Natale 2020, i libri che desideriamo e quelli che regaleremo

Alla vigilia del Natale di un anno anomalo e doloroso la redazione di LuciaLibri si è sbizzarrita nell’indicare libri desiderati, quelli che sarebbe bello trovare sotto l’albero, e libri da regalare. Un catalogo niente male…

McEwan e Foster Wallace

Dare e ricevere, questo è l’amore molti dicono. Non so se Ian McEwan la pensi allo stesso modo, in ogni caso a Natale regalerei proprio il suo L’amore fatale (Einaudi),  titolo in sé già per certi versi natalizio, romanzo che oscilla tra fede e ateismo, amore carnale e spirituale, romanzo nel quale in ossequio alla poetica di “Ian macabre” gli esiti dell’amore raggiungono effetti parossistici e disturbanti, ché in fondo il romanzo potrebbe semplicemente spiegarsi con la sindrome di De Clèrambault, definita scientificamente come «la manifesta convinzione delirante di essere in comunicazione amorosa con un altro individuo», cosa che in ogni caso farà domandare alla moglie del protagonista, vittima come lui di uno stalker, fanatico religioso e omosessuale, se questa sia una vera malattia. Invece mi piacerebbe ricevere, visto che a suo tempo lo ho regalato (a proposito di scambi), Questa è l’acqua, la raccolta di racconti nella nuova edizione Einaudi del 2017, del compianto David Foster Wallace, la cui trascrizione di una sua prolusione fatta a dei laureandi che dà il titolo al volume, è una perla di saggezza sapienziale che apre il cuore e la mente, da leggere e rileggere. (Simone Bachechi, leggi tutti i suoi articoli qui)

Spencer e Brandys

Dopo avere apprezzato molto Un amore senza fine di Scott Spencer, mi piacerebbe ricevere in regalo e leggere un altro romanzo dello stesso autore, Una nave di carta (Sellerio): mi pare di capire che siano pagine piene di ossessioni e pregiudizi, personaggi eccentrici, per un’altra complessa storia di passione. Ho deciso di regalare e fare conoscere il capolavoro di un autore magnifico, Rondò (e/o) del polacco Kazimierz Brandys, ebreoi sfuggito alla morte nel ghetto, amato da Sciascia, fra gli altri, e candidato invano al Nobel. In questo romanzo si racconta del vano e non corrisposto amore di un ragazzo, Tom, per Tola, una bellissima attrice, nel mondo teatrale della Varsavia degli anni Trenta, un grottesco gioco di specchi. (Arturo Bollino, leggi tutti i suoi articoli qui)

Pizarnik e Nettel

Amerei ricevere L’altra voce. Lettere 1955-1972 di Alejandra Pizarnik (Giometti e Antonello). Ho letto quest’anno le sue poesie che sono state la rivelazione di un’anima affine. A volte con la letteratura capita non solo di trovare un libro che accogli in un posto del tuo cuore, ma anche di scoprire che l’anima che l’ha scritto ti è vicina, ti è cara. Non importa la distanza nello spazio e nel tempo per questo tipo di incontro. Regalerò La figlia unica di Guadalupe Nettel (La nuova frontiera) perché è un libro necessario che racconta con una profondità lacerante l’amicizia tra donne e la maternità. (Giuditta Busà, leggi tutti i suoi articoli qui)

Valerio e Mancuso

In questo strano anno fatto anche – e tanto – di grafici, curve e numeri, penso che La matematica è politica (Einaudi) di Chiara Valerio (qui i suoi consigli di lettura sul nostro canale YouTube), potrebbe essere un regalo gradito per me, una lettura ricca di spunti per riappropriarsi di un pensiero scientifico che, fagocitato dal chiacchiericcio, appare sempre più sfumato, e che invece potrebbe vivere al centro del nostro agire quotidiano. Per restare in ambito scientifico, mi sposto sulla botanica perché il libro che regalerò è L’incredibile viaggio delle piante (Laterza), un testo di Stefano Mancuso. In un mondo che tra pandemia e cambiamento climatico ha riscoperto il piacere dell’orto e i profumi della natura, mi sembra una lettura perfetta per continuare a sognare di fare del pianeta, e delle sue straordinarie dinamiche, un posto bellissimo dove vivere. (Alessandra Chiappori, leggi tutti i suoi articoli qui)

