicità e dell’amore. Universi sostanzialmente irreali, falsi, silenziosi, non i soli come lascia intravedere il finale di un certo ottimismo, con emancipazione dalla casa paterna e un nuovo capitolo amoroso. Pur non essendo superficiale La vita alla finestra manca di quella profondità a cui Neuman ha abituato successivamente tutti i suoi lettori. Mancanza non compensata da uno stile che affiora a macchia di leopardo.
È possibile ordinare questo e altri libri presso Dadabio, qui i contatti