Ferrante e Bradbury

Da qualche anno, ovvero da quando la storia di carta è stata diffusa attraverso la cinepresa di Costanzo, ho rincorso la quadrilogia della Ferrante senza riuscire mai a incastrarla tra le mie letture. Quindi, in nome di questo desiderio e della curiosità di capire quanto sullo schermo sia stato trasferito dalla carta, vorrei regalato uno dei tanti confanetti (e/o) con L’amica geniale, Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e chi resta e Storia della bambina perduta. Viceversa regalerei Fahrenheit 451 (Mondadori) di Bradbury perché, dopo un anno come quello che si accinge a finire, credo che far conoscere quanto infelice sarebbe un mondo senza storie, senza memoria e senza fantasia sia veramente necessario. (Vera Chiavetta, leggi tutti i suoi articoli qui)

Di Domenico e De Stefani

Di Domenico

Uno dei miei spacciatori di consigli librari preferiti mi assicura che, in un mondo in cui molti giornali e molti giornalisti sono ai margini e alla periferia dell’informazione, leggere Pescirossi e Pescicani (Minimum Fax) di Sandro Di Domenico significa immergersi nell’inchiesta di un cronista di razza. E, dunque, mi fido. Spero di avere fra le mani presto questo libro, di trovarlo sotto l’albero di Natale. Un libro che mi piace regalare e che continuerò a regalare è Viaggio di una sconosciuta (Cliquot) della palermitana Livia De Stefani, scrittrice anticonformista e libera, che in vita pubblicava con Mondadori e Rizzoli e frequentava la Roma dei letterati. Si tratta di una raccolta di novelle, caratterizzate da monologhi interiori e flussi di coscienza, e che si concentrano su ferite psicologiche, mostri interiori e misteri; protagoniste quasi sempre le donne. (Giosué Colomba, leggi tutti i suoi articoli qui)

Humphreys e Tesson

Tesson

Il libro che vorrei mi regalassero è Bill (Playground) di Helen Humphreys: ho apprezzato tantissimo il suo romanzo precedente Cani selvaggi (ne abbiamo scritto qui) e vorrei leggere anche questo. A stuzzicare la mia curiosità non sono soltanto la trama e i personaggi, ma anche il modo (sempre originale) che la Humphreys trova per svelarci connessioni profonde che legano ognuno di noi al nostro passato. Il libro che vorrei regalare è Nelle foreste siberiane (Sellerio) di Sylvain Tesson, il diario di un’esperienza di eremitaggio estrema e bellissima che cambia le prospettive, che forse tutti prima o poi (meglio prima che poi) dovremmo fare per renderci conto di chi siamo e soprattutto di cosa siamo diventati. (Giovanni Di Marco, leggi tutti i suoi articoli qui)

Zovi e Dolan

zevi

Il libro che regalerei (e che a dirla tutta sono in procinto di regalare a Natale) è: Italia selvatica. Storie di orsi, lupi, gatti selvatici, cinghiali, lontre, sciacalli dorati, linci e un castoro (Utet) di Daniele Zovi, perché sì. Oltre alla bellissima copertina, è un inno alla Natura. A boschi, sentieri, piste sconnesse e segrete che ci hanno salvato durante il lockdown, agli animali ferini e saggi che popolano le nostre macchie, al nostro cuore di muschio e di neve che alla fin fine si trova bene al centro di una metropoli come nel bel mezzo di una foresta, al buio. Siamo diventati tutti un po’ più selvatici? È un male? Per il solito spirito del contrasto, e amor del contrappunto, quello che vorrei regalato è un libro sulle dinamiche relazionali dell’oggi, iperfemminile direi, psicologico forse, specchio di realtà contemporanee, il Guardian dice “dall’atmosfera stranamente solipsistica, come una sala di specchi”, ci sono molti capelli in copertina come le bisce d’acqua, dice la forma è rarefatta, dialoghi asciutti, e poi l’ha tradotto Claudia Durastanti, è Tempi eccitanti (Atlantide) di Naoise Dolan. Chi lo dice che un tempo strano non possa essere interessante? (Teodora Dominici, leggi tutti i suoi articoli qui)

de Beauvoir, Pisier/Laurent e Leduc

Le inseparabili di Simone de Beauvoir (Ponte alle Grazie) è un dei libri che troverò sotto l’albero. Conosco la poetica di de Beauvoir così come conosco l’acume del suo discorso filosofico, eppure questo testo, che non raggiunge le duecento pagine, potrebbe rappresentare un inedito letterario. Non parlo della vicenda editoriale che ruota attorno al manoscritto (doveva uscire nel 1986 ma la pubblicazione slittò a causa di altre priorità editoriali, secondo le parole di Sylvie Le Bon, esecutrice testamentaria), quanto dell’originalità narrativa che scaturisce da questo libro. Un lingua nuova che apre uno squarcio nella produzione di De Beauvoir mettendo in luce l’educazione sessuale e intellettuale delle ragazze dell’epoca. La parola avanza con audacia gettando le basi di quelle che saranno le sue opere fondanti. Sulle tracce dell’existence-fiction di Simone de Beauvoir, La libertà all’improvviso di Évelyne Pisier e Caroline Laurent (Edizioni Pagina Uno) è il romanzo tratto dalla storia della stessa Pisier che vorrei regalare. La lettura stratificata permette di sondare nelle trame dell’amicizia tra due giovani ragazze e dell’amore tra madre e figlia. E’ anche una storia di risvegli delle coscienze femminili (in questo la lettura de Il Secondo Sesso di de Beauvoir aiuta la riflessione) e di emancipazione, una storia dove il femminismo più autentico si intreccia alle voci delle donne che sono riuscite a costruire un percorso autonomo. Nel segno di de Beauvoir, un altro romanzo che mi piacerebbe trovare sotto l’albero è Thérèse e Isabelle (Neri Pozza) di Violette Leduc, la storia d’amore, «sconvolgente per il cuore e per il corpo», tra due ragazze compagne di collegio (la protagonista diciassettenne è la stessa Violette). Abbandonate le note pruriginose che avevano suscitato lo scandalo della stessa redazione Gallimard (come per Le inseparabili è affascinante la vicenda editoriale attorno al manoscritto), quello che balza agli occhi è la lingua su cui si fonda il libro, «opulenta eppure asciutta perché sempre esatta, luminosa e poetica, minuziosa e sensuale, violenta e dolcissima» come scrive Sandra Petrignani nell’introduzione. (Sara Durantini, leggi tutti i suoi articoli qui)

Romero e May Alcott

MayAlcott

Caro Babbo Natale, sotto l’albero sarei felice di trovare I morti viventi di George A. Romero, un volumone bello corposo, pubblicato dalla casa editrice La Nave di Teseo. Te lo chiedo perché, come ben sai, da sempre sono una sfegatata ammiratrice del maestro, e l’universo parallelo che il suo genio ha creato tramite sceneggiature, film e collaborazioni illustri, ha messo radici così profonde da essere d’ispirazione per le successive generazioni di artisti. Ideatore di un inferno in terra fatto di cadaveri ambulanti, profetico nel rappresentare la deriva del genere umano, Romero lavorò instancabilmente alla stesura di questo romanzo – estensione del suo mondo di morti viventi – senza purtroppo riuscire a portarlo a termine. I suoi eredi allora, affidarono le pagine incompiute a Daniel Kraus, eccellente scrittore nonché ammiratore di Romero, che concluse questa storia in sua vece. Puoi ben immaginare la mia curiosità! Ti chiederei, invece, di recapitare a chi amo un altro dono, piccolo e prezioso, che sfida il tempo attraverso la voce di una scrittrice eterna, Louisa May Alcott, rediviva nelle nostre librerie grazie alle edizioni Clichy che pubblica una sua raccolta di storie inedite, Storie di Natale, per l’appunto. In questi racconti realismo e immaginazione si fondono dentro ad un tessuto narrativo che tiene in debito conto sia le tematiche sociali che le favole, anche le più nere, e che sfoggia il marchio inconfondibile di un linguaggio ricco, vivido, che rivitalizza il bacino delle storie da cui attinge per dar forma a immagini cristalline, imprevedibili. La nostra cara, vecchia Jo, insomma, torna ad ammaliarci come un tenero, fulgido desiderio che, almeno una volta l’anno, qualcuno esaudisce. (Sara Galletti Manfroni, leggi tutti i suoi articoli qui)

Studart e Vigna

Il libro che regalerò per Natale è La libertà è un passero blu (Marcos y Marcos) di Heloneida Studart, un libro che merita di essere regalato perché offrendo un’opera della Studart regaliamo la speranza per la libertà e la fede nel cambiamento, qui ritratte nel sogno per la libertà di un ragazzo che durante la dittatura in Brasile finisce in carcere per aver scritto sui muri “Il passero è un uccello blu” e quella di una donna che lo ama perdutamente e decide di seguirlo nei suoi pellegrinaggi ai quartieri poveri della città. Sarebbe emozionante se per questo Natale riuscissi a stringere tra le mani l’edizione brasiliana di un libro di Elvira Vigna, tra le mie scrittrici brasiliane preferite e di cui possiamo leggere in italiano Niente da dire grazie a Granvia Edizioni. Elvira Vigna è una di quelle autrici la cui scrittura ti rende una persona migliore, più vicina a te stessa e alla tua voce interiore, che ti ricorda che se anche la vita a volte ha la capacità di rimescolare tutto come in un grande trasloco possiamo sederci su quegli enormi scatoloni e prendere in mano la situazione. (Silvia Gasparoni, leggi tutti i suoi articoli qui)

Giannitrapani e Hoare

Il libro che desidero regalare è certamente Un labirinto incerto. Appunti per una poetica della matematica (Mondadori). Il suo autore, Riccardo Giannitrapani, è un professore di matematica al liceo che offre in punta di piedi una riflessione su due linguaggi apparentemente agli antipodi, la matematica e la poesia, come chiave di interpretazione dei labirinti del mondo. Borges, Szymborska, Shelley fra le “Arianne” che guidano il lettore nel labirinto incerto che potrebbe condurlo alla Bellezza. Il libro che mi piacerebbe ricevere è Natura strabiliante di Ben Hoare (Gribaudo): attraverso immagini e descrizioni si schiude la poesia della Natura: minerali e piante dalle forme incantevoli e immaginifiche, che hanno la loro forza nella ricchezza del dettaglio. Un libro pensato per i ragazzi, ma adatto anche a chi crede di aver visto già tutto e pensa di non dover più provare meraviglia. (Maria Grazia La Malfa, leggi tutti i suoi articoli qui)

Baricco e Trevisani

Un viaggio nell’infanzia di una bambina ferita – dentro – in tenera età. Un viaggio nella sua ricerca di vendetta che parte da un casolare di campagna e si conclude nella stanza di un motel. Perché «per quanto la vita sia incomprensibile, noi la attraversiamo con l’unico desiderio di ritornare all’inferno che ci ha generati, e di abitarvi al fianco di chi, una volta, da quell’inferno, ci ha salvato». Senza sangue (Feltrinelli) di Alessandro Baricco è il romanzo breve che regalerei. Ed è Il libro del sole (Atlantide) di Matteo Trevisani quello che mi piacerebbe ricevere: romanzo d’amore, di alchimia e astronomia. È la storia di Eva, alla ricerca dell’amore scomparso durante un’aurora boreale. Cos’altro aggiungere? (Grazia La Paglia, leggi tutti i suoi articoli qui)

Lonobile e Scego

Tra i regali che mi riprometto di fare per l’imminente Natale c’è un volume di Gioacchino Lonobile, Via Terra delle Mosche (Il Palindromo), un inno a vicoli e vie di Palermo (a cominciare dai nomi incredibili di certe strade, via Gioiamia, via delle Sedie Volanti, ecc.), in cui l’autore si fa cantastorie di vicende originali e pittoresche leggende, che si muovono nel tempo e nello spazio, nel decadente splendore del capoluogo siciliano. Fra i regali che desidero c’è Adua (Giunti) di Igiaba Scego (qui i suoi consigli di lettura sul nostro canale YouTube), autrice che ho scoperto col suo ultimo fantastico romanzo, La linea del colore (ne abbiamo scritto qui), libro fondamentale in questi ultimi anni. (Giovanni Leti, leggi tutti i suoi articoli qui)

Pfeijffer e Pastore

pastore

I bene informati mi dicono che tra le pagine di Grand Hotel Europa (Nutrimenti) di Ilja Leonard Pfeijffer c’è tutto quello che cerco in un romanzo: quindi spero di riceverlo in regalo, prima di procurarmelo con qualsiasi mezzo. Regalerò un romanzo che mi ero ripromesso di leggere da molto tempo: missione compiuta e attesa più che ben ripagata, Senza amare andare sul mare (Frassinelli) di Christian Pastore è una sarabanda indiavolata di personaggi, divagazioni e situazioni, una fantasia fluviale, senza freni: una crociera senza scali, una nave che solca un mare infinito, una quarantina di figure tra abisso e delirio, grottesco e comico. Romanzo di racconti che ha avuto pochissima visibilità in relazione al valore. (Salvatore Lo Iacono, leggi tutti i suoi articoli qui)

Lispector e Magnason

I libri che vorrei sono davvero tanti, ho ridotto la lista accorpandone molti nei volumi dei Meridiani Mondadori; dovendone scegliere uno solo, direi Acqua viva (Adelphi) (ne abbiamo scritto qui) di Clarice Lispector: quale migliore occasione del centenario della sua nascita (ne abbiamo scritto qui) per conoscerla, finalmente? Il libro che regalerò è Il tempo e l’acqua (Iperborea) di Andri Snær Magnason, perché tratta di un tema molto attuale che non si può ignorare. (Paola Lorenzini, leggi tutti i suoi articoli qui)

Battiato/Nott e DiQuattro

Regalerei il Bestiario contemporaneo di Sicilia (Il Palindromo) di Rosario Battiato e Chiara Nott, per rendere comprensibili, attraverso il fantastico di brevi storie illustrate, accadimenti, episodi che sembrerebbero disumani o insensati, ma di fatto offrono una guida per sopravvivere nella contemporaneità. Vorrei che qualcuno mi regalasse Donnafugata (Baldini+Castoldi), romanzo (ne abbiamo scritto qui) di Costanza DiQuattro (qui i suoi consigli di lettura sul nostro canale YouTube), per immergermi in un contesto storico di transizione, per carpirne con dovizia usi e costumi e soprattutto per conoscere il ritratto di un uomo, il barone De Spucches, che nella sua vita e nel suo agire lo ha rappresentato appieno. (Francesca Luzzio, leggi tutti i suoi articoli qui)

Jackson e Stifter

Mestiere difficile fare regali. Se si tratta di libri poi, il terreno si fa minato. E allora eccomi a chiedere l’ultima raccolta di racconti di Shirley Jackson, La luna di miele di Mrs. Smith (Adelphi). Perché sì, proprio a Natale, voglio risentire il tichettio della sua Royal, capace di creare capolavori narrativi di diabolica perfezione. Regalerò invece Cristallo di Rocca di Adalbert Stifter (Adelphi), apparentemente di tutt’altro segno. È la storia di due bambini che si perdono fra i ghiacci in una tempesta di neve, nella notta santa. Una fiaba melensa? Affatto. C’è una trama ben più sottile e complessa, carica di simboli, tutta da sentire. (Maria Chiara Mazzariol, leggi tutti i suoi articoli qui)

Petrignani e Buzzati

Se potessi scegliere che regalo ricevere, quest’anno, sicuramente direi Lessico femminile (Laterza) di Sandra Petrignani. Un viaggio di esplorazione di scrittrici diverse, tutte del Novecento, attraverso il lessico dei loro romanzi. Due nomi bastano a convincermi: Natalia Ginzburg e Marguerite Duras. Io, invece, regalerò un libro che è immerso nel Novecento, e a cui sono legata dalla prima, fulminante, lettura: Un amore (Mondadori) di Dino Buzzati. Si tratta di un racconto fiume, viscerale e sconvolgente, attorno ad una passione mitizzata e contraddittoria. Senza dubbio, il mio preferito dell’autore.(Rebecca Molea, leggi tutti i suoi articoli qui)

Trevi e Obama

A chi sia in cerca di idee regalo natalizie consiglio vivamente Due vite, il libro più recente di Emanuele Trevi (ne abbiamo scritto qui), pubblicato da Neri Pozza. Secondo una formula, prova di equilibrismo tra biografia doppia e memoir, usata già nei precedenti  Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie), e Sogni e favole (ancora Ponte alla Grazie, ne abbiamo scritto qui) ( se vi sono sfuggiti, suggerisco di recuperare anche questi), l’autore romano questa volta si dedica al ritratto di Pia Pera e Rocco Carbone, ai quali fu legato da profonda amicizia. Un romanzo di una intensità, stilistica e di contenuto, ragguardevole, che non lascerà indifferente il destinatario del dono. Quanto al desiderio personale, si tratta di un saggio di un certo peso e non solo in riferimento al numero delle pagine: 848. A Babbo Natale, infatti, chiederei Una terra promessa (Garzanti), l’autobiografia di Barack Obama. Curiosa di conoscere, attraverso il racconto del suo protagonista, tutti i dettagli del doppio mandato alla Casa Bianca del presidente più popolare degli ultimi decenni. Una pagina di storia americana entusiasmante e carica di aspettative, sulle quale la voce di Obama può aiutare a trarre un bilancio. (Antonietta Molvetti, leggi tutti i suoi articoli qui)

Blixen e Quintero/Somà

Mi piacerebbe rileggere La mia Africa (Feltrinelli) di Karen Blixen. La mia logora copia è smarrita chissà dove, bisognerebbe sostituirla con un regalo. Regalerò Si può dire senza voce (Il Glifo) di Quintero/Somà. Un libro per bimbi e per adulti, con tenere illustrazioni. che ci aiuta a riscoprire, specialmente in tempi di pandemia, la bellezza e l’importanza di abbracci, carezze, silenzi. (Lucia Porracciolo, leggi tutti i suoi articoli qui)

Clives Staples Lewis

Nei giorni in cui lucine intermittenti e veli di zucchero rischiano di deformare irrimediabilmente lo spirito del Natale, che tra parentesi non ci autorizza affatto ad essere più buoni (se non 365 giorni all’anno), una lettura adeguata potrebbe essere a metà tra il non dichiaratamente spirituale e il non necessariamente intellettuale; qualcosa di solido, insomma, senza aver per nulla l’apparenza del pretenzioso. Sapete chi potrebbe fare al caso nostro? Clives Staples Lewis (ne abbiamo scritto qui). Sì, lo stesso autore de Le Cronache di Narnia. Ma qui si tratta di un altro libro, che credo sia per me uno tra i più intelligenti mai letti: Lettere di Berlicche (Mondadori). Di che parla? Beh, leggetelo a Natale, e immedesimatevi nel protagonista della storia, e nelle sue intenzioni. Di cui, ovviamente, non vi dirò nulla. Vi dirò invece che mi piacerebbe se, dello stesso autore, qualcuno mi regalasse Il grande divorzio (Jaca Book), perché a tutto potrei rinunciare fuorché all’ironia, come al più autorevole linguaggio. Buona lettura, e buon Natale. Che il Nemico sia con voi. (Nuccio Puglisi, leggi tutti i suoi articoli qui)

B. Stevenson e Lee

Il libro che quest’anno regalerò senza ombra di dubbio è Il diritto di opporsi (Fazi) di Bryan Stevenson. È l’autobiografia di un avvocato che ha lottato strenuamente contro la pena di morte negli USA, riuscendo a salvare molti innocenti, soprattutto afroamericani. Un libro che fa riflettere su razzismo e (in)giustizia, spesso strettamente correlati. Il libro che mi piacerebbe trovare sotto l’albero di Natale è Il buio oltre la siepe (Feltrinelli) di Harper Lee. Un desiderio che nasce dal fatto di essere citato più volte nel libro di cui sopra perché tratta gli stessi temi. Un classico che andrebbe letto e che, colpevolmente, non posso ancora annoverare tra le mie letture. (Arcangela Saverino, leggi tutti i suoi articoli qui)

Eggers, Folli e Gundar-Goshen

Eggers

In questo imminente Natale mi piacerebbe ricevere l’ultimo libro di Dave Eggers, uno scrittore che apprezzo da sempre e anche nei suoi titoli meno riusciti regala vette: sono curiosa di capire in che modo ne Il Capitano e la Gloria (Feltrinelli) mette alla berlina quello che gli statunitensi si sono messi alle spalle, Donald Trump. Se poi Babbo Natale volesse esagerare ed essere generoso mi piacerebbe avere anche La casa dalle finestre sempre accese (Neri Pozza) di Anna Folli: un libro su Giacomo Debenedetti dall’autrice dell’intenso MoranteMoravia. Una storia d’amore (ne abbiamo scritto qui). Regalerò certamente Svegliare i leoni (Giuntina) di Ayelet Gundar-Goshen: un romanzo originale, ben congenato, in cui buoni e cattivi, vittime e carnefici non sono così distanti. (Micol Treves, leggi tutti i suoi articoli qui)

Humphreys e Jackson

Vorrei mi regalassero Bill (Playground) di Helen Humphreys. Ultimamente sto leggendo libri, senza aver fatto una scelta consapevole, in cui i protagonisti sono bambini. Mi incuriosisce molto il taglio e la piega che prende la storia, in questo caso; questa sorta di ponte che i bambini costruiscono fra il dentro e il fuori della cui esistenza sembrano piuttosto consapevoli; questo ponte fra noi e loro e fra noi e ciò che siamo stati. Sono curiosa di scoprire cosa mi restituirà Leonard Flint, il piccolo protagonista, di ciò che ho irrimediabilmente perduto con l’età adulta. E poi la copertina, basterebbe questa come motivazione per voler Bill (ne abbiamo scritto qui) sotto il mio albero di Natale. Questo Natale regalerò La luna di miele di Mrs Smith di Shirley Jackson (Adelphi). Perchè? Sono convinta che dentro e dietro ai racconti dell’autrice americana «brillino temi universali». Il suo sguardo sul mondo femminile è tagliente e avanguardista. Al centro dei suoi racconti ci sono sentimenti di rivalsa, affrancamento, malizia e inquietudine. L’ironia che la contraddistingue prende spesso di mira uno schema famigliare che conosciamo bene, per poi spaccarlo scegliendo donne che amano i propri figli, ma che sarebbero in grado, da subito, di decidere in cosa trasformare la propria vita. Amo Shirley Jackson e i suoi temi che superano tutti i tempi. La scrittura è uno strumento, per Jackson linfa senza la quale l’esistenza non potrebbe definirsi tale. (Paola Zoppi, leggi tutti i suoi articoli qui)

È possibile ordinare questi e altri libri presso Dadabio, qui i contatti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *